Paolo Savona: "Ci siamo mossi con troppa superficialità per entrare in europa"

Questo è interessantissimo intervento dell’economista Paolo Savona, per cambiare punto di vista, e non usare quello che il problema l’ha creato ( ci sono colpe dei singoli stati ma è il sistema euro che non funziona):

chi è Paolo Savona.
Dopo la laurea inizia la sua carriera in Banca d’Italia vincendo il concorso per entrare al Servizio Studi. Dirige insieme ad Antonio Fazio il gruppo di lavoro che crea il primo modello econometrico dell’economia italiana, M1BI. Trascorre un periodo di studio al MIT di Boston, dove conosce Franco Modigliani. Insieme a Michele Fratianni studia la creazione monetaria internazionale. Trascorre un periodo di specializzazione al Board of Governors della Federal Reserve in Washington.

Nel  1976 Direttore Generale di Confindustria, carica che manterrà fino al 1980.

Successivamente è Presidente del Credito Industriale Sardo(1980-1989), Segretario Generale per la Programmazione Economica al Ministero del Bilancio(1980-1982), Direttore Generale e poi Amministratore delegato della Banca Nazionale del Lavoro(1989-1990), quindi Presidente del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi(1990-1999), di Impregilo, di Gemina, degli Aeroporti di Roma e del Consorzio Venezia Nuova (2000-2010). Tra il 2000 e il 2005 è stato conigliere di amministrazione di RCS e TIM Italia. Dopo essere stato vice presidente di Capitalia, all’atto della fusione con Unicredit, viene nominato presidente della Banca di Roma. Dal settembre 2010 è stato nominato nuovamente presidente del Fondo interbancario di tutela dei depositi.

Ministro dell’Industria, commercio e artigianato e per le funzioni connesse al riordinamento delle partecipazioni statali nel Governo Ciampi (aprile 1993-aprile 1994), è stato nel biennio 2005-2006 Capo del Dipartimento per le Politiche Comunitarie della Presidenza del Consiglio dei ministri e Coordinatore del Comitato Tecnico per la Strategia di Lisbona, che ha redatto il Piano Italiano per la Crescita e l’Occupazione presentato alla Commissione Europea il 15 ottobre 2005.

Ha inoltre svolto numerosi incarichi pubblici in Italia e all’estero tra cui: membro del Comitato OCSE per la standardizzazione delle statistiche finanziarie e del BIS Standing Committee on Eurodollars; Presidente del Consiglio Tecnico Scientifico della Programmazione Economica, della Commissione di indagine sul nucleare in Italia e membro delle Commissioni Ortona e Jiucci per la riforma dei Servizi di sicurezza come esperto in materie economiche.
Carriera accademica [modifica]

Preside della Facoltà di Scienze politiche e relazioni internazionali e direttore del dottorato di ricerca in Geopolitica e geopolitica economica presso l’Università telematica Guglielmo Marconi di Roma.

Professore emerito di Politica Economica alla LUISS “Guido Carli”, che contribuì a rifondare con Guido Carli durante il suo periodo in Confindustria.

Ha fondato e diretto con Michele Fratianni la Open Economies Review ed è stato Editor scientifico delle riviste “Economia Italiana”, “Journal of European Economic History”, “Review of Economic Conditions in Italy”.

Ha insegnato nelle Università di Perugia e Tor Vergata, e alla Scuola Superiore di Pubblica Amministrazione.

E’ presidente di Assonebb, l’Associazione per l’Enciclopedia della Banca e della Borsa, e vice presidente vicario dello Aspen Institute Italia.

I temi di ricerca che predilige sono il sistema monetario internazionale, gli effetti della crescita del mercato dei derivati sull’efficacia della politica economica, i divari di produttività tra Centro-Nord e Mezzogiorno d’Italia. È autore e coautore di numerosi scritti sui problemi dell’economia reale, monetaria e finanziaria e sui temi metodologici. Tra le sue attività di ricerca hanno particolare rilievo il primo modello econometrico dell’economia italiana M1BI, le prime analisi sulla base monetaria internazionale el’eurodollaro, e sugli effetti macroeconomici dei contratti derivati, che hanno anticipato sistematicamente il susseguirsi dei drammatici eventi vissuti dall’economia italiana e da quella internazionale negli ultimi quarant’anni.

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