Come forse sapete, in Gran Bretagna è in corso il processo ad Assange. Il famoso giornalista ed attivista rischia l’estradizione negli Stati Uniti per aver fatto giornalismo investigativo e per aver reso noti crimini governativi che altrimenti mai sarebbero stati messi alla luce. Essenzialmente, è questo è il motivo dell’accanimento contro Assange da parte di Gran Bretagna e Stati Uniti .
Ma oggi è accaduto un fatto che mette alla luce ancor più una realtà paradossale. I suoi avvocati oggi hanno dato un esempio sostanzioso di come ancora c’è molto da essere messo alla luce circa le falsificazioni di stato che in ogni parte del mondo avvengono a danno dei diritti delle persone costituzionalmente garantiti.
Vikileaks ha provato la morte di ulteriori 15.000 civili, uccisi dagli alleati durante l’offensiva alleata della guerra del Golfo e la campagna afgana, ‘sfuggiti’ al conteggio ufficiale.
La notizia è tratta dal sito ‘Assange Court Report‘ che fa la cronaca giorno per giorno dell’andamento del processo:
I registri della guerra in Iraq rilasciati da Wikileaks hanno rivelato 15.000 morti civili precedentemente sconosciute.
Le prove, del professor Paul Rogers della Bradford University [ Paul Rogers è professore emerito di studi sulla pace presso l’Università di Bradford e consulente per la sicurezza globale con Oxford Research Group. Ha lavorato nel campo della sicurezza internazionale, del controllo degli armamenti e della violenza politica per oltre 30 anni.], sono arrivate il terzo giorno nell’udienza in tribunale che deciderà se il fondatore di WikiLeaks Julian Assange sarà estradato negli Stati Uniti con l’accusa di spionaggio e pirateria informatica.
Fornendo prove per la difesa Rogers ha detto che le informazioni sulla guerra in Iraq e in Afghanistan non solo hanno rivelato vittime civili molto più alte di quanto si sapesse in precedenza, ma anche, “hanno rivelato la finzione a fronte del successo propagandato, queste guerre erano andate male sin dall’inizio, Aggiungendo che ancora oggi Wikileaks è un archivio ancora ampiamente utilizzato dagli studiosi che cercano di comprendere entrambi i conflitti.
Rogers ha detto anche:”Ora c’è maggiore cautela tra i paesi occidentali, in particolare gli Stati Uniti e il Regno Unito, ad andare in guerra, in particolare nelle prime fasi … Penso che sia particolarmente dovuto a Wikileaks.”
Secondo Rogers, il presidente Trump considera “Assange e ciò che rappresenta una sorta di minaccia alla normale attività politica”, ha spiegato.”
Infatti, le precedenti accuse sono diventate più cospicue quando un gran giurì federale negli Stati Uniti il 25 giugno ha emesso un secondo atto d’accusa contro Assange, suggerendo che stesse cospirando con hacker associati ad Anonymous . Il rapporto non contiene nuovi episodi illeciti oltre ai 18 articoli elencati nel primo atto d’accusa nel maggio 2019, ma amplia la portata della cospirazione intorno ai presunti hack informatici di cui Assange è stato accusato in precedenza.
Secondo l’accusa nel carcere Assange ha subito torture e alla difesa NON è possibile vedere l’imputato se non in maniera estremamente limitata , così da rendere molto difficile la preparazione di una adeguata una linea difensiva “il sistema giudiziario britannico sta contribuendo a rendere impossibile a Julian di prepararsi completamente per il processo”.
Julian Assange il 24 gennaio è stato trasferito dall’isolamento dell’ala medica della prigione di Belmarsh a Londra a un reparto con altri 40 prigionieri, tuttavia le condizioni di difesa permangono limitate. Secondo gli avvocati, se Assange verrà estradato negli USA, le condizioni torneranno quelle di regole amministrative speciali ovvero dell’isolamento totale: Ciò che gli americani chiamano misure amministrative speciali significa che una volta negli Stati Uniti, non avrà contatti con il mondo esterno, sarà gettato in un” buco nero”, ha detto il giornalista John Pilger.
Un paio di anni fa, il Centro americano per i diritti costituzionali ha definito il sistema di misure amministrative speciali “l’angolo più oscuro del sistema penitenziario federale degli Stati Uniti”.
Ricordo che l’11 aprile le autorità ecuadoriane hanno estradato in Gran Bretagna il fondatore di WikiLeaks, che da quasi sette anni era nascosto tra le mura dell’ambasciata latinoamericana a Londra. Ora è minacciato di estradizione negli Stati Uniti ove rischia più di 175 anni di carcere.
A parte i pochi attivisti in tutto il mondo, paradossalmente tutti i media si tengono lontano dal giudicare quanto sta succedendo anche se la denuncia ed il vigilare sulla democrazia sarebbe uno dei compiti principali della libertà di espressione e di pensiero.
Mi sembra ovvio che bisognerebbe tenere adeguatamente conto del ‘macigno’, ovvero della pesantezza di ciò che è trapelato tramite Wekileaks. Di questo non mi pare che i governi interessati tengano adeguatamente conto. Invece, Assange è trattato peggio di una spia che ha carpito segreti per minacciare la sicurezza nazionale. Per questo si spiegano gli anni che gli vogliono infliggere , ignorando fintamente l’opera meritoria della denuncia che Assange ha reso possibile.
@vietatoparlare