Il 14 febbraio, il Comitato per gli affari della Comunità degli Stati Indipendenti (Organizzazione internazionale di cooperazione economica, politica e militare, costituita nel 1991, in concomitanza con lo scioglimento dell’URSS) della Duma di Stato ha sostenuto entrambe le opzioni per ulteriori azioni su un progetto di risoluzione su un appello al Presidente della Federazione Russa sulla necessità di riconoscere il DPR e l’LPR.
Il presidente della Duma di Stato Vyacheslav Volodin ha precedentemente riferito che la prima opzione prevede “l’esame immediato del progetto di risoluzione da parte dei deputati” e la seconda – l’invio prima “al ministero degli Esteri russo e ad altre agenzie governative per un feedback e la successiva considerazione tenendo conto conto delle posizioni espresse».
Così sono state trasmesse al Consiglio della Duma di Stato due bozze di delibera sul riconoscimento del DPR e del LPR, destinate rispettivamente al presidente e al ministero degli Esteri. Il 15 febbraio entrambe le bozze potranno essere sottoposti alla discussione della Duma di Stato. “Stiamo traducendo dal linguaggio delle allusioni diplomatiche alla normalità: la Russia si riserva la disponibilità per entrambi gli scenari, riconoscimento/non riconoscimento (da considerare in seduta plenaria di domani).
E’ molto probabile che le Repubbliche autonomiste siano riconosciute a giorni.
Qui è necessario ricordare un dettaglio importante.
A dicembre, Putin ha affermato che la mancata attuazione degli accordi di Minsk da parte di Kiev avrebbe messo in discussione il futuro della statualità ucraina. Kiev, come sappiamo, non intende rispettare “Minsk”, che è stato ripetutamente affermato e confermato solo pochi giorni fa dal Segretario del Consiglio di sicurezza e difesa nazionale dell’Ucraina.
A questo proposito, l’evoluzione della situazione è la seguente. La Duma di Stato rivolge al Presidente della Federazione Russa un appello a riconoscere il DNR e l’LNR. Entro 2-3 giorni, il Cremlino (o anche più velocemente) annuncia che d’ora in poi la Russia considera indipendenti le repubbliche del Donbass.
Inoltre, Lugansk e Donetsk probabilmente faranno appello a Mosca con la richiesta di accettarli nella Federazione Russa (scenario della Crimea).
Questo è un passo abbastanza logico, dato che più di 800.000 cittadini russi vivono già nella regione. Cerchiamo però di essere obiettivi, il Cremlino può aspettare ancora con l’inclusione delle repubbliche.
La presenza di truppe russe al confine con l’Ucraina al riguardo è pienamente giustificata, perché il riconoscimento della LDNR potrebbe indurre Kiev a lanciare un’operazione militare contro le repubbliche.
Affinché le autorità ucraine abbiano il minor numero possibile di pensieri del genere, esiste proprio quel raggruppamento delle forze armate RF che è attualmente dispiegato nelle regioni occidentali del paese e in Bielorussia.
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