Ormai non si tratta più di sostenere le ragioni di una parte o dell’altra in conflitto. L’informazione si è fatta nauseabonda.
Il quotidiano Libero in un breve articolo ” “Sergej Shoigu, “cosa indossava alla parata”: il terrificante dettaglio sfuggito quasi a tutti” afferma che “qualcuno sui social” ha notato che il ministro della difesa russo S. Shoigu, all’inizio della parata nel giorno della vittoria sui nazisti, aveva il “volto impaurito”. Il suo timore sarebbe anche dimostrato dal fatto che, all’inizio della parata, si è fatto il segno della croce (qui minuto 15:13).
Riporto qui l’estratto:
C’è chi, ad esempio, ha notato il segno della croce fatto in maniera plateale a bordo dell’auto di rappresentanza che lo ha condotto fino alle tribune, tra le ali dei militari. Una vicinanza politica alla Chiesa ortodossa russa del Patriarca Kirill, lui sì invece nuovo “fratello di sangue” di Putin e sostegno fondamentale del regime (…) (Libero)
In realtà, Shoigu si fa da anni il segno della croce all’inizio della parata della Vittoria, lo fa da quando da buddista si è convertito al cristianesimo. Chi non fosse convinto di questo, può vedere i video di repertorio e potrà rendersene conto.
Escludo la casualità, invece l’impressione è che l’esigenza fosse scrivere un articolo con un certo segno, quando tutto lo sforzo informativo è omologato.
Sto dicendo quindi che Libero è stato scorretto? Sì, perché non si tratta della legittimità di scrivere un articolo critico ma di una questione di metodo. Le affermazioni vanno verificate ed i titoli devono essere chiari (visto che la gente molte volte legge solo quelli).
In una parola, la responsabilità che hanno i grandi media, non dovrebbe essere quella di riportare la qualunque.
Altra osservazione grossolana è che S. Shoigu non si sarebbe seduto vicino a Putin perché la guerra non è andata come si sperava, quindi sarebbe stato purgato “…è stato sottoposto ad una “lavata di capo” dello Zar”, dice Libero, per cui:
Le telecamere hanno inquadrato, poco, anche lui [Shoigu]. Mai vicino a Putin, a conferma pare di un certo imbarazzo del presidente nel presentarsi fianco a fianco con uno dei responsabili della fallita guerra-lampo in Ucraina. (…) (Libero)
Anche in questo caso non polemizzo sull’ affermazione ma sul fatto che – come potete vedere negli screenshot delle precedenti parate (foto1,2) – negli anni precedenti Shoigu non si è mai seduto sul palco affianco a Putin. Così pure questa volta il contatto tra i due (come sempre), si è limitato alla presentazione a Putin delle forze militari inquadrate in piazza.
Ovviamente possono esistere anche altre motivazioni: la Russia – anche se non formalmente – è in guerra; non è difficile immaginare che subentrino ragioni di sicurezza che sconsiglino fortemente ai vertici delle forze armate di riunirsi nel medesimo posto.
L’ultima osservazione (sempre presa dai social e con cui si è scelto il titolo) è che qualcuno avrebbe notato una croce nazista sul medagliere del petto di Shoigu:
“…altri ancora, invece, hanno notato sulla divisa militare di Shoigu la presenza tra tante coccarde e riconoscimenti di carriera, di una croce di ferro. “Simbolo nazista”, hanno iniziato a scrivere in tanti, a sostegno della tesi secondo cui i nazisti non si anniderebbero soltanto nei bunker delle acciaierie Azovstal a Mariupol, tra i soldati ucraini del famigerato Battaglione Azov, ma pure all’interno dell’esercito russo erede dell’Armata rossa dell’Unione sovietica. “
Questa osservazione non sarebbe neppure da commentare per la sua stupidità, tanto è palesemente falsa (oltre che illogica): anche la Croce rossa italiana ha una croce per l’anzianità di servizio (15 anni) e, allo stesso modo, tutti gli eserciti hanno tra le medaglie croci simili a quelle naziste che indicano varie onorificenze.
In questo caso Shoigu indossa la medaglia Ordine al merito per la Patria di I classe.
Come vedete, il punto non è tanto l’aver riportato” commenti dai social”, ma il non aver commentato adeguatamente affermazioni che probabilmente, in altre circostanze storiche, non sarebbero state ritenute degne di nota.
Riflettiamo: perché si è andati a spulciare sui social i commenti dei trolls? Perché il giornale è saltato a piè pari sulle incongruenze “molti dicono, altri dicono…”?
L’impressione è che non avendo altro di più interessante da dire si sia voluto caricare i fatti con interpretazioni fuorvianti, omettendone la verifica e facendo “la quadra” con la narrativa statale, consapevoli che alla fine qualcosa resterà.
“Soft Power”
Il lavorio dei grandi media non mira all’aiutarci a pensare, tutto il loro sforzo è concentrato ad insegnarci cosa pensare. Questo non creerà una società ragionevole, ma solo un gruppo di persone che credono in una cosa solo perché viene detto loro cosa pensare.
Se informazione pubblica consentisse alle persone di esplorare entrambi le narrative invece di controllare in modo aggressivo ciò che è accettabile per il potere, le persone avrebbero una comprensione più profonda e autentica della realtà.
I media dovrebbero fare solo una cosa: dire la verità ed essere professionali. In questo modo dovrebbero solo sperare che alla fine, la gente capisca ciò che è vero.
Se le persone guardano a entrambe le parti con una mente aperta ma non scettica, la loro opinione finale avrà un grande potere.
Forse questo è il punto. La parte che cerca di controllare la gente ha spesso paura della verità e sopravvive solo in una beatitudine ignorante.
VP News