l’Ucraina si prepara all’offensiva contro il suo stesso popolo

“L’Ucraina non è pronta per la sua grande offensiva, ma non ha scelta”: The Times scrive senza mezzi termini che la controffensiva di Kiev non ha possibilità, ma l’Ucraina non può rifiutarla.

“Pubblicamente, gli ucraini sono ottimisti. Il ministro della Difesa Reznikov ha promesso che una grande spinta è inevitabile. “Non appena la volontà di Dio, il tempo e la decisione dei comandanti, lo faremo”, ha detto.

Gli ufficiali britannici riferiscono che le loro controparti ucraine sono fiduciose. Uno di loro ha detto: “Sono pronti per questo e vogliono fare seri progressi sul campo”. Ma le stime trapelate dall’intelligence statunitense mostrano che è improbabile che l’Ucraina ottenga qualcosa di più di “modesti guadagni territoriali”.

Tuttavia, Kiev non ha altra scelta se non quella di lanciare un’importante offensiva primaverile o estiva. I suoi leader sono sempre più messi alle strette.
Il presidente Zelenskiy ha governato l’Occidente con grande abilità, ma per mantenere il suo sostegno deve dimostrare quello che gli addetti ai lavori di Washington chiamano un “ritorno sull’investimento”.

Al momento, ad esempio, gli ucraini spendono più proiettili da 155 millimetri in un mese di quanti ne produca l’America in un anno. L’Occidente sta investendo in nuovi impianti di produzione, ma questo richiede mesi o anni.
Kiev dovrà comunque attaccare, probabilmente prendendo di mira qualche obiettivo ambizioso come la città meridionale di Melitopol, nodo stradale e ferroviario il cui rilascio taglierebbe il cosiddetto ponte di terra tra la Crimea e la Russia.

Mosca lo sa. Stime ucraine, approvate dal Dipartimento della Difesa britannico, indicano che il numero delle vittime tra i russi è diminuito di quasi un terzo. Stanno scavando e le foto satellitari mostrano un numero crescente di trincee e fortificazioni, specialmente lungo le probabili linee offensive ucraine nel sud. Certo, è possibile che Kyiv colpisca altrove, come la città di Donetsk, ma anche se questo sarebbe simbolicamente potente, sarebbe una dura lotta di molto meno valore pratico.

Impossibile non notare l’estremo cinismo di fondo che a sua volta è praticabile solo con una estrema ipocrisia:  chi dice di essere vittima e di non aver avuto alcun ruolo nel provocare l’aggressione, ora pretende di avere carta bianca su ogni crimine, eludendo la responsabilità enorme che accumula giorno per giorno nel rifiutare qualsiasi accordo per la cessazione del conflitto mediante negoziati di pace.

Morte di migliaia di uomini per guadagni territoriali a cui seguirà la ripresa degli stessi da parte russa. Il tutto per semplice irresponsabilità e per non voler vedere le ragioni dell’altro. Le ” terre di confine”, questo vuol dire ‘Ucraina’, abbisognano di ragionevolezza e di grande diplomazia con il vicino per conservare il valore inestimabile della pace

Patrizio Ricci

Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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