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Note a margine della crisi ucraina

Propongo un’attenta analisi di Mario Villani, che alla fine si domanda : “come mai gli USA aiutano, nei paesi ‘liberati’ sempre degli emeriti incapaci”?  Nessuno stupore sulle classi politiche impresentabili: è questo che vogliono, che rientra nel loro interesse. Gli USA non propongono una claesse politica efficiente ed onesta perchè  inevitabilmente chiederebbero il bene comune e  l’autonomia … non sarebbe più possibile dettare legge…
E’ solo ad un’Europa più debole che gli USA possono offrire il proprio gas (naturalmente al doppio del prezzo attuale). Si applica in Ucraina la vecchia strategia già applicata in vari luoghi. Prima si spinge una minoranza esasperata verso le rivolte. La minoranza violenta sarà seguita in un primo tempo dalla maggioranza fiduciosa che i rivoluzionari perseguiranno quanto promesso. Il seguito deve ancora avvenire: si renderà l’Ucraina dipendente dall’ l’FMI che imporrà le sue ricette. Infine, si potrà offrire ‘generosamente’ il ‘proprio aiuto’. (VietatoParlare.it)

di Mario Villani da “appunti”

Non mi scandalizza il fatto che l’attuale governo ucraino sia andato al potere con un colpo di mano condotto da poche decine di migliaia di persone. Da sempre l’azione decisa di minoranze determinate e ben organizzate che si impongono ad una maggioranza passiva od assente è una delle modalità più frequenti per il cambiamento di un regime (marcia su Roma docet). Non mi scandalizza neppure la circostanza -ormai sostanzialmente pacifica- che il colpo di stato (o colpo di mano) sia stato ispirato, finanziato e diretto da potenze straniere (USA e UE). Non serve fare le anime candide, è notorio il fatto che le potenze maggiori cercano di imporre governi a sé favorevoli alle nazioni che abbiano una sia pur minima importanza strategica. Se la Russia si è fatta sorprendere rimproveri solo se stessa e pensi alle contromisure. Il fatto che mi lascia ancora una volta attonito è invece la successiva scelta degli esponenti governativi, una lista di soggetti che potrebbe tranquillamente figurare nell’elenco ricercati di un commissariato di polizia.

Ce n’è veramente per tutti i gusti: malversatori finanziari, personaggi accusati di scandali pedo-pornografici, politici accusati più volte di corruzione, collaterali alla mafia ucraina, rissaioli da bar, alcolisti. Qualcuno ha persino subito diversi ricoveri in strutture psichiatriche per schizofrenia, il che non è certo una colpa, ma neppure un bel biglietto da visita per chi deve assumersi pesanti responsabilità nei confronti di un paese in profonda crisi. I primi passi compiuti da questa vera e propria armata Brancaleone sono stati di una stupidità tale da lasciare senza fiato.

1) Viene sciolto il corpo di polizia scelto conosciuto come Berkut (aquile) spingendo di fatto tutti i suoi membri – privati di lavoro e stipendio- ad unirsi a chi, nelle regioni orientali, contesta il nuovo potere di Kiev.

2) Di fronte ad un paese composto da almeno l’80% di russofoni (tra i quali quasi dieci milioni di Russi) si propone l’abolizione della lingua Russa, arrivando addirittura a ventilare sanzioni penali per chi continuasse a farne uso.

3) Una delle esponenti di spicco di questa classe politica, l’arcinota “eroina” Julia Timoschenko si fa beccare mentre dichiara candidamente al telefono che, se fosse per lei, sgancerebbe delle atomiche sulle regioni orientali dell’Ucraina per cancellare una volta per tutte la scomoda presenza dei russi che vi vivono.

4) Viene creata una Guardia Nazionale dove confluiscono i peggiori teppisti attivi in piazza Maidan, personaggi che non fanno mistero di odiare tutti coloro che parlano russo, e ovviamente viene inviata nelle regioni orientali russofone, forse per favorire la pacificazione nazionale. Potremmo continuare perchè quasi ogni giorno questi signori ci sorprendono con azioni che vanno dal criminale puro (vedi fatti di Odessa) al comico e al surreale, ma non è la cronaca delle bestialità della giunta di Kiev che mi interessa.

Sono invece molto più curioso di sapere perchè, ogniqualvolta il cosiddetto Occidente impone un cambiamento di regime, riesce a mettere assieme solo classi dirigenti composte da idioti o da criminali. E’ già accaduto in Iraq, prima che gli americani scappassero a gambe levate.

Si è ripetuto in Libia, dove Gheddafi è stato sostituito da capibanda che stanno facendo letteralmente a pezzi il paese. Si è tentato di farlo in Siria, appoggiando personaggi che amano farsi filmare mentre sgozzano, torturano e crocefiggono, personaggi che, se fossero riusciti a prendere il potere avrebbero trasformato la Siria in un inferno. Possiamo dire che l’hanno fatto in Georgia mettendo al potere uno psicopatico (successivamente cacciato a pedate) che ha portato il paese ad una fallimentare guerra contro la Russia. Lo hanno fatto in Kossovo, mettendo la provincia serba nelle mani di una vera e propria organizzazione criminale.

Impossibile non domandarsi perchè USA ed alleati non riescano a favorire la formazione di governi presentabili, composti da persone autorevoli o che, quantomeno non abbiano fedine penali da far invidia a Totò Riina. La risposta è che probabilmente non lo vogliono.

Non so se tale scelta sia dettata dalla volontà di avere classi dirigenti ricattabili e sostituibili in qualunque momento o dalla preferenza accordata a personaggi con cui si ritiene di avere molto in comune. Incomincio a pensare che questa seconda ipotesi possa essere qualcosa in più di una boutade.

Penso di tornare presto sulla crisi ucraina sia per seguirne i preoccupanti sviluppi, sia per analizzare la spaccatura che ha provocato all’interno della cosiddetta galassia di destra in Italia.

Patrizio Ricci

Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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