Ieri erano esattamente 5 anni dalla data ufficiale dell’inizio dell’operazione militare russa in Siria. Il 30 settembre 2015, il Consiglio della Federazione dette il consenso al Presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin, a utilizzare le forze armate della Federazione Russa in Siria.
Il 30 settembre 2015 la Russia avviava l’operazione aerea in Siria, la prima campagna militare su vasta scala al di fuori dei confini dell’ex-Unione Sovietica dalla guerra in Afghanistan. Il 26 agosto 2015 tra Russia e Siria fu concluso un accordo sulla realizzazione nel territorio della Repubblica araba siriana (RAS) di una base per un periodo indefinito per il gruppo aereo delle Forze Armate della Federazione Russa.
Il 30 settembre, in conformità con il trattato di “amicizia e cooperazione tra Unione Sovietica e Repubblica araba siriana” dell’8 ottobre 1980, il Presidente siriano Bashar al-Assad rivolgeva alla Russia la richiesta formale di assistenza militare. (qui per maggiori dettagli tecnici sull’operazione)
A quel tempo, il governo siriano controllava effettivamente solo circa il 15-20% del territorio del Paese e quell’area probabilmente sarebbe stata ulteriormente ridotta.
Per l’occasione della ricorrenza, il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu ha fatto un consuntivo e in un articolo per il quotidiano Krasnaya Zvezda ha ricordato che durante l’operazione militare russa in Siria sono stati uccisi più di 133.000 terroristi, di cui 4.500 provenienti dai paesi della CSI.
Shoigu ha anche riferito che a seguito di attacchi aerei e missili da crociera, sono state distrutte un totale di 133.542 strutture terroristiche, comprese 400 raffinerie di petrolio illegali (in mano ad ISIS e gruppi terroristici analoghi) e 4.100 autobotti (vedi qui): “Sono stati liquidati 865 leader di banditi e più di 133.000 militanti, inclusi 4.500 militanti della Federazione Russa e dei paesi della CSI”, ha detto Shoigu.
Di conseguenza, il ministro ha osservato che il compito fissato dal supremo comandante in capo delle forze Armate russe, il presidente Vladimir Putin cinque anni fa, è stato “completamente completato”. In altri termini Shoigu ha affermato che l’organizzazione terroristica “Stato islamico” * in Siria ha cessato di esistere, mentre in Russia non è tornato nemmeno un terrorista.
All’epoca, gli Stati Uniti – che supportavano i militanti anti- Assad con invio di armi ‘non letali’ e sanzioni verso lo stato siriano – pur dicendo di essere in guerra contro l’ISIS, specialmente in Siria, hanno combattuto questa organizzazione terroristica con scarsissimo impegno e convinzione.
Ricordo che gli USA a fine 2014 misero su una coalizione per distruggere ISIS. Ricordo anche che nel novembre 2015, quando i successi russi si susseguivano, l’ex vice direttore della Cia Michael Morell dichiarò a Charlie Rose sulla PBS che “la ragione per cui gli Stati Uniti prima di novembre non hanno mai colpito le autocisterne e l’ infrastruttura petrolifera” (vera linfa vitale per lo Stato Islamico) era stato perchè ” Non volevamo fare danni ambientali, e non volevamo distruggere tale infrastruttura“.
Solo dopo gli attacchi terroristici nel mese di novembre in Francia cominciarono anche gli attacchi della coalizione a guida USA.
Quella iniziativa però fu compiuta non senza limiti e ambiguità (come il lancio manifestini di avviso 45 minuti prima degli attacchi contro le carovane di autocisterne, e in alcuni casi il bombardamento anche delle forze siriane e irachene, frequenti anche i rifornimenti di armi ai ribelli jadisti).
Ricordo anche che Morell disse che c’era anche un’altra ragione per cui le infrastrutture di estrazione e di raffinazione del petrolio non erano state distrutte: è per evitare che esse fossero definitivamente sottratte dall’utilizzo da parte del popolo siriano. Tutto ciò suona veramente stonato anche in considerazione che oggi le forze USA sono in Siria proprio – come ha detto Trump – per il petrolio (sottratto al popolo siriano).
Mostro qui di seguito un video in cui la Russia visualizzava gli attacchi alle autobotti dell’ISIS dirette verso la Turchia con cui l’organizzazione terroristica sosteneva la campagna siriana e irachena.
Nel video si vede prima una visione d’insieme delle autocolonne , poi il bombardamento selettivo.
In quest’altro video invece si mostrano i camion in transito presso la frontiera turca:
Ankara ha lucrato per un lungo periodo del petrolio dell’ISIS che era costantemente trasportato nelle raffinerie in territorio turco, per poi essere rivenduto al miglior offerente. In proposito la Cnn ha trasmesso un video sulla “rotta segreta del contrabbando jihadista attraverso la Turchia”.
Di conseguenza, queste operazioni costarono alla Russia l’abbattimento di un aereo da parte dei turchi , per rappresaglia ai danni causati a seguito dell’interruzione di questo lucroso traffico illegale, compiuto con la complicità dell’occidente democratico.
Ancora oggi, nonostante gli indubbi successi conseguiti contro i terroristi, USA e UE continuano a punire la Siria di stare dalla parte sbagliata rispetto all’occidente, quindi si aspetta la sua implosione. In questo caso non valgono ragioni umanitarie o ‘ambientali’ per proseguire l’infausta impresa.
patrizioricci by @vietatoparlare