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4/11/1918, vittoria dell’Italia sull’Austria: a fine guerra l’Italia avrà all’incirca quanto le venne offerto.

Era 30 anni che eravamo alleati all’Austria, (il 20 maggio del 1882 Germania, Austria – Ungheria e Italia siglavano un trattato di alleanza difensiva passato agli onori della storia con il nome di “Triplice Alleanza” e destinato a durare sino al 1914, cioè per ben 32 anni.

Ciononostante, con un accordo segreto con Francia e Inghilterra per mire espansionistiche l’Italia entrò in guerra con la promessa di ottenere le terre irredente: Trento, Trieste, Bolzano e la Dalmazia.

La gran parte della popolazione italiana era contro.

L’Italia entrò nella prima guerra mondiale nonostante l’Austria avesse promesso il 16 marzo 1915:

1)  la restituzione di Trentino fino al confine di bolzanino di Salorno 

2) a cedere tutta la riva dell’Isonzo (che costerà all’Italia 500.000 morti a conquistarsela con le armi)

3)  a garantire la piena autonomia amministrativa a Trieste,

4) garantire il suo disinteresse per l’Albania

5) acconsentire l’occupazione italiana di Valona, infine per Gorizia ed alcune isole della Dalmazia c’era una benevola apertura, tutto questo in cambio della neutralità, della non belligeranza.

Ma l’Italia non fu d’accordo voleva anche da Bolzano in su, anche se la gente parla tedesco ed era interamente contraria all’annessione, (il problema continua fino ai nostri giorni ed è stata mitigata dalla autonomia), l’Austria accetta in tutto ma non accetta quest’ultima richiesta.

Non se ne fece nulla e si lascio la trattativa.

A fine guerra l’Italia avrà all’incirca quanto le venne offerto. (Più l’Alto Adige austriaco, occupato però senza il permesso di Wilson) Si prende anche da Bolzano e su per il Brennero, . (Ancora oggi il monumento alla Vittoria a Bolzano è sempre presidiato e circondato da un recinto per paura di danneggiamenti che in passato si sono verificati).

La camera voterà a sfavore della guerra contro l’AUSTRIA ma il Re aveva già preso accordi segreti per la guerra all’Austria con Francia, Russia, Inghilterra.

La festa del 4 novembre fu una ricorrenza istituita nel periodo fascista per trasformare una guerra spietata in un’epopea vittoriosa, essa fu diretta da Ufficiali incompetenti e non voluta dalla gente (i tumulti interventisti nelle città furono suscitati dalla propaganda) ,  le vittime vennero trasformate in eroi coraggiosi che si immolavano scientemente per la Patria.

Le testimonianze delle lettere al fronte e le esecuzioni sommarie dei codardi, le decimazioni, le fucilazioni dei carabinieri verso chi indietreggiava in prima linea, i 100.000 soldati lasciati morire nei campi di concentramento austriaci (l’Italia si doveva incaricare, come tutti gli altri paesi in quel tempo di foraggiare i propri prigionieri, ma non lo fece):  dicono però un’altra storia.  Da allora in poi agli insegnanti fu chiesto di celebrare la Vittoria come necessaria.

Ma anche Benedetto XV la definì una inutile strage.

La guerra tra tutti i paesi causò complessivamente 10.000.000 di morti, di 3.500.000 per la triplice Intesa. I morti italiani furono 650.000 morti e un milione di mutilati e l’Italia celebra oggi festeggia la Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate, ma che in pratica è la festa della Vittoria.

Quindi festeggiamo pure, ce n’è sempre bisogno per rinvigorire l’Unità Nazionale. Ma non dimentichiamo la verità storica, affinché non si ripetano certi errori.

@Vp News

Patrizio Ricci

Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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