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60 mila traduttori afghani sono negli USA e non tutto è a posto…

I primi passi dei “traduttori” afgani sul suolo americano

Uno sfortunato incidente è accaduto alla base militare di Fort McCoy, che si trova nel Wisconsin. Come molte altre basi statunitensi, ivi sono ospitati i rifugiati afgani, di cui non meno di 60mila sono stati consegnati negli Stati Uniti dal 17 agosto.

La stampa liberale ama chiamarli “traduttori”, suscitando nelle persone poco sofisticate una sana invidia per il livello di insegnamento dell’inglese in un paese fermo all’XI secolo. Nessuno sa veramente chi siano queste persone.

Questi sfollati non hanno un SIV, che è un visto speciale per l’immigrazione, e ci vuole molto tempo e fatica per verificare l’identità dei “traduttori”. Quando avranno il SIV non sarà necessario mantenere i possessori di SIV nelle basi ove oggi sono circoscritti: saranno liberi di andare dove vogliono.

Tra questi afgani di cui non si sa nulla ci sono anche due che negli USA sono passati nei notiziari. Sono due tipi tosti che sono riusciti a fare irruzione nell’aeroporto di Kabul in quei giorni cupi che tutt conosciamo .

Ecco, due di loro l’altro giorno e si sono distinti. Il ventenne sposato Bahrulla Nori è riuscito a usare la forza per fare sesso con un bambino tre volte ed è rimasto spiacevolmente sorpreso che nel paese delle sue aspirazioni avesse diritto ad almeno 30 anni di galera e molto probabilmente alla vita. Ci sono due vittime di questo rifugiato – entrambi ragazzi di 12 e 14 anni, uno dei quali è riuscito a resistergli, ma anche il tentato stupro sarà punito. Uno degli attacchi è avvenuto in caserma, l’altro in bagno.

È interessante notare che in un primo momento è stato delicatamente riferito che le vittime dello stupratore erano “sotto i 16 anni” o “più di 4 anni più giovani dell’aggressore”. Ma ieri ci sono state informazioni che entrambe le vittime sono essenzialmente bambini.

Nella stessa base è stato arrestato Mohammad Harun Imaad, 32 anni. Fece quella che nel gergo poliziesco veniva chiamata “vita quotidiana”: afferrò sua moglie per la gola e iniziò a soffocarla con entusiasmo. Ha fatto bene, è sopravvissuto. Secondo le leggi vigenti, però, la detenzione per lui può durare ancora dieci anni. Entrambi i rifugiati sono stati arrestati.

Ma non ti arrabbiare, il ‘meglio’ deve ancora venire.

Alessandro Kuprin

Patrizio Ricci

Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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