L’intervista a suor Yola Girges, francescana di Damasco, una intervista che richiama alla lealtà di fronte al reale

Di seguito vi riporto tutte le fasi una brutta vicenda di un gruppetto di persone che suor Yola ha recentemente accolto e supportato a Damasco. E’ un soggiorno in Siria che ha lasciato fuori l’esperienza a favore del pre-giudizio chiamato ‘dovere di cronaca’ che è una coperta troppo corta per nascondere insincerità, ingratitudine e netta slealtà di fronte al reale. La parte più brutta di tutta questa storia, è comunque il tradimento alla bellezza dell’opera che i francescani di Damasco portano avanti come una nuova rinascita per la Siria ed il suo meraviglioso popolo.
Vietato Parlare – Patrizio Ricci

[su_heading style=”modern-2-blue” size=”21″]Intervista con suor Yola Girges sul suo incontro con la giornalista Sara Lucaroni[/su_heading]

di Stefano Orsi

Avendo letto l’anticipazione dell’articolo che apparirà sull’Espresso, ho chiamato suor Yola per avere direttamente da lei alcuni ragguagli sul suo incontro con Sara Lucaroni e sul soggiorno in Siria di quest’ultima.

A partire da questo momento suor Yola Girges verrà siglata come s.Y.G. e lo scrivente come S.O.

S.O. – Buongiorno suor Yola, mi scusi se la disturbo, ma ho visto l’articolo che anticipa il servizio di Sara Lucaroni e volevo parlare con lei del soggiorno di Sara in Siria e dell’incontro con i due esponenti di CasaPound, potrei farle qualche domanda?
s.Y.G. Si volevo parlarti perchè lei (Sara Lucaroni) mi ha citato molte volte, è evidente che per lei fosse importante scrivere che loro ( Giovanni Feola e Paolo Pasqualini di CasaPound, Sara Lucaroni non scrive i nomi di entrambi, glieli dico io n.d.r.) conoscessero suor Yola. Per me è importante che si sappia che nello stesso periodo in cui queste due persone, che lei ha detto fossero di CasaPound e che noi abbiamo accolto come italiani benefattori, in quanto ci hanno potato degli aiuti per i bambini, lei (Sara Lucaroni) era presente qui con noi.

S.O. Yola, ho capito bene? Mi stai dicendo che quando sono venute queste persone di CasaPound, o presunti tali, Sara era presente anche lei con loro? Intanto quanti erano?
s.Y.G. Erano solo in due e anche lei era nostra ospite.

S.O. Quindi erano tutti vostri ospiti, sia la Lucaroni che i due di Casapound, che età avevano? Erano giovani?
s.Y.G. Erano giovani

S.O. Sara è venuta da voi assieme a loro?
s.Y.G. . No non era arrivata assieme a loro, lei è arrivata il 1° di agosto ed è ripartita il giorno 9, il visto per entrare in Siria glielo abbiamo fatto avere noi come nostra ospite, non come giornalista, non come turista, ma ospite, a lei e a Francesco Votta e Andrea Cascioli assieme.

S.O. Quindi erano ospiti sia lei che loro nello stesso periodo presso di voi?
s.Y.G. Lei è arrivata con Francesco Votta e Andrea Cascioli ( che erano li già da luglio n.d.r.), io dovevo partire per una gita con i ragazzi e Francesco e Andrea sono venuti con noi, quando sono tornata il 1° sono arrivati questi altri due ragazzi e lei, io avevo organizzato un incontro con la Prima Signora ( la First Lady Asma al Assad, n.d.r.), io pensavo di presentarle questi italiani che parlavano della verità in Siria ( Votta, Cascioli, Sara Lucaroni, Giovanni e Paolo), io non ho chiesto loro che idee politiche avessero o di che partito fossero, li ho li ho presentati come italiani che manifestavano la volontà di parlare della situazione reale della Siria, che hanno avuto il coraggio di venire in Siria e con loro avrei portato chiaramente anche Sara Lucaroni.

S.O. Avevo sentito di questa possibilità di incontro.
Quindi mettiamo in ordine, 1) questi ragazzi-giovani, sui trent’anni, hanno manifestato interesse per la situazione siriana. 2) Vi hanno portato degli aiuti per i bambini.
s.Y.G. Si, Giovanni e Paolo hanno chiesto cosa ci servisse, e ci hanno regalato una fotocopiatrice e dei giochi per i bambini. Per confermare l’acquisto della fotocopiatrice hanno detto che avevano bisogno della foto con noi davanti al fine di mostrare alla loro associazione che la avessero veramente comprata.

S.O. 3) Tu eri a conoscenza di chi fossero in Italia queste persone politicamente?
s.Y.G. NO! Assolutamente no, è stata poi Sara a dirci dopo, in casa da noi, chi fossero e che in Italia non fossero molto graditi per le loro idee e che dovessimo fare attenzione, perchè ci avrebbero potuto mettere in cattiva luce. Noi non sapevamo chi fossero, di certo, guardando a quanto è stato scritto, anche da Sara, non dovevamo guardarci solo da loro mi pare…

S.O. Si Yola, del resto voi siete in Siria, sapevate solo che di italiani si tratti, ma non sapete chiaramente, chi essi fossero.
s.Y.G. No infatti, solo adesso che sono qui in Italia, sto capendo chi rappresentino e quale sia il loro ruolo e le cose di cui parlano agli italiani.

S.O. Certo, non essendo in Italia, conoscere il ruolo politico di una associazione non è cosa facile.
Voi immagino vi troviate, oltretutto,in stato di necessità, se qualcuno porta aiuto dovete accettarlo.
s.Y.G. Esattamente.

S.O. Siete in un Paese in guerra da 7 anni, se qualcuno porta aiuto e tende la mano si cerca di stringerla.
s.Y.G. Ma certo,noi abbiamo accolto anche Gian Micalessin, abbiamo accolto Sebastiano Caputo, bravissimi giornalisti.

S.O. È stato da voi anche Fulvio Scaglione?
s.Y.G. Ma certamente, è venuto diverse volte Fulvio, è stato da noi anche il ministro generale dei Frati, e tanti altri, noi incontriamo ed accogliamo tante persone.

S.O. La vostra missione è accogliere le persone anche in modo tale queste possano meglio rendersi conto della situazione con i loro propri occhi, parlare con le persone e capire il loro reale stato d’animo e le sofferenze che esse hanno dovuto patire a causa di questa guerra voluta e costruita, da potenze straniere, sulla pelle dei siriani.
Di tutto questo però nell’articolo di Sara Lucaroni, non vi è alcuna traccia.
s.Y.G. No, lei non scrive di essere stata a sua volta ospitata esattamente come gli altri e nello stesso periodo di tempo.

S.O. Queste persone (Giovanni e Paolo) dunque, vi hanno portato degli aiuti e voi, trovandovi in stato di necessità dovuto alla guerra, come tutti ben capiranno, lo avete accettato, come chiunque altro, nelle medesime condizioni, avrebbe fatto.
Credo che il succo del discorso e della vicenda sia tutto qui, e il caso sia stato montato ad arte con tutti i ricami che vi stanno cucendo sopra.
s.Y.G. . Certo, però, vedi, Sara Lucaroni, non è venuta per portare, non è venuta da noi per aiutare, lei mi disse che non si era mai interessata prima di Siria, mai, mi disse che si fosse interessata solo delle donne Yazide dell’Iraq, e che avrebbe avuto piacere di venire in Siria per conoscere la comunità cristiana e capire come avesse vissuto questa guerra, e come avesse fatto a “tirare avanti” e io l’ho sempre vista attenta e commossa dalla forza che i Cristiani avevano dimostrato.

S.O. . Si Yola, ho visto le foto delle vostre gite, della comunità, dei magnifici ragazzi e ragazze sorridenti e allegri, molto attivi, sono rimasto davvero colpito dalla loro forza.
s.Y.G. Sara mi disse:” ma come hanno fatto i Cristiani della Siria a riprendersi così, a vivere una vita normale?”
Sinceramente non comprendo come abbia fatto poi a scrivere, nel suo articolo su Avvenire, il contrario di quello che ci diceva essere le sue impressioni.

S.O. Yola purtroppo me ne sono accorto leggendolo, rientra totalmente nei soliti cliché dei racconti che certa stampa fa qui in Italia, sebbene ormai smentita clamorosamente dai fatti, e contrasta in pieno con quanto mi raccontano tutti i conoscenti che rientrano dai viaggi in Siria, e che non sono organizzati, come sembra lasciare intendere nell’articolo de l’Espresso, in via esclusiva dalla destra estrema, anzi, e queste informazioni mi arrivavano prima del viaggio della Lucaroni e mi sono arrivate a conferma ulteriore anche dopo.
s.Y.G. Si e pensa che le ho pagato l’autista.

S.O. Yola, scusa, mi stai dicendo che le avete pagato delle spese?
s.Y.G. Si, la macchina per andare ad Aleppo, per andare ad Homs, le ho pagato l’autista e non ha pagato neppure nulla per l’alloggio, ero contenta perchè avesse sentito il bisogno di venire in Siria per conoscere la reale situazione e poi invece…

S.O. Dove alloggiava Sara Lucaroni?
s.Y.G. Da noi, la nostra Casa fa anche da albergo (o ostello).

S.O. . Quindi era alloggiata presso la vostra struttura ricettiva, e dove mangiava?
s.Y.G. Mangiava sempre da noi, alla nostra mensa.

S.O. Quanto ha pagato quindi per il soggiorno e per i pasti?
s.Y.G. NULLA! A lei non abbiamo fatto pagare nulla.

S.O. Non ha pagato nulla quindi, e ad Aleppo quando è andata?
s.Y.G. Si è recata ad Aleppo i giorni 4, 5 e 6 agosto, tre giorni.

S.O. È andata in macchina mi hai detto?
s.Y.G. Si è andata con l’autista, abbiamo chiamato un servizio di noleggio con autista, fidato, e l’abbiamo mandata ad Aleppo e con lei c’erano anche due sacerdoti sia per accompagnarla sia perchè anche loro dovevano andare in quella città, in questo modo non era da sola. Ad Aleppo ha trovato ospitalità presso, sempre grazie ai nostri contatti, presso le suore che fanno servizio per mons. Abou Khazen, il Vicario Apostolico, quindi anche li tutto gratuito per lei.
Poi l’ho mandata con un altro autista ad Homs, dalle suore del Buon Pastore, si tratta di suore locali, libanesi e siriane, e loro l’hanno portata in giro in diversi posti ad Homs, le hanno mostrato le loro attività, in città, ad accompagnarla c’era suor Kinda, alla sera è rientrata, Homs non è lontana in auto.

S.O. Anche per andare ad Homs le avete pagato l’autista?
s.Y.G. Si, l’ho pagato io. Questo l’ho fatto per lei, per aiutarla, non l’ho fatto con Giovanni o Paolo, quelli di Casa di Pound (CasaPound n.d.r.), loro hanno pagato tutto e per i loro spostamenti si sono arrangiati.
Siccome dovevo andare a trovare i miei, prima di venire in Italia, ho fatto venire delle persone che avevo conosciuto, persone che hanno sofferto molto a causa della guerra, erano prigioniere, una di queste Sara l’ha nominata nel suo articolo su Avvenire, Manal, lei era stata prigioniera di Al Qaeda per 4 anni e mezzo e le ha raccontato la sua sofferenza, tutte le torture patite nelle prigioni di Douma, era stata Al Nusra ad infliggerle tutte quelle sofferenze. Sara piangeva mentre l’ascoltava. Poi le ho fatto conoscere una bambina dell’asilo che ha perso il papà, soldato dell’esercito, ha potuto parlare anche con la madre della bambina, ha potuto conoscere diverse situazioni di sofferenza, non le ho nascosto nulla non le ho mostrato solo situazioni di gioia o allegria.
La guerra è sofferenza per la popolazione.

S.O. Chi è Manal?
s.Y.G. Manal è una ragazza musulmana alawita, che è stata imprigionata in Douma ed è stata liberata quando tutta la Goutha è stata liberata e loro rilasciati.

S.O. Ma era una di quelle donne che erano state tenute prigioniere in gabbia?
s.Y.G. Si esattamente, una di quelle donne. Sara, se non sbaglio, ha scritto di lei che era stata pagata con la moneta ( mentre pronunciava queste frasi, la voce di suor Yola è rotta da un misto di commozione e rabbia, si percepisce distintamente, credo intenda pagata per raccontare la storia, anche se non si comprende che elementi abbia avuto la Lucaroni per dire ciò, n.d.r.).

S.O. Poi il 9 è ripartita?
s.Y.G. Si, è ripartita, ma poi è rimasta in Libano qualche giorno mi pare, quando dovevamo salutarci ho portato a Sara un regalo per me speciale, lei non mi faceva mai entrare in stanza, anche quando Francesco (Votta), era in convento e la invitava sempre per andare in giro per Damasco a vedere come viveva la gente, lei non accettava, forse solo una volta è andata con loro ( Votta e Cascioli), alle 8 e mezza lei si chiudeva sempre in stanza.

S.O. Che regalo le hai fatto?
s.Y.G. Un regalo fatto dai nostri ragazzi, loro hanno preso tutti gli articoli dei giornali che parlavano della guerra, degli attentati, dei massacri, delle stragi, e ne hanno fatto, trasformandoli, un presepe.
Le dissi:” Te lo regalo perchè tu possa raccontare alla gente in Italia che i giovani siriani non si sono depressi, anzi hanno trasformato il loro lutto in un’opera d’arte” e questo glielo dissi per farle capire che Noi non molliamo mai e lei l’ha capito.

S.O. Yola , purtroppo certe persone, capiscono anche bene una situazione, ma alle volte può succedere che antepongano, magari, ragioni di carriera al raccontare ciò che realmente hanno visto e vissuto e questa è davvero una cosa molto triste.
s.Y.G. Beh, mi pare che dopo che è venuta per quegli 8 giorni in Siria, sia stata premiata, lei è divenuta una esperta…

S.O. Tu hai vissuto 9 anni come responsabile della vostra Casa in Damasco, hai vissuto tutte le fasi della guerra fin dai primi giorni, ha dovuto vivere tutti i cambiamenti e la distruzione che avanzava di città in città.
s.Y.G. No Stefano, dopo tanta sofferenza, non è la distruzione che ci disturba, non ci interessano le pietre, perchè la cultura risiede nella mente e non nei mattoni o nelle pietre, ed è quella che non sono riusciti a distruggere, i Siriani resteranno sempre fieri di essere Siriani!

S.O. È molto bello ciò che stai dicendo Yola.
s.Y.G. Si Stefano, è così, io dico sempre che la Siria non sono le pietre, se le case sono distrutte le ricostruiremo, e la Siria sarà più bella di prima, perchè la sua cultura non sarà distrutta, MAI! ( la voce tradisce una forte emozione)
L’amore verso la Siria rimarrà sempre nel nostro cuore e nella nostra mente, è questa la cultura del siriano.
Il nostro Presidente ( Bashar al Assad n.d.r.) disse che coloro che avevano progettato questa guerra, avevano sbagliato la data e avevano sbagliato il popolo per realizzare i loro progetti.
I Siriani non sono uguali ad altri popoli, i siriani sono diversi, i Siriani non mollano.

S.O. Yola ti ringrazio davvero molto per la grande disponibilità che mi dai sempre nel rispondere alle mie domande, credo che i moti particolari che ci hai fornito, consentano si comprendere meglio la vicenda, malamente presentata da altre persone.
Grazie ancora a te non solo per l’intervista, ma per il grande lavoro che avete fatto e fate per i ragazzi in Siria.
s.Y.G. Grazie a te Stefano, Dio vi benedica

di Stefano Orsi
per SakerItalia

[su_panel shadow=”0px 2px 3px #eeeeee”]ed ecco – allegato a margine – uno degli articoli partoriti dal viaggio a cui si riferisce l’intervista. Il titolo è abbastanza eloquente del contenuto e della  capacità di cogliere e del  ‘trattenete il valore‘ …
Esiste solo una verità, la loro. Tutto il resto del mondo è dalla parte sbagliata della storia. E’ la loro misura. Ma al di là delle considerazioni esperienziali personali, politicamente rimane solo un  tentativo maldestro di classificare su posizioni di estrema destra chi è dalla parte del popolo siriano e non dei jihadisti. Per poi cercare di avere qualche argomento per attaccarli. (Vietato Parlare)

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