Il vescovo di Aleppo Antoine Audo: ‘La Siria non è nulla senza i cristiani, così come è nulla l’Europa senza la presenza attiva dei cristiani’
Il 72enne Antoine Audo, Vescovo cattolico caldeo di Aleppo, non ha paura della risurrezione di ISIS: “Vado dappertutto ad Aleppo, anche se il pericolo di essere rapiti o attaccati è sempre presente.”. Il Vescovo è convinto che in Siria la visione dei musulmani riguardo ai cristiani sia cambiata : “Sono colpiti dalla carità dei cristiani per i poveri”, dice durante una visita a Utrecht.
di Gerhard Wilts – 20 febbraio 2019
Con un sentimento di gratitudine, il vescovo siriano Audo sta visitando l’Olanda per la prima volta. Venerdì sera parlerà ad Amsterdam della Chiesa in tempo di guerra, durante un simposio ecumenico. Ricorderà il ruolo del gesuita olandese Frans van der Lugt a Homs. “L’ho conosciuto come un sincero credente, un uomo di pace, che, nonostante le minacce, è rimasto devoto alla Siria e si è fatto amare da cristiani e musulmani”.
Il Padre è stato ucciso ad aprile 2014 dagli estremisti. “Padre Van der Lugt ha detto alla popolazione siriana di amare il loro Paese. Abbiamo ancora bisogno di questo amore per il nostro Paese”, sottolinea Audo, di passaggio a Utrecht.
Dopo cinque aspri anni di guerra, la pace è tornata ad Aleppo, anche se accadono frequenti scontri a fuoco dentro e intorno alla seconda città della Siria. Il vescovo Audo è consapevole dei pericoli nascosti. Purtroppo, è ancora irrisolto il rapimento del Metropolita Siro Ortodosso Gregorios Ibrahim Youhanna e dell’arcivescovo greco ortodosso Boulos al-Yazigi, spariti da Aleppo nel 2013. La probabilità che i due capi della chiesa siano ancora in vita, Mons. Audo pensa che siano minime. “Ma non ho bisogno di protezione durante le mie visite di lavoro ad Aleppo”, dice. “Inoltre, una maggiore sicurezza non è necessaria nelle chiese di Aleppo, perché le autorità hanno un buon controllo di sicurezza. Quanto è diversa la situazione in Iraq e in Egitto, dove la polizia deve vigilare sulle chiese e le istituzioni cristiane contro gli attacchi terroristici da parte di gruppi armati”.
Il vescovo canuto sorride gentilmente. “Gli estremisti dell’ISIS sono stati sconfitti in Siria. Il loro ruolo è stato giocato e io non credo nella loro risurrezione “. Secondo lui, Daesh [il nome arabo di ISIS] era un’organizzazione artificiale creata fuori dalla Siria. “Ora è il momento di scoprire chi c’era dietro questa rete e con quale ordine quegli estremisti sono venuti in Siria”.
Il vescovo caldeo rifiuta di parlare di una ‘guerra civile’ nel suo paese. L’esercito siriano ha dovuto combattere nel 2012 con “gruppi armati venuti da ogni dove, estremisti stranieri che hanno ricevuto denaro per usare la violenza in nome della rivoluzione e dei diritti umani. Hanno cercato la distruzione della fede cristiana in Siria come una vittoria storica”, ha detto il vescovo.
Allo stesso modo, le agenzie di stampa internazionali hanno indicato il presidente siriano Bashar Assad come un tiranno, sostiene. “Era un modo di vendere la guerra come se fosse giusta.
È importante invece che i giornalisti si basino sulle giuste informazioni e non si limitino a ripetere ciò che le grandi agenzie di stampa riportano “.
Per comprendere il conflitto, Mons. Audo fa una distinzione su tre livelli.
“A livello regionale, molti conflitti derivano dalla secolare tensione tra sunniti e sciiti. Questa divisione religiosa è espressa politicamente attraverso la lotta per il potere nella regione; vedere perciò il grande coinvolgimento della Turchia e dell’Arabia Saudita (sunnita) contro la presenza del regime sciita dell’Iran sul nostro territorio “.
Inoltre, importanti potenze come la Russia, gli Stati Uniti, ma anche la Cina e l’India svolgono un ruolo in Siria a livello globale. Questi paesi hanno interessi economici e geopolitici nel Medio Oriente ricco di petrolio. “Sotto l’apparenza della protezione della democrazia e dei diritti umani, finanziano la lotta in Siria, forniscono armamenti e equipaggiano le milizie con armi di prima classe”, dice Audo.
A livello locale, tutti i tipi di gruppi, tra i quali Alawiti, Drusi, Curdi, Cristiani, Sunniti e Sciiti, vengono usati o giocati l’uno contro l’altro. I gruppi armati tentano di portare il conflitto a una guerra puramente religiosa, ma “la stragrande maggioranza della popolazione e del governo siriani non rientrano tra questi”, dice Audo. Eppure le conseguenze sono visibili, aggiunge. “Oltre il 60 percento degli edifici di Aleppo sono in rovina. A Homs, la terza città del paese, fino al 70% è stato distrutto. ”
La situazione intorno ad Aleppo è migliorata dopo l’espulsione di ISIS e al-Nusra, ma una soluzione politica non è ancora in vista. “Nel nord-est della Siria ci sono problemi con i kurdi e le truppe americane e francesi”, osserva Audo. “In Idlib sono stanziati molti combattenti sconfitti di ISIS e al-Nusra. Cosa ne sarà di loro? ”
Inoltre, il vescovo sottolinea la povertà diffusa. Circa l’80% della popolazione siriana vive in povertà, mentre il 5% ha beneficiato della guerra. “Abbiamo bisogno di sostegno per aiutare le famiglie. La carenza di medicinali e cibo è intensa. Il cibo è scarso, la carne non ha prezzo. La popolazione dipende dai prodotti a base di cereali, ma a causa dei pasti carenti di vari nutrienti molte persone diventano deboli e malate.”
Ora che la violenza sta diminuendo, la Chiesa ha la possibilità di mostrare il suo volto sociale. “Sono convinto che l’opinione dei musulmani riguardo ai cristiani sia cambiata: sono impressionati dalla carità dei cristiani per i poveri. Purtroppo, i cristiani siriani sono stati così terrorizzati dai gruppi estremisti musulmani che molti hanno perso la fiducia nei loro vicini musulmani”.
Il vescovo si rammarica del fatto che molti dei suoi compatrioti vogliano fuggire dalla Siria cercando un rifugio sicuro in Europa. “Molti siriani dicono di voler andare via per proteggere i propri figli. In realtà, la perdita del loro figliolo è la prima cosa che accade loro quando arrivano in un paese europeo. I genitori perdono il controllo sulla loro famiglia, perché i loro figli in Europa abbandonano le convinzioni e le concezioni morali della casa”.
Secondo lui, le Chiese olandesi devono fare uno sforzo per assicurare che i cristiani siriani possano rimanere nel loro Paese natale. “Ciò è possibile attraverso il sostegno a progetti educativi, attraverso l’assistenza alla ricostruzione, perché la Siria è troppo povera per farlo da sola. Ma occorre anche essere ben informati su ciò che sta realmente accadendo. Se l’Europa è incurante dell’ascesa dell’Islam, trovo che sia ingenua.
I cristiani siriani possono essere orgogliosi della loro storia. Appartengono alla Siria, che è importante per noi e per l’Europa. La Siria senza cristiani non è nulla, così come non è nulla neppure l’Europa senza la presenza attiva dei cristiani “.
source: Ora Pro Siria
(trad. Gb.P.)
https://www.nd.nl/nieuws/geloof/syrie-is-niets-zonderchristenen.3287383.lynkx?