NASA ha da tempo intrapreso un lungo programma di accesso all’orbita bassa con servizi forniti dai privati al posto del programma shuttle concluso nel 2011, conclusione che aveva costretto l’agenzia statunitense a dipendere dai sistemi e servizi forniti dai colleghi russi e europei per quanto riguardava l’accesso alla Stazione Spaziale Internazionale sia per gli astronauti che per il materiale. Il programma di trasporto cargo, di più semplice realizzazione, ha preso il via già da tempo con una prima missione di consegna materiali effettuata il 22 maggio 2012 da SpaceX con la sua capsula Dragon e seguita il 18 settembre 2013 dalla prima missione del cargo Cygnus di Orbital Sciences Corporation (ora facente parte del gruppo Northrop Grumman Innovation Systems).
Il programma relativo ai servizi di trasporto umano invece ha avuto una gestazione più lunga causata principalmente dalla sua complessità intrinseca dovuta alle notevoli misure di sicurezza che deve garantire un simile servizio in termini di sopravvivenza dell’equipaggio. Comunque siamo arrivati alle battute finali con entrambe le aziende vincitrici del contratto di fornitura (SpaceX e Boeing) che stanno definendo i calendari degli ultimi collaudi necessari per avere da NASA l’autorizzazione al volo.
Inizialmente la compagnia di Elon Musk aveva previsto il primo volo di collaudo senza equipaggio della sua capsula Crew Dragon per il mese di febbraio ma già a fine gennaio voci di corridoio preannunciavano uno slittamento e infatti ai primi di febbraio un annuncio pubblicato sul sito dell’agenzia spaziale statunitense informava di una rivisitazione del calendario con il lancio fissato a non prima del 2 marzo. La nota precisava che questo riordino della calendarizzazione delle attività serviva a garantire il tempo necessario “al completamento dei necessari test sui materiali, alle verifiche dei dati, alle rimanenti analisi di NASA e dei fornitori, ma anche all’addestramento dei controllori e dei direttori di volo.”
Tutto sembra essere andato per il meglio e infatti il 22 febbraio scorso si è svolta la Flight Readiness Review o FRR (riunione tecnica pre-volo in cui si valutano tutti gli aspetti di una missione per valutarne la prontezza allo svolgimento) che ha dato esito positivo con un GO per la data del 2 marzo alle ore 8.49 italiane (7.49 UTC) con una probabilità di 80% di avere tempo meteorologico favorevole.
Come detto attualmente l’agenzia dipende dal sistema russo Soyuz per gestire la rotazione dei propri astronauti sulla Staziona Spaziale Internazionale e anche per questioni di immagine e prestigio questo programma è seguito con molta attenzione da tutti, non solo dagli addetti ai lavori. Allo stato attuale delle cose il lancio del volo finale dell’attuale contratto di NASA con i partner russi è fissato per luglio e, considerando la durata semestrale delle normali missioni sulla ISS, la data prevista di entrata in servizio del programma commerciale umano per i voli di rotazione dell’equipaggio fissata per la fine dell’anno diventa qualcosa di più che una speranza, quasi una necessità. Si vocifera comunque di un possibile acquisto di ulteriori voli sul mezzo russo per avere un backup in caso di problemi.
Il programma commerciale umano ha sofferto molti ritardi dovuti a problemi tecnici e tagli ai fondi da parte del Congresso, ma i dirigenti di NASA credono che ora le nuove capsule siano quasi pronte per i loro voli di collaudo iniziali. SpaceX è la prima in lizza con la sua Crew Dragon il cui lancio è appunto fissato per il 2 marzo dallo storico sito 39A del Kennedy Space Center, circa 2 settimane in ritardo rispetto a quanto pianificato nel precedente programma di lavoro anche se l’azienda ha già effettuato lo static fire (accensione di test dei motori del razzo) il 24 gennaio. La capsula non avrà equipaggio “umano” a bordo ma uno dei seggiolini sarà occupato da un manichino zeppo di sensori per le ovvie rilevazioni naturali in una missione di test, si chiamerà Ripley come ci tiene a farci sapere Elon Musk.
Il programma di collaudo in orbita prevede che dopo il lancio verrà eseguito un aggancio automatico con la stazione spaziale il giorno seguente. Aggancio automatico che ha suscitato una certa apprensione visto che i partner russi del programma ISS hanno sollevato alcuni dubbi sulla sicurezza delle procedure di avvicinamento alla stazione, non sufficientemente coperte da ridondanza: secondo Roscomos il sistema di navigazione deputato all’avvicinamento e attracco della Dragon Crew non ha sufficienti sistemi di backup nel caso qualcosa non funzioni a dovere. Tutti i dubbi sono stati dissipati con gli ultimi chiarimenti da parte di NASA che ha illustrato ai partner tutti gli accorgimenti previsti e che, probabilmente a causa anche dei problemi di bilancio statale, non erano stati comunicati in dettaglio precedentemente.
Rispetto alla sua controparte cargo da cui deriva con le opportune riprogettazioni, Crew Dragon effettuerà un vero e proprio attracco (docking) in maniera totalmente automatico e non un aggancio dopo essere stata catturata dal braccio robotico della ISS (berthing in gergo astronautico). L’attracco avverrà in uno dei portelli frontali della stazione che è stato appositamente predisposto con i meccanismi di aggancio standard comuni con la controparte Boeing.
Dopo 5 giorni in cui continueranno i test pianificati mentre è attraccata alla stazione, la capsula si staccherà sempre in maniera autonoma e automatica per rientrare in atmosfera e ammarare a est di Cape Canaveral nell’Oceano Atlantico dove verrà recuperata da un’apposita squadra e trasportata sulla terra ferma dove subirà un dettagliato esame post volo come di routine per i voli di collaudo. I suoi compiti però non termineranno perché questo specifico esemplare verrà preparato dalla ditta californiana per un altro collaudo nel mese di giugno: un test di abort in volo. Servirà a verificare l’efficacia dei razzi di cui è equipaggiata la capsula nel portarla a distanza di sicurezza in caso di anomalie al vettore di lancio. Questi razzi devono poter essere usati in un qualsiasi momento della campagna di lancio appena degli esseri umani entrano in essa e SpaceX ha già dimostrato l’efficacia in caso di attivazione sul sito di lancio con un test apposito (Pad Abort Test) effettuato il 6 maggio 2015.
Se questa missione andrà per il verso giusto e non sorgeranno altri problemi rilevanti nel corso dei successivi passi di sviluppo, NASA e l’azienda di Musk contano di effettuare il primo volo con equipaggio e conseguente attracco alla ISS per metà giugno ma alcune fonti, anche considerando il test di abort in volo previsto per lo stesso mese, ipotizzano già uno slittamento a luglio. L’equipaggio sarà comunque composto da 2 astronauti NASA (Robert Behnken e Douglas Hurley) che rimarranno sulla stazione per 2 settimane prima di rientrare con un ammaraggio nell’Oceano Atlantico.
La rivale Boeing
L’altra azienda che si è aggiudicata un contratto di fornitura di servizi di trasporto equipaggi verso la ISS è la Boeing con la sua capsula CST-100 Starliner. Il programma si trova bene o male nelle stesse fasi di sviluppo e il medesimo collaudo senza equipaggio a bordo è previsto per aprile per mezzo di un vettore Atlas V della United Launch Alliance (di cui fa parte la stessa Boeing) che partirà dal sito di lancio 41 della Cape Canaveral Air Force Station.
Anche in questo caso la capsula effettuerà un attracco in totale autonomia nel medesimo boccaporto e si staccherà dopo aver effettuato tutti i test necessari nell’arco di alcuni giorni. Diversamente dalla controparte di SpaceX, la Starliner arriverà direttamente sulla terra ferma nell’ovest degli Stati Uniti mediante un sistema di paracadute e airbag per attutire l’atterraggio. Anche Boeing ha una pianificazione serrata e a questo volo seguirà in breve tempo (non prima di maggio) il Pad Abort Test già eseguito dai rivali californiani che spianerà la strada al primo lancio con equipaggio pianificato per il mese di agosto. In questo caso però l’equipaggio sarà composto da 3 astronauti, i due astronauti NASA (Mike Fincke e Nicole Mann) saranno accompagnati da Chris Ferguson, un ex comandante shuttle e ora astronauta in forza alla compagnia privata.
A proposito di questi collaudi senza equipaggio Kathy Lueders, il direttore del Commercial Crew Program ha rimarcato la loro importanza dichiarando:
“I voli di collaudo senza equipaggio sono delle grandi prove generali non solo per le attrezzature, ma anche per le squadre di lavoro per prepararsi ed essere pronti ai collaudi con equipaggio. NASA ha lavorato a lungo insieme a SpaceX e Boeing per essere sicuri di essere pronti per eseguire questi voli di collaudo e pronti ad acquisire informazioni importanti che ci aiuteranno in futuro a far volare i nostri equipaggi in modo sicuro. Noi impariamo continuamente dai collaudi.”
Se tutto andrà per il meglio, NASA potrà essere felice e avere finalmente voli operativi di rotazione dell’equipaggio ben prima della fine dell’anno con un servizio interamente made USA dopo molti anni di attesa.
Fonte: NASA
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