“Dobbiamo fare una distinzione tra l’aiuto fornito dall’Ungheria da quello degli altri paesi occidentali” , dichiara il patriarca maronita di Antiochia, Bechara Boutros al-Rahi al quotidiano ungherese Magyar Hirlap .
Ha spiegato che l’Ungheria sta compiendo enormi sforzi per consentire ai rifugiati di tornare alle loro case. Il governo ungherese ha contribuito a ricostruire case in Siria, chiese in Libano e in Iraq. Il patriarca ha sottolineato di essere grato anche ad altri paesi occidentali per l’aiuto ai rifugiati, ma a lungo termine non stanno aiutando la regione. Ha detto che la guerra ha demolito le loro case, ma se la gente non tornerà in patria distruggerà la loro cultura e la loro storia.
Il patriarca Bechara Boutros al-Rahi ha sottolineato che i paesi occidentali dovrebbero prima aiutare le persone a tornare alle loro case e poi a lavorare sulla soluzione politica. Ha chiesto ai leader ungheresi di alzare la voce nell’Unione europea, di fare pressioni sulla comunità internazionale per porre fine alla guerra in Siria. Bechara Boutros al-Rahi ha sottolineato che “i paesi occidentali che hanno incoraggiato la guerra dovrebbero ora incoraggiare la pace”.
(quotidiano ungherese Magyar Hirlap – ago 2018)
L’Ungheria sostiene costantemente i cristiani di Siria e la sua popolazione:
E’ un impegno a tutto campo quello dell’Ungheria per i cristiani del Medio Oriente e per le popolazioni che in quella parte di mondo soffrono per la mancanza del necessario con un nome preciso: Hungary Helps. Siria, Egitto, Etiopia e Giordania sono i paesi dove l’Ungheria ha operato.
In Siria grazie al programma “Ospedali Aperti” con un contributo di un milione e mezzo di euro l’Ungheria ha sostenuto un programma, ideato dal Cardinale Mario Zenari, nunzio apostolico a Damasco e gestito dalla Fondazione AVSI che mira a sostenere l’operatività dell’Ospedale San Luigi di Aleppo, dell’Ospedale Francese di Damasco e dell’Ospedale Italiano di Damasco.
Il programma “Ospedali Aperti” è operativo dal 2017 ed ha assicurato, fino al settembre 2018, cure gratuite a 11.000 siriani e punta a curarne 45.000 entro i prossimi due anni. Il contributo ungherese, approvato dal Governo ungherese nell’ambito del piano di aiuto ai cristiani perseguitati “Hungary Helps”, contribuirà a finanziare le cure di circa 4.500 pazienti nell’arco di un anno.
La decisione ungherese è stata comunicata dal Ministro degli Affari Esteri e del Commercio Péter Szijjártó a Mons. Paul Richard Gallagher, Segretario per i Rapporti con gli Stati, nel corso di un incontro bilaterale al margine della riunione ministeriale della OSCE a Milano. All’inizio dello scorso ottobre il Segretario di Stato ungherese per l’Aiuto ai Cristiani Perseguitati, Tristan Azbej ha avuto delle consultazioni a Roma con il Segretario Generale della Fonazione AVSI, Giampaolo Silvestri.
Il Segretario di Stato ungherese per l’Aiuto ai Cristiani Perseguitati Sig. Tristan Azbej ha compiuto una missione ufficiale in Egitto e in Etiopia nei primi giorni di dicembre.
In Egitto ha, in particolare, incontrato i familiari delle vittime dell’attentato di El Minya del novembre scorso, ai quali ha consegnato degli aiuti raccolti da privati cittadini ungheresi (anche dalla città di Beregszász/Beregovo, nella Transcarpazia ucraina) e integrati dal Governo ungherese. Azbej ha voluto sottolineare che tale gesto non potrà certo ridare loro i propri cari che sono stati uccisi, ma reca un messaggio di solidarietà: vi è in Europa un popolo che pensa alla loro sorte. “Mi hanno risposto che ciò significava molto per loro – scrive il Segretario di Stato sulla propria pagina Facebook – e alla fine dell’incontro abbiamo pregato tutti insieme per le vittime.”
In Etiopia il Segretario di Stato è stato ricevuto dal Cardinale Berhaneyesus Souraphiel, presidente della locale Conferenza Episcopale, il quale ha espresso apprezzamento per le borse di studio ungheresi messe a disposizione dei giovani dell’Etiopia. Hanno, inoltre, discusso di possibili future collaborazioni per assicurare ai giovani una vita dignitosa in patria.
Infine l’Ambasciatore d’Ungheria in Giordania, Csaba Czibere, il 22 novembre scorso ha consegnato il nuovo impianto di riscaldamento ad una scuola elementare parrocchiale nel distretto di Marka della capitale giordana, Amman.All’evento erano presenti il vicario patriarcale per la Giordania, William Shomali e i rappresentanti dei media.
Monsignor Shomali e P. Khalil Jaar parroco locale hanno ringraziato per l’aiuto e l’assistenza offerti dall’Ungheria per i cristiani del Medio-Oriente; tali aiuti hanno un grande valore, soprattutto in un contesto in cui gli aiuti internazionali segnano una diminuzione.
La modernizzazione dell’impianto di riscaldamento, del valore di 40 mila euro, è stata finanziata interamente dal programma Hungary Helps del Governo ungherese. L’istituto ospita 800 bambini, tra cristiani e musulmani, oltre a rifugiati siriani e iracheni.
Da ACI Stampa (dic 2018)