I Paesi Bassi in questo momento non solo stanno facendo una brutta figura con l’Italia per via della Sea Watch 3 che agirebbe come associazione umanitaria traghettando clandestini dall’Africa nel nostro paese ma ha fatto di molto peggio: ha segretamente alimentato la guerra in Siria supportando gruppi terroristici salafiti contro il governo laico Baath di Assad. Questi militanti sono attualmente guidati da Tharir al Sham, ovvero da al Qaeda in Siria e si propongono di realizzare in Siria un Califfato islamico dove l’unica legge è la Sharia, alla pari dell’Arabia Saudita.
Dal 2015 il governo olandese ha portato avanti una operazione segreta tramite la quale i terroristi del gruppo Jabhat al-Shamiya, Levant Front, Brigade 51, Mujahedi Horan, Sultan Murad Brigade e Free Idlib Army ( per un totale di 22 unità combattenti) ricevevano gratuitamente automobili, computer, apparecchiature per la visione notturna e munizioni.
In particolare la formazione di Jabhat al-Shamiya è stata classificata dal tribunale olandese di Rotterdam come “salafita e jihadista”, che “si sforza per l’istituzione di un califfato” e “non può essere classificata altrimenti” se non una “organizzazione criminale terrorista”. (Dutchnews). Tuttavia la caratteristica di essere un gruppo terroristico salafita non è solo prerogativa del gruppo Jabhat al-Shamiya , anche Levant Front è un gruppo definito salafita intransigente da Wikipedia, come del resto lo sono – con varie gradazioni di nero – tutti i gruppi elencati che hanno usufruito degli aiuti olandesi.
La vicenda è venuta a galla grazie ad uno studio di due giornali olandesi – il Nieuwsuur ed il quotidiano cristiano Trouw , che hanno chiarito – sfruttando il rilascio per errore da parte del ministero degli eseri olandese di 2000 pagine di documenti connessi – cosa si nascondeva dietro i fondi stanziati dal governo a favore per le finte missioni umanitarie a favore della cosiddetta ‘opposizione moderata’ (qui i risultati dell’inchiesta con annesso materiale video e fotografico).
Nel corso degli anni, i Paesi Bassi hanno stanziato 29 milioni di dollari (25 milioni di euro) per il cosiddetto programma di assistenza non letale (NLA), 14,5 milioni di dollari (12,5 milioni di euro) sono stati donati ai cosiddetti ”elmetti bianchi” e 17,1 milioni di dollari ( 14,8 milioni di euro) sono stati stati destinati al programma Access to Justice and Community Service (AJACS). L’AJACS era stato progettato originariamente per supportare il lavoro di una ipotetica “polizia della comunità” nelle zone occupate dai terroristi.
Il supporto per i militanti doveva finire nel 2018 , dopo che era venuto alla luce. Ma sembra che il finanziamento ai White Helmets nella provincia di Idlib, sia proseguito almeno fino alla fine dello scorso anno.
La procuratrice Onu per la Siria Carla Del Ponte si è detta ‘scioccata’ per il programma d’aiuti olandese.
In proposito, dice il quotidiano Trow:
La decisione dei Paesi Bassi nel 2015 di fornire supporto sorprende quindi Del Ponte. “Perché i Paesi Bassi hanno fatto questo? Dopotutto, i Paesi Bassi avrebbero potuto essere sufficienti a inviare aiuti umanitari attraverso le Nazioni Unite. “È necessaria una ricerca approfondita. Non solo l’Olanda, ma anche altri stati hanno sostenuto la guerra siriana. Con quello potrebbero essere complici nel commettere i crimini di guerra. “
Le relazioni redatte dalla commissione di Del Ponte menzionano esplicitamente anche la brigata del Sultan Murad. Questo è uno dei gruppi che la ricerca di Trouw e Nieuwsuur mostra di aver avuto aiuto dai Paesi Bassi. Secondo la ricerca di Del Ponte, questo gruppo avrebbe soppresso i residenti di Aleppo. I Paesi Bassi hanno sostenuto la brigata di Sultan Murad dal 2016 e hanno continuato il sostegno fino all’inizio del 2018. Anche dopo la pubblicazione della relazione allarmante di Del Ponte.
La vicenda è tornata alla ribalta in questi giorni e secondo alcune fonti potrebbe portare presto alle dimissioni del ministro degli esteri Stef Blok e di altri ministri olandesi. Da tempo il parlamentare cristiano-democratico olandese Pieter Omtzigt e il parlamentare del CDA Martijn van Helvert hanno chiesto al gabinetto dei ministri in numerose occasioni di spiegare il sostegno dei Paesi Bassi ai gruppi di opposizione in Siria. Sjoerd Sjoerdsma, deputato del partito progressista D66, ha definito quello di Nieuwsuur e Trouw , un “rapporto scioccante”.
patrizio ricci @vietatoparlare
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