Viganò: Tra gli scandali vaticani, Papa Francesco ha inferto i ‘colpi più devastanti’ al Papato e alla Chiesa
“L’operazione cui assistiamo da sette terribili anni è chiaramente finalizzata alla distruzione dell’istituzione cattolica, attraverso la perdita di credibilità, disaffezione e disgusto per le azioni e il comportamento indegno dei suoi membri”
2 ottobre 2020 ( LifeSiteNews ) – Mons. Viganò ha pubblicato oggi un comunicato in Italia sull’attuale crisi in Vaticano nei confronti del cardinale Angelo Becciu e del suo improvviso licenziamento. In esso, sostiene che non è un caso che tali scandali avvengano sotto questo pontificato in corso, ma, piuttosto, che questo fa parte del sistema. Il Papa si circonda, secondo l’arcivescovo italiano, “di personaggi compromessi” e gli scandali successivi mirano alla “distruzione dell’istituzione cattolica”, la Chiesa.
Nel nuovo intervento dell’arcivescovo Carlo Maria Viganò (vedi testo completo sotto), pubblicato oggi dal quotidiano italiano La Verità , il prelato traccia un parallelo tra la Rivoluzione francese e la situazione odierna nella Chiesa. Scrive che “credo, invece, che dietro questo gocciolio di scandali che coinvolgono personalità di spicco della Gerarchia e della Curia romana ci sia la deliberata volontà di demolire la Chiesa stessa, di screditarla davanti al mondo, di comprometterne l’autorità e la credibilità davanti fedele.” Viganò vede così un “metodo strumentale” da parte dell’attuale Papa le cui azioni aumentano la perdita di reputazione della Chiesa cattolica.
Qui, Viganò indica i preparativi per la Rivoluzione francese dove Massonica e altre sette miravano a corrompere prima il carattere e la vita morale della nobiltà francese in modo da aumentare l’indignazione della popolazione francese contro la loro classe dirigente, proprio come sta ora prendendo posto nella Chiesa cattolica.
Scrive che questo “modus operandi [di sminuire la gerarchia] non è nuovo. È stato adottato – con minore impatto mediatico ma sempre con gli stessi scopi – alla vigilia della Rivoluzione francese. Rendere odiosa l’aristocrazia; corrompere la nobiltà con vizi sconosciuti al popolo; sradicare il senso di responsabilità morale nei confronti dei soggetti; provocare scandali e fomentare ingiustizie verso i più deboli e i più poveri; asservire la classe dirigente agli interessi di sette e logge: questa era la premessa, creata ad arte dalla Massoneria, per suscitare il discredito della Monarchia e legittimare le rivolte delle masse, preparate da pochi sediziosi al soldo delle Logge. ”
Qui, possiamo vedere chiaramente un parallelo con l’attuale gerarchia ecclesiale che è afflitta da accuse di insabbiamento di abusi sessuali e corruzione finanziaria. L’Arcivescovo Viganò propone che la via d’uscita da questa corruzione sia “riconoscere la deviazione dalla retta via, ripercorrere la strada intrapresa e prendere la strada che Nostro Signore ha segnato con il suo Sangue.
Il prelato mette in guardia anche quei cattolici conservatori e moderati che sperano di preservare la Chiesa postconciliare così com’è e si limitano a sperare in un papa migliore.
“Che i moderati pensino attentamente”, scrive Viganò, “che un prossimo Papa solo leggermente meno progressista di Bergoglio può sedare le anime e salvare il Papato e la Chiesa. Perché l’odio teologico dei nemici di Dio, una volta eliminati i buoni Pastori e allontanati i fedeli, non si fermerà davanti a chi oggi deplora l’attuale Pontificato ma ne difende la matrice conciliare: i conservatori che credono di poter prendere le distanze tanto dai modernisti quanto così come i tradizionalisti finiranno come i Girondini “.
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Dichiarazione completa dell’Arcivescovo Viganò:
Molto è stato scritto in questi giorni sull’ennesimo scandalo vaticano, questa volta che ha coinvolto il cardinale Becciu, Prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi. Di fronte ad accuse ancora da provare, la risposta di Jorge Mario Bergoglio sembrava dettata più dalla rabbia che dall’amore per la verità, più da un delirio di onnipotenza che dalla volontà di giustizia – comunque da un grave abuso dispotico di autorità. .
Da questo punto di vista, possiamo ora ritenere che la privazione della Sacra Viola e la riduzione allo stato laicale siano diventate esecuzioni sommarie, con un fortissimo impatto mediatico a favore dell’immagine di chi le infligge, al di là della vera morale. e responsabilità criminali dei condannati. Il signor McCarrick, accusato di crimini gravissimi, è stato direttamente condannato dal Papa, senza che i documenti processuali e le testimonianze che lo riguardano siano stati resi pubblici. Con questo stratagemma Bergoglio ha voluto dare un’immagine di sé che però contrasta con la realtà dei fatti, poiché la sua dichiarata volontà di “ripulire” il Vaticano non corrisponde al fatto di essersi circondato di personaggi largamente compromessi – a iniziare precisamente da McCarrick – dando loro incarichi ufficiali, poi cacciarli fuori non appena i loro scandali furono scoperti. E su tutti loro, come sa bene chi lavora in Curia, pesavano già seri sospetti, se non addirittura prove dettagliate di colpa.
A conferma di questo metodo strumentale, anzi dell’astuzia dell’azione moralizzatrice bergogliana, ci sono i casi di persone rette e del tutto innocenti, a cui non è stata risparmiata l’infamia del discredito, della denuncia mediatica, della gogna giudiziaria: pensiamo solo alla caso del cardinale Pell, abbandonato a se stesso in un processo fittizio organizzato da un tribunale australiano, e per il quale la Santa Sede si è astenuta da ogni intervento che sarebbe stato suo dovere. In altri casi, come quello di Zanchetta, Bergoglio si è speso in una difesa a tutto campo del suo protetto, arrivando addirittura ad accusare le vittime del Prelato di falsa testimonianza, e promuovendolo a una posizione di alta responsabilità in APSA che è stato creato appositamente per lui. E oggi Galantino e Zanchetta sono di fattoamministratori dell’intero patrimonio della Santa Sede e ora anche del portafoglio della Segreteria di Stato. E che dire di personaggi impresentabili come Bertone e Maradiaga, Peña Parra e Paglia? Scandali viventi …
Gli uccelli di una piuma stanno insieme.
Lasciamo dunque da parte gli innocenti e i colpevoli, accomunati dal linciaggio ad arte indotto da chi voleva sbarazzarsene o perché si erano mostrati poco propensi al compromesso, o perché il loro zelo per la causa di Santa Marta li aveva guidati a un pericoloso agio in una certezza di impunità. Persone di specchiata onestà e di grande fede come Ettore Gotti Tedeschi o il cardinale Pell, senza dimenticare Eugenio Hasler ei semplici esecutori di Becciu in Segreteria di Stato, sono stati trattati peggio di un molestatore seriale come Theodore McCarrick o di un (presunto) manipolatore come Becciu . È da credere che il fastidio di avere collaboratori onesti e incorruttibili portò alla loro espulsione, così come il ricatto di collaboratori immorali e disonesti era considerato una sorta di garanzia della loro lealtà e del loro silenzio. Il tempo ha dimostrato che gli uomini onesti hanno subito un’ingiustizia con dignità senza screditare il Vaticano o la persona del Papa; è da credere che dall’altra parte i corrotti e i viziosi ricorrono a loro volta al ricatto contro i loro accusatori, come hanno sempre fatto i cortigiani senza onore.
In questo recente evento, il tema costante che si può vedere è l’atteggiamento di Santa Marta, paragonato in molti ambienti a quello di una giunta sudamericana. Credo, invece, che dietro questo gocciolio di scandali che coinvolgono personalità di spicco della Gerarchia e della Curia romana ci sia la volontà deliberata di demolire la Chiesa stessa, di screditarla davanti al mondo, di compromettere la sua autorità e credibilità davanti ai fedeli. L’operazione cui assistiamo da sette terribili anni è chiaramente finalizzata alla distruzione dell’istituzione cattolica, attraverso la perdita di credibilità, disaffezione e disgusto per le azioni e comportamenti indegni dei suoi membri; un’operazione iniziata con gli scandali sessuali già sotto i precedenti pontificati, ma che questa volta è da vedere come protagonista,
La “demitizzazione del papato” auspicata dai progressisti consiste essenzialmente nel suo ridicolo, nella sua profanazione, cioè nel renderlo profano, non sacro. Ed è inaudito e molto grave che questa operazione sovversiva sia condotta da coloro che detengono quel papato e ne indossano le vesti, anche se goffamente. Allo stesso modo, la profanazione della Chiesa viene eseguita con un metodo scientifico dagli stessi capi della Gerarchia, che si fanno antipatici dal popolo di Dio e sono compatiti dal mondo, sotto lo sguardo compiaciuto dei media mainstream.
Questo modus operandi non è nuovo. È stato adottato – con minore impatto mediatico ma sempre con gli stessi scopi – alla vigilia della Rivoluzione francese. Rendere odiosa l’aristocrazia; corrompere la nobiltà con vizi sconosciuti al popolo; sradicare il senso di responsabilità morale nei confronti dei soggetti; provocare scandali e fomentare ingiustizie verso i più deboli e i più poveri; asservire la classe dirigente agli interessi di sette e logge: questa era la premessa, creata ad arte dalla Massoneria, per suscitare il discredito della Monarchia e legittimare le rivolte delle masse, preparate da pochi sediziosi al soldo delle Logge. E se i nobili non cadessero nella trappola del vizio e della corruzione, i cospiratori potrebbero accusarli della malvagità degli altri e condannarli al patibolo sotto la pressione dell’odio coltivato tra i ribelli, tra i criminali, tra i nemici del Re e di Dio. Una folla di famigerati che non aveva niente da perdere e tutto da guadagnare.
Oggi, dopo più di due secoli di tirannia del pensiero rivoluzionario, la Chiesa è vittima dello stesso sistema adottato contro la monarchia. L’aristocrazia della Chiesa è corrotta quanto e forse più dei nobili francesi e non capisce che questo vulnusalla sua reputazione e autorità è la premessa necessaria per la ghigliottina, il massacro, la furia dei ribelli. E anche al Terrore. Che i moderati pensino attentamente che un prossimo Papa solo leggermente meno progressista di Bergoglio può sedare le anime e salvare il Papato e la Chiesa. Perché l’odio teologico dei nemici di Dio, una volta eliminati i buoni Pastori e allontanati i fedeli, non si fermerà davanti a chi oggi deplora l’attuale Pontificato ma ne difende la matrice conciliare: i conservatori che credono di poter prendere le distanze tanto dai modernisti quanto così come i tradizionalisti finiranno come i Girondini.
“ Mundamini, qui fertis vasa Domini ” dice la Sapienza (Is 52,11 ). L’unico modo per uscire dalla crisi della Chiesa, che è crisi di Fede e di Morale, è riconoscere la deviazione dalla retta via, ripercorrere la strada intrapresa e prendere la strada che Nostro Signore ha segnato con il suo Sangue: la via del Calvario, della Croce, della Passione. Quando i pastori non avranno l’ odore delle pecorema piuttosto il dolce profumo del Crisma con cui sono state rese simili all’Alto ed Eterno Sacerdote, saranno nuovamente conformate al modello divino di Cristo, e con Lui sapranno sacrificarsi per la gloria di Dio e la salvezza delle anime. Né il divino Pastore farà mancare loro la sua grazia. Finché vogliono compiacere il mondo, il mondo li ricompenserà con i suoi inganni, le sue bugie, i suoi vizi più abietti. La scelta, in fondo, è sempre radicale: gloria eterna con Cristo o dannazione eterna lontana da Lui.
+ Carlo Maria Viganò