Il nunzio apostolico in Siria, card. Mario Zenari in un articolo su Agensir annuncia un aiuto di papa Francesco alle diocesi siriane:
[su_quote cite=”Agensir” url=”https://www.agensir.it/quotidiano/2020/12/4/siria-da-papa-francesco-60mila-euro-alle-diocesi-siriane-card-zenari-nunzio-un-gesto-di-carita-nei-riguardi-dellamata-e-martoriata-siria-il-saluto-al-card-bassetti/”]“Papa Francesco ha donato circa 60mila euro a ciascuna delle diocesi siriane per aiutare chi è più nel bisogno. La metà è prevista per questo mese di dicembre, la restante a marzo 2021. È un gesto di carità nei riguardi dell’amata e martoriata Siria. Per quanto riguarda la distribuzione, come e a chi, è lasciato a chi di dovere sul posto”, ha assicurato il cardinale Zenari [/su_quote] Mons Zenari si riferisce alla R.O.A.C.O., Riunione delle Opere di Aiuto per le Chiese Orientali e altre agenzie, che provvederanno alla distribuzione degli aiuti.
Questa indubbiamente è una bella notizia, anche se è una goccia nel mare di bisogni del popolo siriano. Però per chi conosce le interviste di Zenari non poteva mancare la parte ‘enigmatica’… Memorabile fu quella volta che – nella Damasco bersagliata dagli ordigni dei militanti anti-governativi – cadde l’ennesimo razzo dei ribelli jiahdisti proveniente da Ghouta, fortunatamente senza danni: il cardinale intervistato da Avvenire, riuscì stupefacentemente a non nominare l’autore di quei bombardamenti. Per minimizzare, si potrebbe dire prevalse la sua indole ‘prudente’.
Ma se la prudenza è una virtù, è inspiegabile che il giudizio – quando si tratta della controparte governativa e dei suoi alleati – non appare altrettanto mite “la responsabilità di quanto sta accadendo in Siria la porta lui [Assad], non la sua domestica”. La convinzione – anche a distanza di 10 anni dell’inizio della guerra siriana- è che essa sia stata una “primavera araba” (come dice anche Vatican news). Tuttavia, questo tipo di incertezze e opacità non descrivono la posizione dei responsabili religiosi siriani. Essi sono sempre stati chiari riguardo alla natura del conflitto, una aggressione esterna lanciata dalle principali potenze occidentali contro la Siria. Conseguentemente, è altrettanto falso che il conflitto siriano sia il terreno di scontro di varie potenze regionali e internazionali: lo è stato dal 2015 in poi con l’intervento della Russia, ma non prima.
A proposito della Russia venuta in soccorso dello stato siriano, il card. Mario Zenari ha affermato che “La soluzione della crisi [siriana] si trova all’interno del Consiglio di Sicurezza dell’Onu dove ogni tentativo di negoziare accordi è bloccato da veti incrociati. In questi anni di guerra [su_highlight background=”#fffccf”]c’è stato un Paese che ha esercitato il suo diritto di veto in Consiglio per ben 16 volte e in momenti molto cruciali”. [/su_highlight]
Naturalmente, se quei veti non ci fossero stati, alla Siria sarebbe toccata la stessa sorte riservata alla Libia dalle potenze occidentali: in quell’occasione “lo stato che ha frapposto 16 veti”, cioè la Russia, non aveva imposto alcun veto.
In altri termini, i veti della Russia ed il suo intervento, hanno impedito che la Siria fosse totalmente saccheggiata e trasformata in un Califfato. Mosca ha effettivamente sostenuto il governo siriano ma lo ha fatto contro un’aggressione internazionale che ha utilizzato combattenti provenienti da tutto il mondo (ivi compresi guerriglieri europei, ceceni e uiguri cinesi) al solo scopo di rimuovere un governo non gradito che ha sempre preservato le minoranze religiose.
A termine dell’intervista, Mons Zenari non manca di dare un suo giudizio sul futuro della Siria:
[su_quote cite=”Agensir” url=”https://www.agensir.it/quotidiano/2020/12/4/siria-da-papa-francesco-60mila-euro-alle-diocesi-siriane-card-zenari-nunzio-un-gesto-di-carita-nei-riguardi-dellamata-e-martoriata-siria-il-saluto-al-card-bassetti/”]Per quanto riguarda i colloqui inter-siriani mediati dall’Onu per la modifica alla costituzione del Paese, che si chiudono oggi a Ginevra, il card. Zenari dichiara che “poter lavorare insieme per una nuova Costituzione può essere un segnale incoraggiante, ma il cammino è molto lungo”. Riprendendo parole dell’inviato speciale dell’Onu, Geir Pedersen, il nunzio si dice consapevole che “la Costituzione da sola non potrà risolvere i problemi siriani. È certamente un passo in avanti, ma la gente soffre la fame e il freddo e questi problemi vanno risolti in fretta. C’è bisogno di aiuti internazionali che ancora non si vedono arrivare – rimarca -.[/su_quote]
Questo è vero, ma riguardo alle motivazioni per cui “gli aiuti alla Siria non arrivano” sarebbe stato auspicabile dirne le ragioni, sarebbe stato il caso accennare che “la gente soffre la fame e il freddo” per un’occupazione straniera in essere e per effetto di inique sanzioni internazionali che gravano grandemente sul popolo siriano.
Sì mons Zenari, la guerra in Siria finirà “quando deciderà il consiglio di sicurezza dell’Onu”, ma non quando la Russia non opporrà più veti, bensì quando quel paese che ha donato alle bande armate jihadiste ‘moderate’ più di 1 miliardo di dollari in aiuti militari e logistica, cambierà atteggiamento sulla Siria.
Indispensabile è la verità. Quando un conflitto non cessa non è per i veti ma per la mancanza di verità. La verità inoltre è una ottima assicurazione che certe atrocità non si ripetano.
patrizioricci by @vietatoparlare