Beirut. La principale raffineria di petrolio siriana situata nella città portuale di Banias ha ripreso le operazioni dopo una pausa di due settimane. Alla raffineria è arrivata un carico di un milione di barili di petrolio greggio proveniente dall’Iran.
Sono in fase di arrivo altre 3 petroliere iraniane per complessivi 3,5 milioni di barili di petrolio.
La Siria sta vivendo una grave crisi del carburante da più di un mese, che ha influenzato direttamente il movimento dei trasporti tra le province e all’interno delle città. La carenza di carburante ha causato molti chilometri di code alle stazioni di servizio e un aumento dei prezzi del carburante sul mercato nero. Le autorità siriane hanno risolto il problema delle molte ore di attesa dei proprietari di auto alle stazioni di servizio tramite notifiche SMS, attraverso le quali i cittadini vengono avvisati quando e dove possono fare rifornimento.
Nel 2020 gli Stati Uniti hanno ampliato le sanzioni contro la Siria, compreso il rafforzamento del blocco economico con la ‘legge Caesar’ entrata in vigore a giugno, in base alla quale non solo le organizzazioni siriane ma anche altri paesi che interagiscono con la Repubblica Siriana sono soggetti a sanzioni.
Tale pressione ha indebolito notevolmente la valuta nazionale nei confronti del dollaro, causando una carenza di un certo numero di prodotti farmaceutici nel mercato interno e provocando un aumento i prezzi di molti alimenti essenziali. Le autorità siriane hanno ripetutamente fatto appello alla comunità internazionale chiedendo di condannare le sanzioni unilaterali e di adottare misure per revocarle, poiché tali azioni in primo luogo portano il popolo siriano alla fame e alla povertà e violano i diritti umani fondamentali.
fonti: Angi e varie