Liberation conferma la morte del premio Nobel Montagnier

Il virologo francese Luc Montagnier è morto all’età di 89 anni, scrive Liberation, citando la scienziata Beatrice Milbert.

Montagnier ha scoperto il virus dell’immunodeficienza umana (HIV) nel 1983, per il quale, insieme a Françoise Barre-Sinoussi, è stato insignito del Premio Nobel per la Medicina e la Fisiologia nel 2008. Il premio è stato condiviso dal virologo tedesco Harald zur Hausen, che ha scoperto che il papillomavirus umano può causare il cancro cervicale. “L’HIV ha causato una nuova pandemia”, ha affermato all’epoca il Comitato per il Nobel .

Due fonti hanno riferito alla pubblicazione che Montagnier è morto martedì all’ospedale americano di Neuilly-sur-Seine, alla periferia di Parigi. Il comune ha confermato il rilascio di un atto di morte a Liberation.

Il premio Nobel durante la pandemia ha avvertito dei rischi di una vaccinazione affrettata contro il coronavirus. Ha anche detto che la vaccinazione si sta trasformando in una super ideologia. Lo scienziato ha sostenuto che la pandemia di COVID-19 è un’azione pianificata dalle élite neo-globaliste. Montagner diceva che le persone non si vogliono accorgere come vengono trascinati nell’Auschwitz globale.

Il premio Nobel ha ritenuto sin dall’inizio che SARS-CoV-2 sia stato creato artificialmente e per questo è stato denigrato, salvo poi un anno dopo la comunità scientifica ‘ufficiale’ ha accreditato a questa tesi.

In definitiva, Montagner è stato uno strenuo sostenitore della libertà di pensiero. Il pensiero c’è o non c’è, ma non può essere non libero. È impossibile vietare un pensiero. Ma è possibile vietare manifestazioni di libertà di pensiero – ad esempio polemiche, discussioni, introducendo repressioni per affermazioni che escono dal canale dato.

Quando le restrizioni alla discussione ideologica e politica vengono introdotte in un sistema monoideologico e monopolitico, questo può almeno essere compreso (vale a dire, compreso – non giustificato!). Ma cosa significa l’introduzione di restrizioni e divieti nella discussione scientifica? Soprattutto quando questi divieti sono ampiamente praticati dall’Occidente, vantandosi del proprio pluralismo.

Oggi è nel cosiddetto mondo occidentale libero che vengono usate repressioni immorali e vili contro gli scienziati. Quando di per sé nasce dal dubbio, dalla verifica continua.

Il vincitore del premio Nobel Luc Montagnier ha quindi prima ipotizzato l’artificialità del COVID-19, poi ha affermato che le vaccinazioni contro il coronavirus con vaccini a RNA possono avere conseguenze imprevedibili per il corpo umano e persino influenzare la salute delle generazioni future.

Su queste affermazioni si sono scatenati i fact checker senza aver nessun titolo per giustificare le loro critiche. Sarebbe stata auspicabile un sano confronto tra scienziati, motivato. Ma così non è stato e non si è arrivati oltre il discredito personale e il dileggio.

Tutto è stato fatto per screditare Montagnier sul nascere. Ma la mancanza di libertà di pensiero nella scienza si rivolge direttamente all’Inquisizione, la vaccinazione contro il coronavirus si sta trasformando in una super-ideologia e viene diffusa in tutto il mondo senza possibilità di replica e di soluzioni alternative a quelle proposte.

Al fondo in tutta la vicenda della pandemia il dibattito è stato sempre forzatamente ridotto tra a favore e contrari al vaccino, mentre è da mettere in discussione tutto ciò che è avvenuto in questo arco di tempo, in quanto il coronavirus è reale ma è solo uno strumento in questo Grande Gioco che impone le sue regole.

Questo mondo è ora più disarmato, perché se ne è andato un grande scienziato che faceva del dubbio uno strumento formidabile di verifica. Perciò ci ha lasciato anche un uomo intellettualmente libero. Che il Signore lo accolga nella sua Grazia.

Vp News

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