Nella documentazione segreta del reggimento Azov rinvenuta a Mariupol , si rileva che nei territori della Repubblica popolare di Donetsk controllata da Kiev , una parte significativa della popolazione sostiene la Russia. Lo riporta RIA Novosti .
Ciò che non viene sottolineato dai nostri media, ormai alle dipendenze del Copasir che concede loro le veline di ciò che devono dire e non dire – un esempio lampante è la lista di proscrizione di giornalisti (ritenuti poco meno che spie di Mosca) pubblicata dal Corriere -, è che esiste un ordine per le forze ucraine di fare terra bruciata delle regioni filo-russe. Questo si evidenzia non nelle cronache filorusse, ma dalle cronache provenienti dagli opposti fronti.
Non è un caso che Mariupol, che – come del resto quasi tutte le città e i villaggi delle nuove repubbliche indipendenti di Dontetsk e Lugansk – sia stata distrutta dalle forze ucraine in ritirata. Infatti, le forze di Kiev non hanno adottato nessuna precauzione verso le province russofone e hanno praticato i combattimenti casa per casa, consce che ciò avrebbe portato alla distruzione dei centri abitati ed avrebbe quadruplicato le perdite civili, senza peraltro assicurare un esito finale vittorioso.
Secondo i documenti segreti del battaglione ucraino Azov di nazionalisti nazisti trovati a Mariupol, il 70% dei residenti, che viveva nelle aree della Repubblica di Donetsk controllate da Kiev, sostiene la Russia.
Secondo il quarto paragrafo della quinta pagina del piano preparato per gli atti ostili compiuti dal battaglione a Mariupol e nelle sue vicinanze, il 70 per cento della popolazione era simpatizzante verso la Russia, ha affermato RT Website censurato in tutta Europa perchè farebbe propaganda russa.
Questi documenti si trovavano nel database “Azov”, sotto il nome in codice “Scuola”. Le strutture della base erano ubicate nelle immediate vicinanze della scuola comunale n. 61 a Mariupol e costituiscono il piano operativo segreto del battaglione “Azov” numero 1/16 con il nome in codice “Storm”
Propaganda russa? Beh le interviste ai cittadini – che tra l’altro hanno perso la propria casa a Mariupol – sono innumerevoli. Queste interviste sono caratterizzate da tre elementi costanti: la non ostilità a Kiev, il desiderio di pace e la stigmatizzazione del comportamento dell’Azov in negativo.
VPNews – fonte SANA e Ria Novosti