Non è obbligatorio credere a tutto ciò che dice Zelensky

 Che Zelensky faccia propaganda di guerra è del tutto legittimo, ma lo faccia in maniera migliore, così è addirittura offensiva per l’altrui intelligenza.

Zelensky ormai è senza freno e sembra possa permettersi ogni cosa, mentre la cosiddetta “comunità internazionale” è del tutto supina alle sue menzogne e al suo protagonismo.

Ad esempio, è notizia di oggi che “il presidente ucraino Volodymyr Zelensky domenica ha condannato il “silenzio codardo del popolo russo” mentre il bilancio per l’attacco missilistico di qualche giorno fa  un palazzone nella città orientale di Dnipro è salito a 30 persone. Zelensky ha notato nel suo discorso serale che l’Ucraina ha ricevuto molti messaggi di cordoglio da tutto il mondo in seguito all’attacco di sabato. (…)” (newsinfo)

Questo accade quando il suo consigliere Arestovich poco prima aveva dichiarato che la tragedia del crollo del palazzo a Dnipro è avvenuta per l’intercettamento di un missile russo ad opera della contraerea ucraina la quale ha deviato la sua traiettoria iniziale (vedi qui: https://thepressunited.com ): questa è la dinamica che ha generato il massacro. In tutti i modi – ha aggiunto Arestovich – la responsabilità è comunque della Russia che è il paese aggressore.

L’evento è una vera tragedia ma la dinamica è del tutto chiara. Oltre alla dichiarazione di  Arestovich, esiste un video che mostra chiaramente il lavoro della difesa aerea ucraina con un punto di fuoco proprio di fronte agli edifici di 9 piani (vedi anche qui: https://qactus-fr).

Quindi è oltremodo disonesto cavalcare episodi, che ancorché dolorosi, sono parte di una guerra che la stessa amministrazione ucraina e la NATO fanno di tutto per prolungare, rifiutando anche solo l’ipotesi di un negoziato che affronti le reciproche ragioni.

Allo stesso modo, è davvero singolare che a chiamare ‘codardo’ il popolo russo, sia proprio il presidente ucraino che è un campione di menzogne. Infatti, egli stesso ha una responsabilità enorme verso il proprio popolo. Dovrebbe ricordare – anche se tutti i media occidentali sembrano soffrire di amnesia collettiva -, che in un primo tempo aveva promesso la pace in Donbass (ottenendo soprattutto per questo, un esito elettorale favorevole), ma una volta eletto ha rinnegato le sue promesse elettorali, rivelando una chiusura al dialogo, superiore a quella del suo predecessore Poroshenko.
Inoltre, prima di dire ‘codardo’ al popolo russo (sicuro che nessuno in occidente si azzarda a contraddirlo), dovrebbe ricordare la lunga sequela di vittime civili che ogni giorno l’esercito ucraino infligge alla città di Donetsk (qui gli esiti di un bombardamento avvenuto proprio oggi con gli Himars della NATO su un supermercato nel distretto Kalininsky di Donetsk). Questa città, nonostante i nostri media siano “costantemente voltati dall’altra parte” non è colpita “per errore” dalle forze ucraine (i proiettili Himars sono guidati da Gps della NATO), ma come parte di una campagna di terrore che mira i centri residenziali per punire una popolazione che, evidentemente, dopo migliaia di morti, non vuole più appartenere alla nazione ucraina.

Non si tratta qui di essere di parte, ma è del tutto evidente che se la Federazione Russa avesse improntato la sua “invasione” sulla falsariga degli attacchi occidentali, ovvero nello stile Shock and Awe (trad. “colpisci e terrorizza”, per intenderci: la tattica militare statunitense basata sull’uso di una potenza travolgente messa in atto in Iraq), la vittoria sarebbe stata più vicina ma le conseguenze per la popolazione civile sarebbero state ancor più funeste.

La vicenda del paese invasore che dovrebbe giustificare ogni cosa non regge, tutti lo sanno ma pochi “che contano” hanno il coraggio di dirlo…

Non è neanche convincente il diktat di chiamare la Russia ‘paese invasore’ per cui ogni altro ragionamento sulle cause di questa guerra è severamente precluso. Perché allo stesso modo di come lo è stato la Russia, ‘paese invasori’ in Libia sono stati i paesi occidentali e così in una serie di guerre ‘umanitarie’. Insomma, la differenza non può essere lessicale, né si può obiettare che in fondo i paesi occidentali hanno attaccato ‘dittature’. In realtà, questo discrimine nel diritto internazionale non esiste, mentre gli stati aggrediti erano riconosciuti dall’ONU a tutti gli effetti.

Quindi al di là della legittima ricerca della verità di ogni singolo episodio bellico che coinvolge civili, strumentalizzare questi episodi è veramente odioso. Così come lo è strumentalizzare gli stessi per imprimere una svolta ancora più sanguinosa alla guerra. Nello stesso tempo, è ancor più deprecabile utilizzare tragedie umane per presentare ulteriori ragioni con il solo scopo di incentivare la propaganda per la Reductio ad Hitlerum del nemico, così che si crei un clima ancor più favorevole per rifiutare ogni ipotesi di porre fine alla carneficina attraverso la diplomazia.

Il vero disastro ed il pericolo più grande a cui stiamo assistendo, è una comunità internazionale che continua ad adottare un atteggiamento acritico e prono. È da incoscienti pensare che con la forza delle armi possa nascere un futuro di pace. Pertanto, bisognerebbe che ii nostri governanti si rendessero conto che non è obbligatorio condividere tutto ciò che parte da Zelensky. Mentre è oltremodo urgente esprimere una propria posizione originale che non ceda agli automatismi frutto di alleanze e suggeriti da terzi:
non esistono ambiti così potenti, tali da giustificare la decisione di rinunciare al Bene del proprio paese. Come è possibile che il nostro governo per la libertà chieda all’Ucraina di accettare la carneficina, mentre non è disposto a rischiare nulla per difendere la nostra libertà e il nostro benessere frutto di decenni di sacrifici, che stiamo visibilmente perdendo?

Ovviamente siamo lontani dal ritorno ad una certa obiettività ed equilibrio, se presto ci ritroveremo Zelensky anche al Festival di San Remo ad imporre a tutti gli italiani la sua visione politica. È evidente che è ormai è assodato che il popolo italiano deve essere addomesticato in tutti i modi. Questo è l’estremo brutale disprezzo per la nostra sovranità, per la nostra individualità, per la libertà di giudizio di ognuno di noi. Se ciò è ritenuto congruo dal nostro governo e dagli apparati della UE, siamo collettivamente costretti a credere a tutti i fenomeni da baraccone e le iniziative che le agenzie PR supportate dai governi promuovono, alla stregua di Greta Thunberg.

Del resto la misura della demenzialità del cammino orgogliosamente intrapreso è sotto gli occhi di tutti. Basti pensare che al sostegno per la libertà ucraina, l’ex ministro britannico Lizz Truss ha addirittura sostenuto che anche l’olocausto nucleare ha il suo senso. Non è la sola, lo stesso concetto è stato recentemente espresso dal ministro degli esteri tedesco Annalena Baerbock.  È evidente che queste posizioni non corrispondono a quelle della maggioranza dei popoli europei.

Perciò, ciò che più mi preoccupa, non è già il conflitto regionale – che noi stiamo facendo di tutto per ingrandire ed estendere -, bensì la deriva autoritaria che si sta creando nella nostra Europa e nel nostro paese, che ha perso ogni parvenza di autonomia e, soprattutto, di dignità.

VPNews

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