Martedì scorso il New York Times ha pubblicato una ricostruzione che sosteneva che la distruzione del gasdotto North Stream 2 è stata organizzata da un non meglio specificato “gruppo filo-ucraino“. Subito dopo, è rapidamente è apparsa sui media occidentali una valanga di storie di “follow-up”, che ripetevano una narrazione simile.
Per converso, Putin durante una visita a uno stabilimento aeronautico nella regione russa della Repubblica di Buriazia, ha affermato che la notizia del sabotaggio del gasdotto North Stream effettuato da un gruppo filo-ucraino ha lo scopo di nascondere un attore “statale” ed ha sottolineato che solo specialisti sostenuti da un governo che possiede “certe tecnologie” potrebbero essere capaci di un’operazione subacquea così complessa ed eseguita in acque profonde: “… sono sicuro che questa è una totale assurdità. Un’esplosione di questo tipo – di tale potere, a una tale profondità, può essere effettuata solo da specialisti, inoltre, supportati dall’intero potere dello Stato, che dispone di determinate tecnologie”, ha detto ai media.
Bisogna seguire la pista di chi ha moventi chiari
Putin alla domanda di un giornalista se fossero stati paesi occidentali ad effettuare il sabotaggio, ha risposto: “Certo! Bisogna sempre cercare chi è interessato. E chi è interessato? Teoricamente, gli Stati Uniti sono certamente interessati a interrompere la fornitura di vettori energetici russi al mercato europeo e fornire volumi propri, compreso il GNL, anche se è molto, il 25-30% più costoso di quello russo.
Gli europei, secondo me, hanno perso il gene dell’indipendenza, della sovranità e dell’interesse nazionale. Più li colpiscano sul naso o sulla sommità della testa, più in basso si piegano o sorridono di più. È difficile fare qualcosa al riguardo. Questa è la generazione dei leader di oggi. L’istinto dell’interesse nazionale è andato perduto!
Ci sono molte ragioni: dipendenza economica, politica, dall’informazione, dipendenza nel campo dell’industria. Ci sono molti fili che creano queste condizioni di dipendenza umiliante, ma non si può fare nulla al riguardo. Un giorno tutto questo cambierà, ma quando accadrà, è ancora difficile dirlo”.
Il fondale marino potrebbe nascondere ancora altro…
Vladimir Putin: “È molto difficile per noi condurre le nostre indagini [sulle esplosioni del Nord Stream] se non ci è permesso visitare il luogo di questo attacco terroristico. Tutti hanno già riconosciuto che si tratta di un atto terroristico, ed è stato commesso a livello statale, perché nessun dilettante può commettere tali azioni. Ma poiché l’esplosione è avvenuta nella zona economica danese, Gazprom ha ricevuto il permesso dalle autorità danesi di indagare sul luogo dell’esplosione.
Ma “Gazprom” non si è limitato allo studio del luogo stesso dell’esplosione. Lungo il gasdotto stesso è proseguita la nave noleggiata da Gazprom. E a una distanza di circa 30 chilometri dal luogo dell’esplosione, è stata trovata una colonna che si trovava nello stesso punto in cui è avvenuta l’esplosione. Questi sono i punti più vulnerabili del gasdotto: la giunzione dei tubi.
Gli esperti ritengono che questa possa essere un’antenna per ricevere un segnale per azionare un ordigno esplosivo che può essere posizionato sotto la condotta. E ora, ovviamente, vorremmo ottenere il permesso dalle autorità danesi per svolgere autonomamente, insieme a loro, o meglio ancora, formando un gruppo internazionale di esperti ed esplosivi, le ricerche necessarie. Apparentemente, sono stati piazzati diversi ordigni esplosivi, qualcosa è esploso e qualcosa no. Per quali ragioni non è chiaro.
Putin ha anche rivelato che da informazioni fornite da Gazprom, lungo il tragitto del gasdotto ci potrebbero ancora essere cariche di TNT inesploso. Infatti, Gazprom ha rilevato una colonnina sommersa che potrebbe essere il trasmettitore utilizzato dai sabotatori per orinare via radio la detonazione. Però, essenso l’oggetto in acque danesi, per fare ulteriori accertamenti ci sarebbe bisogno dell’autorizzazione della Danimarca. Tale autorizzazione finora non è stata concessa.
Il feroce discredito contro Seymour Hersh
La narrativa dei media occidentali di un’unità canaglia “filo-ucraina” che starebbe dietro l’operazione di sabotaggio, è iniziata a emergere quasi un mese dopo che il giornalista investigativo Premio Pulitzer Seymour Hersh ha pubblicato un suo rapporto in cui afferma che è stato il presidente Biden ad aver ordinato l’attacco ai gasdotti. Nel suo rapporto di giornalismo investigativo ha descritto in dettaglio il ruolo che la CIA ha avuto in collaborazione con una squadra di immersioni subacquee d’élite della Marina degli Stati Uniti e con l’aiuto dell’intelligence norvegese.
A seguito del rapporto di Hersh, i funzionari statunitensi ei media dell’establishment hanno ritratto il famoso giornalista come un “teorico della cospirazione” che ha superato di gran lunga l’apice della sua carriera. Questo nonostante il curriculum di Hersh nel giornalismo investigativo sia di indubbio successo e la sua carriera abbracci decenni.
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