da Oriente Cristiano – Vaticaninsider – 29 aprile 2013
Roma Le comunità cristiane presenti in Siria si ritrovano insieme a implorare la liberazione dei due vescovi di Aleppo rapiti – il metropolita siro-ortodosso Mar Gregorios Yohanna Ibrahim e quello greco-otodosso Boulos al-Yazigi – attraverso veglie di preghiera, celebrazioni liturgiche, manifestazioni e sit-in, mentre anche nel Paese martoriato dalla guerra civile per le Chiese d’Oriente sono iniziati i riti della Settimana Santa.
La Chiesa siro-ortodossa, con un messaggio diffuso dal Patriarcato con sede a Damasco, ha richiamato tutti i suoi figli a vivere il tempo forte della Pasqua “in spirito di preghiera e penitenza”, suggerendo di accantonare gli aspetti festosi che tradizionalmente accompagnavano la liturgia della domenica delle Palme, celebrata ieri, domenica 28 aprile. Nel comunicato pervenuto all’Agenzia Fides, il Patriarcato siro- ortodosso ha anche confermato con espressioni rammaricate che, visto il momento di tristezza e di apprensione condiviso da tutti, quest’anno verranno meno o assumeranno forme dimesse anche i tradizionali ricevimenti con cui vescovi e sacerdoti accolgono le visite di cortesia rese loro dai rappresentanti islamici, in occasione delle festività cristiane.
I capi delle Chiese cristiane presenti a Damasco hanno convocato una veglia di preghiera tenutasi la sera di domenica 28 maggio, nella chiesa greco-ortodossa della Santa Croce, nel quartiere di Kassa’a, per invocare la liberazione dei due ecclesiastici rapiti. Anche a Aleppo, la sera di sabato 27 aprile, una veglia di preghiera si è svolta nella cattedrale greco- ortodossa: “La Chiesa era piena. Si è trattato di una supplica semplice e vissuta con grande dignità. Ora per tutti è il tempo dell’attesa” dichiara all’Agenzia Fides il vescovo caldeo di Aleppo Antoine Audo SJ, che ha partecipato al momento di preghiera insieme a Jean- Clément Jeanbart, Arcivescovo metropolita di Aleppo dei greco-melchiti e a una quindicina di sacerdoti cattolici. “C’è tristezza diffusa” riferisce mons. Audo, “nessuno ha voglia di creare situazioni di festa. Per tutti i cristiani, il rapimento di due vescovi e quello dei due sacerdoti sequestrati a febbraio rappresentano un fatto enorme, che interroga tutti”.
Anche il Patriarca greco ortodosso di Antiochia Yohanna X al-Yazigi, fratello del vescovo Boulos, da Damasco, in una lettera circolare giunta a Fides, datata sabato 27 aprile, dà disposizione di sostituire con altre preghiere gli inni liturgici che nella domenica delle Palme esprimono giubilo per l’ingresso di Gesù a Gerusalemme. Il Patriarca greco-ortodosso nella lettera ha anche ripetuto l’appello alla comunità internazionale “affinchè si operi per favorire in ogni modo la liberazione dei vescovi sequestrati”, ribadendo che le violenze subite comunque “non diminuiranno la nostra determinazione a sostenere i principi della convivenza, rimanendo radicati nella nostra terra, e lavorando per far prevalere il diritto e la giustizia”. Anche i cristiani di Kamishly, nella Mesopotamia siriana, la mattina di sabato 27 aprile, dopo la messa celebrata nella chiesa dei siro-ortodossi dedicata a Maria, hanno dato vita a una manifestazione pubblica a cui hanno partecipato ecclesiastici e fedeli di tutte le Chiese e comunità cristiane della città, per chiedere il rilascio dei vescovi rapiti.