Papa Francesco alla “Global Iniziative di Clinton”, quell’intervento sfuggito a molti

Probabilmente pochi sanno che Papa Francesco oltre alla visita a Marsiglia – dove ha sostenuto che non esiste alcuna invasione di migranti, perché esercitano un loro diritto universale – il 18 settembre è intervenuto alla Global iniziative di Clinton che si è tenuta a New York. Questa fondazione è impegnata a sviluppare strategie per privarci sempre più dei nostri diritti in nome della lotta al cambiamento climatico.

La fondazione Global iniziative si può definire come una macchina per riciclaggio di soldi globale per implementare la corruzione nella società e nel mondo politico ed imprenditoriale. In altri termini dipende dai favori che possono fare i politici eletti dal partito democratico intorno ai Clinton.

Quindi cosa c’entra il Papa in questo consesso e perché è intervenuto? In fondo non si tratta di un intervento in una organizzazione governativa, si tratta invece di un intervento significativo perché l’organizzazione sostiene il partito democratico negli Stati Uniti e soprattutto Hillary Clinton.

Ebbene il Papa ha fatto l’intervento iniziale in questo consesso suggellando il ritorno della Clinton, ora impegnata nella campagna elettorale contro Trump.

Il suo intervento in questo contesto ci aiuta a capire meglio la sua posizione sul tema migrazioni che appare privo di considerazioni importanti su temi come incompatibilità, cause e conseguenze.

l messaggio del Papa può essere riassunto in questo modo: “Sono qui per sollecitarvi, coloro che detengono il potere. È vostra responsabilità, in quanto leader del mondo, agire per preservare il clima e il pianeta.” Il Papa esprime preoccupazione per lo stato del pianeta, sottolineando che la situazione è critica, e quindi chiede un intervento immediato per proteggerlo secondo le linee definite dall’agenda 2030 delle Nazioni Unite, ma sostiene che l’approccio ecologico della Chiesa coincide con quegli obiettivi. Inoltre, il Papa sottolinea l’importanza di prendersi cura dei bambini e dei migranti e sottolinea che questa responsabilità non può essere affrontata da lui da solo. Questi sono i principali punti che il Pontefice ha voluto enfatizzare e su cui ha invitato tutti a lavorare insieme.

Cosa implica tutto ciò? Significa che il Papa mostra una forte inclinazione ideologica verso il partito democratico americano e il globalismo, che propugna la concentrazione del potere e della ricchezza in nome dell’attenzione rivolta al cambiamento climatico e delle conseguenze che ne derivano.

E’ importante notare che i temi affrontati dal Papa durante il suo intervento alla Fondazione non sono i più rilevanti per la Chiesa cattolica e il mondo ecclesiastico, almeno non nella forma in cui vengono comunemente trattati con l’obiettivo di implementare, talvolta in modo poco trasparente, un cambio globale che si allinea con varie agende che mirano a un ordine mondiale totalitario e che promuovono una ristrutturazione globale dell’intero mondo.

È anche da notare che la riunione “Gala dell’Iniziativa Globale” della Clinton Foundation – dove è intervenuto papa Francesco –  si è tenuta nel contesto dell’incontro annuale dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite. In questo contesto, i 193 Stati membri dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite hanno mandato i loro massimi leader per parlare dei loro Paesi. Molti di loro promuoveranno l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e i suoi Obiettivi di sviluppo sostenibile, che rappresentano, tra gli altri, la centralizzazione del potere e della ricchezza in nome dell’hype sul clima.

L’impellenza della perdita di autorità induce reazioni sempre più intense e tentativi di esercitare pressioni strategiche su larga scala attraverso agende globali, che cominciano a influenzare negativamente i paesi alleati, ovvero le entità subordinate che supportano il declino del dominante per opportunità politiche specifiche. È ovvio che le potenze globali, ciascuna con diversi gradi di coinvolgimento, nutrono un forte interesse affinché questo processo abbia luogo, poiché coloro che non vi partecipano subiranno penalizzazioni o saranno esclusi dai benefici economici derivanti da questa riorganizzazione. Tuttavia, è difficile credere che la potenza egemone responsabile della distruzione di intere nazioni e dell’uso indiscriminato della forza abbia un vero interesse intrinseco nel preservare il pianeta, se non per fini terzi.

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