Tucker Carlson intervista Julian Assange in Prigione, la Battaglia per l’Estradizione

Tucker Carlson ha condiviso una foto sui social media giovedì che sembra suggerire la sua prossima importante intervista con il giornalista in fuga Julian Assange, attualmente detenuto nella prigione di Belmarsh a Londra.

Nella didascalia della foto, si legge: “Oggi ho fatto visita a Julian Assange nella prigione di Belmarsh”.  La foto mostra Carlson che cammina presumibilmente nel parcheggio della prigione. Assange sta cercando di evitare l’estradizione negli Stati Uniti, dove è accusato di ricezione, possesso e divulgazione al pubblico di informazioni riservate, in base alla legge sullo spionaggio.

Assange è noto per aver pubblicato documenti militari classificati sul suo sito Wikileaks. Se fosse condannato, rischierebbe una pena fino a 175 anni di carcere, secondo Fox News.

Carlson aveva intervistato il padre di Assange, John Shipton, e il fratello, Gabriel Shipton, a marzo, poco prima di essere inaspettatamente licenziato dalla Fox. In quell’occasione, Carlson aveva definito le presunte azioni di Assange come “la divulgazione di informazioni accurate che i leader occidentali desideravano mantenere nascoste perché li mettevano in imbarazzo”.

L’intervista con la famiglia di Assange aveva lo scopo di promuovere il loro documentario intitolato “Ithaca”, nel quale il padre di Assange aveva esortato il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti a ritirare le accuse nei confronti di suo figlio.

Ulteriori richieste per l’abbandono delle accuse contro Assange sono state avanzate da membri di entrambi i partiti del Congresso, incluso una lettera pubblicata la scorsa settimana dai deputati Thomas Massie, repubblicano del Kentucky, e James McGovern, democratico del Massachusetts.

Nella lettera, i due legislatori hanno invitato i loro colleghi della Camera a sostenere con forza un impegno bipartizan per “incoraggiare l’amministrazione Biden a ritirare la richiesta di estradizione degli Stati Uniti attualmente pendente contro l’editore australiano Julian Assange e a porre fine a tutti i procedimenti giudiziari contro di lui il prima possibile”, come riportato da Fox. Gli sforzi di Massie e McGovern per cercare la riabilitazione di Assange sono solo uno dei molti che provengono da funzionari statunitensi e da altri governi.

Era previsto che il caso di Assange sarebbe stato oggetto di discussione durante la visita a Washington la scorsa settimana del primo ministro australiano Anthony Albanese, che aveva “ripetutamente invitato gli Stati Uniti negli ultimi mesi a porre fine al processo contro Assange”, come riportato da Fox. Una delegazione australiana ha affrontato la questione con il Dipartimento di Giustizia. Le accuse contro Assange erano state sollevate per la prima volta nel 2010, dopo che aveva pubblicato documenti trapelati da Chelsea Manning, un’analista dell’intelligence dell’esercito americano. Questi documenti dettagliavano presunti crimini di guerra commessi dagli Stati Uniti in Iraq, Afghanistan e a Guantánamo Bay. I materiali rivelarono anche implicazioni della CIA in casi di tortura e consegnò notizie di omicidi di civili in Iraq, tra cui due giornalisti della Reuters, come riferito da Fox.

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