Anche nella farmacologia ha vinto una visione riduzionista dell’uomo

Marco Tosatti ha appena pubblicato sul suo blog Stilum Curiae un interessante articolo di di Agostino Nobile intitolato “Come Rockefeller ha Imposto la ‘Medicina’ Chimica“.  L’argomento trattato è la storia e l’influenza della famiglia Rockefeller sull’industria farmaceutica e la medicina moderna. Questi i fondamentali passaggi:

L’articolo esamina il ruolo di John D. Rockefeller e della famiglia Gates nell’influenzare la medicina moderna, sottolineando come abbiano spostato il focus dalla medicina naturale a quella chimica attraverso investimenti e acquisizioni.

Rockefeller, in particolare, è descritto come un promotore chiave della medicina chimica, avendo finanziato il Rapporto Flexner del 1910 che ha standardizzato l’istruzione medica e marginalizzato le terapie naturali.

Agostino Nobile mette in luce anche le preoccupazioni ambientali e sanitarie legate ai prodotti petrolchimici, incluso il loro impatto sulla salute.

Inoltre, Rockefeller è accusato di aver finanziato l’American Cancer Society per promuovere la chemioterapia. Infine, l’articolo suggerisce che la gestione della pandemia di COVID-19 e dei vaccini ha aumentato lo scetticismo pubblico verso i farmaci.

(Tutto l’articolo è visionabile qui: https://www.marcotosatti.com/2023/11/22/come-rockefeller-ha-imposto-la-meicinna-chimica-agostino-nobile/#comments)

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Ciò che ha evidenziato Agostino Nobile è condivisibile. Nell’era della medicina moderna, i progressi scientifici hanno portato a trattamenti rivoluzionari che hanno salvato innumerevoli vite. Tuttavia, mentre celebriamo questi successi, è importante anche esaminare criticamente gli aspetti negativi della medicina standardizzata di tipo chimico. Infatti, non per ultima, la pandemia ha evidenziato che ci sono le limitazioni e le potenziali conseguenze negative di questo approccio alla cura della salute.

Uno degli aspetti più problematici dei farmaci chimici è la loro tendenza a causare effetti collaterali, a volte gravi. Mentre un farmaco può trattare efficacemente una condizione, può però disturbare altre funzionalità corporee o causare reazioni avverse. In alcuni casi, gli effetti collaterali possono essere più debilitanti della condizione originale che si intendeva trattare.

Inoltre, lo si dice da anni ma non si è preso finora provvedimenti efficaci: l’uso eccessivo di antibiotici ha portato a un aumento della resistenza agli antibiotici, un problema globale di salute pubblica. Questa resistenza rende le infezioni precedentemente trattabili più difficili da curare e aumenta il rischio di diffusione di malattie infettive.

Alcuni farmaci, in particolare gli oppioidi, hanno un alto potenziale di dipendenza. L’uso eccessivo e la dipendenza da questi farmaci hanno portato a una crisi di salute pubblica in molte parti del mondo, con un aumento di casi di overdosaggio e morti correlate.

La medicina chimica spesso adotta un approccio riduzionista, concentrando l’attenzione su specifici sintomi o malattie piuttosto che sull’individuo nel suo complesso. Questo può portare a una mancanza di attenzione per i fattori olistici e ambientali che contribuiscono alla salute generale.

Altro punto rilevante è che i farmaci moderni possono essere estremamente costosi, limitando l’accesso a trattamenti salvavita per coloro che non possono permetterseli. Questo problema è particolarmente acuto nei paesi in via di sviluppo, dove l’accesso ai farmaci essenziali può essere limitato.

In definitiva, l’industria farmaceutica ha un’enorme influenza sulla ricerca medica e sulle pratiche di prescrizione. Questo può portare a conflitti di interessi, dove il profitto prevale sull’efficacia del trattamento o sulla sicurezza del paziente.

In base a queste evidenze e ciò che ha riportato nell’articolo di  Agostino Nobile, è fondamentale riconoscere e affrontare gli aspetti negativi della cosiddetta ‘medicina moderna’. Un approccio più equilibrato alla medicina e con meno pregiudizi, che integri i trattamenti chimici con pratiche olistiche e naturali, potrebbe offrire un percorso più sostenibile e centrato sull’uomo per la sua salute e il benessere integrale.

 

 

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