L’Unione Europea dichiara guerra commerciale alla Cina per motivi di concorrenza e non ideologici

L’Unione Europea adotta una strategia protezionistica per difendersi dalla concorrenza cinese nel settore dell’energia rinnovabile, ma questa scelta rischia di innalzare i prezzi e compromettere la transizione energetica. L’UE sta infatti incoraggiando misure di sostegno alle sue industrie di veicoli elettrici, solare ed eolico per contrastare l’influenza cinese.

Da mesi, l’UE cerca di ridurre la sua dipendenza da tecnologie importate, specialmente quelle cinesi a basso costo, che minacciano la quota di mercato dei produttori europei. Tuttavia, questo nuovo orientamento verso il protezionismo nel settore dell’energia pulita potrebbe danneggiare le catene di approvvigionamento globali e far aumentare i prezzi dei materiali e delle attrezzature necessari per accelerare la transizione energetica, come sottolineato da analisti e operatori del settore.

La Commissione Europea, a fine ottobre, ha presentato il suo piano d’azione per l’energia eolica, mirato a garantire che la transizione verso l’energia pulita proceda di pari passo con la competitività industriale, mantenendo l’energia eolica come un successo europeo. Kadri Simson, Commissaria Europea per l’Energia, ha evidenziato l’intensificarsi delle dipendenze e la necessità di ridurre la dipendenza da tecnologie importate per evitare rischi economici e di sicurezza.

Il pacchetto sull’energia eolica rileva che i bassi prezzi cinesi e le catene di approvvigionamento più corte, dovute al dominio della Cina nella produzione di acciaio e materie prime, minano seriamente la capacità delle aziende dell’UE di competere in condizioni di parità. Inoltre, la Cina gioca un ruolo predominante nella catena di approvvigionamento globale della tecnologia dell’energia pulita, creando problemi di sicurezza energetica a causa delle catene di approvvigionamento geograficamente concentrate.

Nonostante un aumento del 50% nel tasso di installazioni eoliche e solari nell’ultimo anno, l’UE è preoccupata per la crescente dipendenza dalla produzione cinese. A fine novembre, 433 aziende e associazioni europee del settore solare, guidate da SolarPower Europe, hanno avvertito che le misure commerciali potrebbero danneggiare il settore solare dell’UE e ostacolare la transizione energetica verde. Hanno suggerito di sostenere la produzione nazionale con garanzie statali, adeguare le norme sugli aiuti di Stato e creare uno strumento finanziario a livello dell’UE per la produzione solare, come una banca di produzione solare, anziché imporre dazi e tariffe sulle importazioni.

Fonte: Oilprice (EU Might Be Standing In The Way Of China’s Energy Transition)

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