La UE prevede di fornire all’Ucraina 20 miliardi entro marzo

I problemi c’erano solo per la Grecia e per i paesi membri che si discostano dalle politiche della euroburocrazia globalista? Si direbbe di sì:

Il Financial Times ha riportato che l’Unione Europea sta elaborando un piano di emergenza per sostenere l’Ucraina con un finanziamento di 20 miliardi di euro. Questo nuovo meccanismo prevede che i paesi membri offrano garanzie al bilancio dell’UE, permettendo così alla Commissione Europea di accedere a prestiti fino a 20 miliardi di euro per Kiev sui mercati dei capitali nel prossimo anno. I dettagli specifici sono ancora oggetto di discussione, e l’ammontare finale sarà determinato in base alle necessità dell’Ucraina. La proposta attuale non richiederebbe garanzie da tutti i 27 stati membri dell’UE, in particolare se i principali contributori avessero rating creditizi elevati. Questo approccio potrebbe bypassare il veto dell’Ungheria, non richiedendo l’unanimità di sostegno.

Alcuni paesi, come la Germania e i Paesi Bassi, dovranno ottenere l’approvazione parlamentare per fornire garanzie nazionali. La UE conta di completare questo processo  in tempo per erogare gli aiuti all’Ucraina entro marzo. Se i leader dell’UE approveranno il piano il 1° febbraio, il FMI avrà la certezza di assegnare la prossima tranche di finanziamenti all’Ucraina, per un valore di circa 900 milioni di dollari.

Il suddetto finanziamento dovrebbe permettere a Kiev di evitare la necessità di finanziamento monetario, che comporterebbe la stampa di denaro e il rischio di un aumento dell’inflazione. Tuttavia, uno degli svantaggi di questo nuovo schema, rispetto alla proposta originale basata sul bilancio dell’UE, è che si limiterà ai prestiti e non includerà sovvenzioni.

Un’ulteriore opzione di riserva considerata prevede il posticipo di alcuni mesi o di un anno della struttura di finanziamento utilizzata quest’anno, che ha visto l’UE concedere all’Ucraina 18 miliardi di euro in prestiti a basso costo. Questa alternativa richiederebbe il consenso della maggioranza dei paesi.

Indipendentemente dalla soluzione scelta, l’UE si è impegnata a fornire finanziamenti all’Ucraina entro marzo.

La UE: prodiga con la guerra e fiscale con i veri bisogni

In un contesto di grave crisi economica che sta colpendo l’Unione Europea e i suoi cittadini, la decisione dell’UE di elaborare un piano di emergenza per sostenere l’Ucraina con un finanziamento di 20 miliardi di euro solleva interrogativi riguardo la giustizia e la ragionevolezza usata dalla leadership europea. Questa crisi è aggravata dai costi crescenti e dalla scarsità di energia, nonché dagli effetti contrari delle sanzioni imposte alla Russia, che hanno avuto ripercussioni negative sugli stessi stati europei. In Italia, ad esempio, i salari sono stagnanti da circa vent’anni, e qualsiasi minima deviazione dalle rigide regole di bilancio europee è vista con grande preoccupazione.

In questo scenario, è assai paradossale la scelta dell’UE di finanziare ulteriormente l’Ucraina come un impegno continuo nel sostenere la macchina da guerra, piuttosto che cercare soluzioni alternative. Questa decisione sembra non tenere in considerazione la necessità di una strategia di uscita dalla guerra in Ucraina, né sembra prevedere o auspicare una risoluzione negoziata del conflitto tra Ucraina e Russia, che potrebbe portare a una sicurezza condivisa e a una pace duratura.

La mancanza di un piano chiaro per una risoluzione pacifica e negoziata del conflitto solleva preoccupazioni sulle priorità dell’UE in un momento in cui i suoi cittadini affrontano sfide economiche significative.

Due parole sulla generazione del finanziamento europeo

Una considerazione approfondita sul meccanismo di generazione del finanziamento europeo da 20 miliardi di euro è essenziale, soprattutto quando si confronta con il modello di finanziamento americano. È importante sottolineare che il finanziamento in dollari statunitensi opera in un contesto economico e monetario diverso: gli Stati Uniti hanno la capacità di “creare” denaro attraverso la loro banca centrale, una sorta di “macchina da stampa” monetaria. Questo processo si basa sulla posizione unica del dollaro come valuta di riserva globale e sulla robustezza economica degli Stati Uniti.

Al contrario, il finanziamento europeo di 20 miliardi di euro non nasce dal nulla. Si tratta di prestiti raccolti sui mercati finanziari, il che implica che questi fondi dovranno essere restituiti in futuro. Questa differenza fondamentale pone l’Europa in una posizione di maggiore vulnerabilità finanziaria, poiché il debito contratto deve essere gestito e rimborsato.

Inoltre, c’è la preoccupazione riguardo alla capacità dell’Ucraina di onorare i propri impegni finanziari. Attualmente, l’Ucraina è considerata uno stato con gravi difficoltà economiche e politiche, il che solleva dubbi sulla sua capacità di rimborsare i prestiti. Questo aspetto mette in luce i rischi associati a un tale finanziamento, non solo per l’Ucraina ma anche per i paesi dell’UE che forniscono le garanzie.

In sintesi, mentre il sostegno finanziario all’Ucraina viene considerato un atto solidarietà europea, è fondamentale riconoscere e affrontare le implicazioni finanziarie a lungo termine di tali prestiti, sia per l’UE che per l’Ucraina. Questo richiede una riflessione critica sulle modalità di finanziamento e sulle strategie di gestione del debito, considerando le sfide uniche che l’attuale scenario geopolitico ed economico presenta.

Infine, mentre l’UE si impegna a fornire sostegno finanziario all’Ucraina, è fondamentale che la UE affronti tutte le vie possibili per una risoluzione pacifica e negoziata del conflitto, che potrebbe portare a una maggiore stabilità e prosperità sia per l’Europa che per la regione nel suo complesso.

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