Ecuador in stato di emergenza dopo l’assassinio del candidato alla presidenza Fernando Villavicencio

Ecuador in Stato di Emergenza

L’Ecuador si trova in una situazione critica, avendo dichiarato lo stato di emergenza nazionale. Il governo ha imposto un coprifuoco e limitato le libertà di riunione, riconoscendo l’esistenza di un conflitto armato interno.

L’escalation della crisi ha avuto inizio l’8 gennaio, con la fuga di Fito, il criminale più ricercato del paese e capo della pericolosa banda Los Choneros. Fito, precedentemente implicato nell’omicidio del candidato presidenziale Fernando Villavicencio, era sotto sorveglianza da mesi. La sua fuga dalla custodia ha scatenato incredulità e preoccupazione.

Dalla fonte Saker Latino america:

Prima di entrare in politica, è stato un giornalista informatore che si è distinto per aver denunciato la corruzione nel governo dell’ex presidente di sinistra Rafael Correa, attualmente in esilio in Belgio. Nella campagna elettorale, Villavicencio si è presentato come un crociato anti-corruzione e ha condotto una campagna con lo slogan: “È il momento dei coraggiosi”.

Ma come nota l’ex diplomatico britannico Craig Murray sul suo blog, la campagna anti-corruzione di Villavicencio è stata “selettiva e mirava solo a lanciare accuse contro figure di sinistra”. Al contrario, si è opposto con veemenza al processo contro il presidente Lasso per accuse di corruzione, definendolo “un’atrocità legale” che lascia la costituzione “a brandelli”.

Ha anche aiutato Luke Harding e Dan Collins a inventare la famigerata storia in prima pagina del Guardian secondo cui Paul Manafort e Julian Assange avevano tenuto incontri pro-Trump presso l’ambasciata ecuadoriana, cosa che non è mai stata confermata da nessun altro giornale. Come sottolinea Murray, la storia è stata inventata per dare nuova vita all’invenzione del “Russiagate” di Clinton.

https://sakerlatam.org/o-equador-se-aprofunda-no-caos-apos-assassinato-do-candidato-presidencial-fernando-villavicencio/

Dopo l’inizio dei gravi disordini, è stato disposto lo stato di emergenza.

In risposta allo stato di emergenza, e alla conseguente repressione delle proteste carcerarie, i capi delle bande criminali hanno iniziato a prendere in ostaggio militari e poliziotti, esigendo dal presidente miglioramenti nelle condizioni carcerarie e un approccio meno violento negli arresti. Hanno minacciato di uccidere gli ostaggi, alcuni dei quali sono stati effettivamente assassinati in diretta televisiva.

Il presidente Daniel Noboa ha categoricamente rifiutato di negoziare con i narcoterroristi. Ha annunciato l’invio di oltre tremila agenti di polizia per catturare il leader dei Los Choneros e per pattugliare le strade nel tentativo di ripristinare l’ordine, sebbene i risultati siano stati finora limitati.

Ulteriori sviluppi nelle ultime ore:

  • Un gruppo armato ha assaltato gli uffici del canale TC Televisión, prendendo in ostaggio giornalisti. L’edificio è attualmente sotto assedio delle forze dell’ordine.
  • Un altro gruppo ha invaso l’Università di Guayaquil, saccheggiando negozi e tentando rapimenti. L’esercito è intervenuto sul posto.
  • Si sono verificati numerosi episodi di violenza, inclusi incendi di auto, attacchi individuali e omicidi. Ci sono state segnalazioni di errori da parte delle forze di sicurezza, che hanno scambiato innocenti per criminali, soprattutto nella provincia di Guayas, dove si trova il principale porto di droga di Guayaquil.

Di fronte a questi tumulti, quasi tutti i principali gruppi criminali organizzati in Ecuador, inclusi quelli attivi negli Stati Uniti, sono stati etichettati come terroristi. La sorveglianza è passata dalle autorità provinciali al governo federale e all’esercito.

L’Ecuador sta vivendo una trasformazione in uno stato di polizia, una situazione che, data la gravità della crisi (le strade del paese sono piene di gente in panico e disordini e i saccheggi si diffondono in ogni città), sembra incontrare poca resistenza da parte della popolazione.

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