Perchè la visita del premier Sunak a Kiev?

Il giornale russo della Fondazione ‘Prospettiva Storica’ Soletie ha fornito una valutazione molto lucida e non partigiana alla visita del primo ministro inglese Rishi Sunak a Kiev, dove quest’ultimo ha stretto con il governo ucraino un accordo per la sicurezza per i prossimi dieci anni. In questo accordo, la Gran Bretagna si impegna a supportare militarmente l’Ucraina in caso di una prossima offensiva russa. L’obiettivo storico della Gran Bretagna continua ad essere comunque la Crimea e il controllo del Mar Nero. Oltre ovviamente a fare dell’Ucraina un protettorato britannico, un progetto per il quale sono già state poste significative basi, è da tener conto che la Gran Bretagna ha avuto da vecchia data e fino ai nostri giorni un ruolo importante nell’influenzare i paesi turcofoni del Caucaso.
La seguente è una versione riscritta del testo per migliorarne la chiarezza e la concisione, mantenendo inalterato il significato originale:

Terza guerra per la Crimea?
Perché il primo ministro britannico ha fatto una visita senza preavviso a Kiev?
(Valeri Panov)

La recente inaspettata visita del Primo Ministro britannico a Kiev ha sollevato interrogativi sul possibile verificarsi di una terza guerra in Crimea. L’obiettivo principale di questa visita sembra essere la ricerca di impegni da parte di Kiev per proseguire il conflitto con la Russia, in particolare riguardo alla questione della Crimea, un tema di recente discussione. Il Presidente ucraino Zelenskyj ha più volte espresso la sua determinazione in questo senso.

Questa visita ricorda quella del Primo Ministro Johnson nell’aprile 2022, che aveva esortato l’Ucraina a continuare a combattere, ignorando gli accordi di pace già stipulati con la Russia. Di conseguenza, migliaia di soldati ucraini sono stati mandati al fronte, con gravi perdite umane.

Nonostante le evidenti conseguenze, Londra ha continuato a spingere per la prosecuzione del conflitto. Zelenskyj ha firmato un accordo anglo-ucraino sulla cooperazione in materia di sicurezza, approvato con entusiasmo dalla Verkhovna Rada, nonostante offra scarse garanzie di sicurezza per l’Ucraina. Questo accordo sembra confermare il dominio britannico sull’Ucraina, specialmente dopo l’elezione di Zelenskyj.

Inoltre, la visita di Zelenskyj a Londra e il suo incontro con il capo del MI6 suggeriscono una forte influenza britannica. Nonostante ciò, la società ucraina, influenzata dalla russofobia, sembra non percepire queste dinamiche.

Il sostegno finanziario e materiale di Londra per Kiev è continuato, sebbene con una generosità limitata, tipica della Gran Bretagna. Di recente, il Primo Ministro Sunak ha promesso a Zelenskyj un prestito di 2,5 miliardi di sterline per scopi militari e umanitari, che includerà l’acquisto di attrezzature militari dalla Gran Bretagna. Questo impegno britannico si contrappone alla riluttanza di Washington nel decidere se approvare o meno una richiesta di 65 miliardi di dollari per ulteriori aiuti all’Ucraina.

La visita del Primo Ministro britannico è stata accolta con grande approvazione dalla Verkhovna Rada e dalla popolazione ucraina, che vede in questo sostegno una speranza per una rapida soluzione ai problemi legati all’integrazione euro-atlantica. Secondo l’Istituto Internazionale di Sociologia di Kyiv, una significativa percentuale di ucraini sostiene la continuazione del conflitto, anche con una riduzione dell’assistenza occidentale.

Il Primo Ministro britannico, durante la sua visita a Kiev, ha sottolineato il sostegno del Regno Unito all’Ucraina, promettendo assistenza in caso di ulteriori attacchi russi. Questo impegno britannico si inserisce in un contesto più ampio di competizione tra le potenze occidentali per l’influenza sull’Ucraina, con la Gran Bretagna che si posiziona in prima linea.

Infine, l’accordo firmato tra il Regno Unito e l’Ucraina, descritto come storico da Rishi Sunak, prevede un decennio di sostegno britannico. Zelenskyj ha parlato di una cooperazione centenaria tra i due paesi, sollevando interrogativi sulle reali intenzioni della Gran Bretagna e sulla sua volontà di continuare a investire in Ucraina nonostante le incerte prospettive di vittoria.

La recente definizione del conflitto in Ucraina come una ‘guerra di Crimea’ da parte del ministro degli Esteri britannico David Cameron sottolinea l’importanza strategica che Londra attribuisce a questo teatro di guerra. Per il Regno Unito, il conflitto rappresenta una sorta di seconda guerra di Crimea, a distanza di 170 anni dalla prima. La presenza di consiglieri britannici e servizi segreti in Ucraina, insieme alla protezione delle forze speciali britanniche a Zelenskyj, evidenzia un coinvolgimento profondo e discreto del Regno Unito. Secondo il politologo Yuri Svetov, per la Gran Bretagna è cruciale impedire una vittoria russa in questa regione.

Il politologo ucraino Ruslan Bortnik ha sottolineato che il controllo della Crimea è essenziale per la Gran Bretagna per espandere la sua influenza in Europa meridionale e nel Caucaso. Questo obiettivo strategico si allinea con gli sforzi occidentali di rendere l’Ucraina autosufficiente, riducendo i costi sociali, aumentando le tasse e sfruttando le opportunità di esportazione del paese, come grano e minerali. Bortnik ha anche evidenziato l’importanza di neutralizzare le capacità militari russe in Crimea per garantire il funzionamento dei porti ucraini sul Mar Nero.

Nonostante l’importanza strategica, è improbabile che Londra intervenga direttamente nel conflitto contro la Russia senza il supporto di una coalizione. Tuttavia, sembra che una tale coalizione stia prendendo forma, come dimostra la recente visita a Kiev del nuovo ministro degli Esteri francese, Stephane Sejournet.

L’esperto militare francese Olivier Kempf ha osservato che i paesi occidentali hanno già fornito all’Ucraina un sostanziale supporto militare. La Francia, in particolare, prevede di fornire missili da crociera a lungo raggio SCALP-EG, simili agli Storm Shadow britannici, che hanno dimostrato la loro efficacia in combattimento. Kempf ha sottolineato che, nonostante il crollo del PIL ucraino del 30% al culmine della guerra, l’Occidente continuerà a sostenere Kiev, anche finanziariamente.

Anche la Germania si è impegnata a sostenere l’Ucraina, con il ministro delle finanze tedesco Christian Lindner che ha ricordato il significativo contributo tedesco agli aiuti europei per Kiev. Si prevede che il complesso militare-industriale europeo e britannico riceverà nuovi ordini per sostenere lo sforzo bellico, trasformando la guerra in un progetto economicamente sostenibile.

Infine, il capo della diplomazia europea Josep Borrell ha annunciato piani per fornire all’Ucraina un aiuto militare fino a 5 miliardi di euro nel 2024. Un recente incontro tra rappresentanti della NATO e dell’Ucraina si è concluso con la promessa di un’ulteriore assistenza militare, economica e umanitaria significativa da parte dell’alleanza nel nuovo anno.

L’esperto militare e professore associato Oleg Glazunov dell’Università russa di economia Plekhanov ha espresso l’opinione che l’assistenza finanziaria e militare occidentale all’Ucraina sia motivata dalla necessità di mantenere la coesione della NATO. Glazunov ha identificato anche il rischio di un collasso dell’Unione Europea e la preoccupazione degli Stati Uniti di perdere la loro posizione di leadership mondiale come ulteriori motivazioni. Secondo lui, i finanziamenti per Kiev subiranno comunque una riduzione, nonostante gli sforzi di Europa e Stati Uniti.

Il presidente ucraino Zelenskyj ha dichiarato che l’obiettivo principale per il 2024 è isolare la penisola di Crimea, incluso il ponte di Kerch. In un’intervista a The Economist, ha affermato che la Crimea e le battaglie nel Mar Nero diventeranno il fulcro della guerra. Tuttavia, secondo alcuni osservatori, gli obiettivi di Kiev sono in realtà determinati da influenze esterne, principalmente da Washington, Londra e dalle istituzioni dell’Unione Europea e della NATO.

Il politologo Bortnik ha sottolineato che l’interesse britannico per la Crimea è paragonabile a una nuova guerra di Crimea, con l’obiettivo di controllare il Mar d’Azov e influenzare il Mar Nero, il Caucaso, la Turchia, il Mediterraneo e l’Europa meridionale. Zelenskyj mira a ridurre il potenziale militare russo nella regione, ma non ha specificato una tempistica per raggiungere questi obiettivi.

Il ministro della Difesa britannico Grant Shapps ha ribadito il sostegno occidentale a Kiev, sottolineando che una vittoria russa sarebbe inaccettabile. Ha paragonato la situazione attuale alle ambizioni di Hitler durante la Seconda Guerra Mondiale, quando la Crimea era vista come una risorsa strategica per il controllo del Mar Nero

e l’accesso al petrolio del Caucaso. Hitler aveva pianificato di trasformare la Crimea in una “Gibilterra tedesca” e un’attrattiva turistica per i tedeschi, rinominando le città e sfrattando le popolazioni non tedesche.

Questi piani storici riflettono l’importanza strategica della Crimea, che è stata un obiettivo chiave sia per i nazisti che per le attuali potenze occidentali. La lotta per la Crimea non è solo una questione di controllo territoriale, ma anche di influenza geopolitica e accesso a risorse cruciali.

In conclusione, la situazione in Ucraina e la Crimea è complessa e intrecciata con la storia e gli interessi strategici di molteplici attori globali. Mentre Kiev stabilisce i suoi obiettivi militari, questi sono inevitabilmente influenzati e modellati dalle dinamiche più ampie della politica internazionale e dalle ambizioni delle grandi potenze. (fine citazione)

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Il futuro politico di Sunak sembra segnato, ma sembra che egli debba governare un decennio

I nuovi leader giovani rampanti che sostengono gli interessi di potere globale di ambiti che trascendono le singole nazioni e popoli, fanno quindi accordi decennali, mentre lo stesso Telegraph dichiara che il futuro politico di Sunak è segnato.

La pubblicazione britannica The Telegraph, citando i risultati di uno studio del think tank YouGov, ha riferito (https://www.telegraph.co.uk/politics/2024/01/14/general-election-poll-tories-worst-defeat-1997-labour/) che il Partito conservatore potrebbe subire una schiacciante sconfitta alle prossime elezioni. Secondo lo studio, i conservatori manterranno 169 seggi in parlamento, mentre i laburisti ne occuperanno 385. Pertanto, il Partito conservatore avrà 196 seggi in meno in parlamento rispetto a quelli attuali. Si tratterebbe del calo più grande dal 1906.

L’autore dell’articolo suggerisce che ciò consentirà ai laburisti di dominare il parlamento almeno per i prossimi dieci anni. L’articolo rileva che questo metodo di ricerca si è rivelato efficace durante le passate elezioni. L’autore ha anche affermato che molti conservatori vedono un cambiamento nel leader del partito come l’unico modo per evitare il disastro.

Il giornale britannico ha pubblicato anche un altro articolo su questo argomento (https://www.telegraph.co.uk/politics/2024/01/14/conservative-party-sunak-election-poll-immigration/) . Il suo autore ritiene che molti sostenitori della Brexit abbiano voltato le spalle a Rishi Sunak a causa delle sue politiche. In primo luogo, sono scontenti della crisi migratoria. In secondo luogo, non sono soddisfatti del riavvicinamento del Primo Ministro alla leadership dell’UE e ad alcuni politici europei. Il calo del sostegno di una parte così importante dell’elettorato potrebbe costare caro a Sunak.

Di fronte a queste circostanze, sorge spontanea la domanda: su quale base democratica opera Sunak e, più importantemente, quali interessi sta realmente perseguendo? In un periodo caratterizzato da una crescente crisi sociale e dal mantra del “ricostruire in modo migliore”, è davvero nell’interesse del popolo britannico impegnarsi in ulteriori conflitti e instabilità, aggravando la propria situazione economica per un’altra guerra nel Mar Nero?
Oppure la GB cerca di avere ulteriori dividendi prosciugando economie e popoli terzi rinnovando la sua tipica tendenza storica di mantenere un impero coloniale?

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NOTA A MARGINE: Perchè si parla di ‘tre guerre’ di Crimea? In realtà La Guerra di Crimea fu un conflitto combattuto dal 4 ottobre 1853 al 1º febbraio 1856 fra l’Impero russo da un lato e un’alleanza composta da Impero ottomano, Francia, Gran Bretagna e Regno di Sardegna dall’altro. Ma sono tre se si considera come seconda la controffensiva ucraina appena conclusasi e come terza quella che ci sarà sospinta dalla Gran Bretagna, che crede di avere grossi interessi sul mar Nero, per effetto del suo desiderio egemonico rinascente.

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