Trump minaccia di ritirare il sostegno USA ai paesi NATO/UE in caso di attacco russo, ma è malumore per l’ostilità della élite europea

Durante una manifestazione elettorale a Conway, in Carolina del Sud, Donald Trump, ha dichiarato che gli Stati Uniti, sotto la sua eventuale presidenza, non interverrebbero a difesa dei paesi NATO che non contribuiscono adeguatamente alle spese di difesa, nel caso fossero attaccati dalla Russia. Ha persino suggerito di lasciare che la Russia “faccia ciò che vuole” in tali circostanze.

Trump ha raccontato un episodio in cui, durante un incontro con il leader di un “grande paese”, gli fu chiesto se gli Stati Uniti avrebbero offerto protezione in caso di attacco russo, nonostante il mancato pagamento delle quote di difesa. La sua risposta fu negativa, affermando che consiglierebbe piuttosto di “fare ciò che vogliono”, ricevendo l’approvazione del suo pubblico. Ha sottolineato che gli Stati Uniti dovrebbero coprire solo le proprie spese di difesa.

Queste dichiarazioni seguono commenti simili fatti da Trump nel 2020 al World Economic Forum di Davos, dove aveva messo in dubbio il sostegno degli Stati Uniti all’Europa in caso di attacchi esterni. Ha anche criticato un disegno di legge del Senato sugli aiuti esteri, proponendo che gli aiuti dovrebbero essere forniti sotto forma di prestiti.

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La Casa Bianca, sotto la guida di Joe Biden, ha condannato le parole di Trump, evidenziando l’importanza e la forza attuale della NATO e denunciando l’incoraggiamento a invasioni da parte di regimi autoritari come minaccia alla sicurezza nazionale americana e alla stabilità globale.

Durante il suo mandato presidenziale (2017-2021), Trump aveva già espresso critiche verso la NATO e minacciato di ritirare gli Stati Uniti dall’alleanza, esortando i paesi membri a incrementare le loro spese per la difesa almeno al 2% del loro PIL. Gli Stati Uniti rimangono il maggiore contributore alla difesa all’interno della NATO, con una spesa militare che nel 2022 ha rappresentato il 3,5% del loro PIL.

Con la prospettiva di un ritorno di Trump alla presidenza, vi è preoccupazione in Europa riguardo alla possibilità che egli possa non rispettare gli impegni NATO degli Stati Uniti. Trump ha manifestato una posizione diversa da quella di Biden sulla difesa contro la Russia, suggerendo una de-escalation che implicherebbe per l’Ucraina l’accettazione della perdita di territori. Ha inoltre criticato l’entità degli aiuti militari e umanitari forniti all’Ucraina dagli Stati Uniti, che dal febbraio 2022 hanno raggiunto circa 75 miliardi di dollari.

Sembra una boutade ma il disappunto di Trump ha ragioni serie

Nonostante l’attenzione sia spesso concentrata altrove, un’analisi degli eventi storici e dell’atteggiamento persistente dei vertici che dirigono l’Unione Europea rivela chiaramente il perchè del disappunto di Trump nei confronti di quella che percepisce come un’élite antidemocratica. Questa élite, difende i valori europei solo superficialmente, mentre in realtà si oppone a tutto ciò che ha reso l’Europa grande e unica. L’obiettivo principale della leadership europea è auto-perpetuarsi e diffondere a livello globale l’influenza del pensiero globalista promosso dal Forum di Davos, dove la degenerazione culturale e le nuove ideologie hanno preso il posto dei regimi autoritari del secolo scorso.

Siffatto mondo è proprio quello che Trump ha promesso di combattere, quando ha detto di voler combattere lo stato profondo, “prosciugando la palude”. Poi il suo tentativo si è arenato dietro il ‘russiagate’, contraerea mediatica e pressioni del Deep State che governa veramente gli Stati Uniti. Tuttavia, Trump dicendo all’Europa “difendetevi da soli” vuole dire essenzialmente due cose: la prima è che devono cercare di fermare la guerra, la seconda è che la postura di Bruxelles verso di lui è inaccettabile e che ha armi di persuasione, che userà se necessario.

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