Prof Orsini: le democrazie occidentali violano il diritto internazionale

Nel video, il professore Orsini parla del suo scambio con la Serracchiani,  parla del suo progetto pedagogico e culturale, sottolineando l’importanza di comprendere i fini pedagogici e culturali che persegue. Espone la sua critica verso le democrazie occidentali, motivata dalla sua appartenenza a una rete di attivisti e difensori dei diritti umani che combattono contro i processi di radicalizzazione verso la violenza politica, inclusa la guerra.

Orsini evidenzia come, quando una civiltà si convince di essere moralmente superiore alle altre, tenda a commettere stermini giustificandoli con la propria presunta superiorità morale. Critica le democrazie occidentali per aver condotto guerre illegali e violato il diritto internazionale, sostenendo che queste azioni sono state giustificate con l’argomento dell’esportazione della democrazia. Attraverso il suo lavoro, cerca di ridurre l’esaltazione collettiva dell’Occidente e lavorare per un mondo più pacifico, mettendo in discussione la presunta superiorità morale delle democrazie occidentali rispetto ad altre nazioni.

Nel video, il professore Orsini discute l’intervento degli Stati Uniti in Siria, in particolare riferendosi all’operazione Timber Sycamore.

Descrive questa operazione come un programma segreto della CIA volto a fornire armi ai ribelli siriani per alimentare la guerra civile dall’esterno, con l’obiettivo di rovesciare il governo di Bashar al-Assad e sostituirlo con un regime filo-americano. Orsini critica l’operazione per la sua violazione del diritto internazionale e per il suo contributo alla prolungata sofferenza e instabilità in Siria. Sottolinea come queste azioni siano esempi della tendenza delle democrazie occidentali a intervenire negli affari interni di altri paesi in modi che spesso aggravano i conflitti anziché risolverli, mettendo in discussione la loro presunta superiorità morale e l’impegno per la promozione della democrazia e dei diritti umani.

Il professore Orsini critica la censura e la mancanza di dibattito aperto in Italia riguardo alle conseguenze economiche e politiche della guerra in Ucraina.

Sostiene che in Italia non si parla abbastanza delle ripercussioni negative che il conflitto ha sul paese, come la perdita di posti di lavoro e le difficoltà economiche per le imprese italiane. Secondo Orsini, c’è una sorta di silenzio mediatico e politico sulle vere conseguenze della guerra, che impedisce alla popolazione di comprendere appieno l’impatto che il conflitto sta avendo sull’economia e sulla società italiane. Critica la classe dirigente italiana per non affrontare questi problemi in modo trasparente e per non cercare soluzioni che possano mitigare gli effetti negativi della guerra sull’Italia, sottolineando come questo silenzio contribuisca a mantenere lo status quo e a evitare un confronto necessario con la realtà delle politiche estere e delle loro implicazioni interne.

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