Scott Ritter ha dichiarato che l’autorità degli Stati Uniti gli ha impedito di recarsi al Forum di San Pietroburgo

Il caso di Scott Ritter, un noto commentatore americano, che in precedenza ha avuto incarichi di rilievo all’interno dell’amministrazione americana, ha dichiarato che gli è stato confiscato il passaporto senza giustificazioni.

Ecco cosa è successo dal canale Nova Project di Gianluca Napolitano:

da Nova Project – Gianluca Napolitano

Sono due anni che ho la spiacevole sensazione che per sapere cosa sta succedendo basti leggere tutto al contrario della storia come viene raccontata, delle spiegazioni ufficiali, delle motivazioni che vengono date.

Sentire adesso pronunciare le mie stesse frasi da gente dall’altra parte del mondo mi fa impressione.

Scott Ritter – una delle principali voci del dissenso americano – si è visto confiscare il passaporto dalle autorità statunitensi senza alcuna ragione specifica, senza spiegazioni, senza preavviso, senza autorizzazione di un magistrato, con gli stessi esatti metodi della buona vecchia URSS.

Ritter si era appena imbarcato su un aereo all’aeroporto di New York, diretto ad Instanbul.

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Aveva accettato un invito speciale per partecipare al Forum economico di San Pietroburgo, che inizierà nei prossimi giorni, dove avrebbe fatto un discorso.

Ritter stava già salendo a bordo quando tre poliziotti della Patrol Police in assetto da combattimento sono saliti sull’aereo e lo hanno fatto sbarcare con la forza, sequestrandogli il passaporto davanti a tutti.

Alla sua richiesta di spiegazioni, gli agenti di polizia hanno semplicemente risposto che stavano eseguendo gli ordini del Dipartimento di Stato americano – di cui non avevano nulla di scritto in mano – e si sono rifiutati di chiarire qualsiasi dettaglio sul caso.

Questa la dichiarazione di Ritter (via twitter):

“Mi stavo imbarcando sul volo. Tre agenti [della polizia] mi hanno preso da parte. Mi hanno preso il passaporto. Alla domanda sul perché, hanno risposto “ordini del Dipartimento di Stato”. Non avevano ulteriori informazioni per me (…) Mi hanno prelevato i bagagli dall’aereo e poi mi hanno scortato fuori dall’aeroporto. Hanno trattenuto il mio passaporto”.

Senza passaporto, Ritter non può lasciare il territorio degli Stati Uniti. E da allora non ci sono più sue notizie. E per i media occidentali la notizia praticamente è stata oscurata (come vedete qui sotto):

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Solo l’Antidiplomatico ne ha parlato. E – ovviamente – i canali che noi non vediamo mai:

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Ritter è un ex ufficiale dell’intelligence del Corpo dei Marines degli Stati Uniti, che in seguito ha prestato servizio come ispettore delle armi degli Stati Uniti e delle Nazioni Unite in Iraq. È anche un commentatore politico, che pubblica su Russia Today , scrivendo di sicurezza internazionale, affari militari, Russia e Medio Oriente, nonché di controllo degli armamenti e non proliferazione.

Ritter non è nuovo allo sputtanamento dei maneggi del governo americano.

Al tempo della Guerra del Golfo presentò un report che contraddiceva le affermazioni del governo americano sulle armi di distruzione di massa. NE fece un reportage con la CNN (che venne bloccato dalla CIA perchè “nocivo agli interessi nazionali” e mai messo in onda) e in seguito un articolo per Newsweek (che fece la stessa fine).

Nelle sue interviste e nei suoi articoli, sostiene apertamente la fine della fornitura di armi all’Ucraina e una politica distensiva tra Stati Uniti e Russia.

Ritter ha ripetutamente esposto la verità sul nazismo ucraino e sulla collusione occidentale con l’ultranazionalismo e il razzismo. Inoltre, il suo lavoro principale come analista militare- molto seguito su YouTube – consiste nel fornire analisi tecniche dettagliate che mostrano la situazione delle parti in conflitto.

Ritter è stato recentemente in Russia, che ha visitato in lungo e in largo, e aveva detto di avere intenzione di girare un film documentario per informare il pubblico americano “sulla realtà della Russia”.

“Il governo degli Stati Uniti sapeva benissimo cosa avevo intenzione di fare. E questo è il motivo per cui, credo, hanno agito in quel modo.

Ciò ha un effetto agghiacciante, non solo su di me e sul lavoro che stavo svolgendo, ma su tutti gli americani che scelgono di esprimersi contro le politiche degli Stati Uniti con le quali non sono d’accordo e di viaggiare all’estero avendo osato criticarle.

Quello che il governo degli Stati Uniti ci sta dicendo è che “possiamo controllare i vostri movimenti. Possiamo controllare la tua vita. Possiamo punirti per quello che hai detto e su cui non siamo d’accordo”.

Da più parti si mormora che questo è un esempio palese del “metodo Clooney”

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Ritter parla dell’analogia di quanto è successo con le sue vicende in occasione della guerra in Iraq

Scott Ritter proprio adesso ha scritto queste parole sul suo canale Telegram RealScottRitter:

“Le somiglianze tra quello che mi è successo il 3 giugno e quello che è accaduto circa 21 anni e mezzo fa sono sconcertanti.

Poi, l’FBI ha compiuto uno sforzo concertato per impedirmi di realizzare un film documentario, “Shifting Sands”, sull’errata tesi a favore della guerra promulgata dal governo degli Stati Uniti. Mi hanno minacciato di arresto, hanno compiuto atti di intimidazione fisica e, quando questo non ha funzionato, hanno avuto un ruolo nella creazione di un caso progettato per distruggere il mio carattere personale agli occhi del grande pubblico.

Gli incidenti del 2001 sono stati un avvertimento per me per iniziare a rispettare la linea. Quando mi sono rifiutato di farlo, pubblicando il mio film documentario e esprimendomi attivamente contro la tesi americana a favore della guerra in Iraq, l’FBI ha poi fatto in modo che le informazioni sugli incidenti del 2001 trapelassero alla stampa, nel tentativo di distruggere la mia credibilità alla vigilia. di un viaggio del febbraio 2003 che avevo intenzione di fare in Iraq, insieme ad una delegazione internazionale di alto profilo, con lo scopo di prevenire una guerra tra gli Stati Uniti e il governo di Saddam Hussein.

Oggi l’amministrazione Biden ha ordinato il mio passaporto mentre mi imbarcavo su un volo che mi avrebbe portato in Russia e al Forum economico internazionale di San Pietroburgo.

L’obiettivo era impedirmi di esprimermi contro la politica statunitense e bloccare i miei piani per realizzare un nuovo film documentario progettato per contrastare la russofobia sponsorizzata dallo stato con una verità basata sui fatti.
Il governo degli Stati Uniti fallì allora e fallirà ancora”.

“Shifting Sands” testimonia il potere della verità di fronte alla generazione di conflitti.

Godetevi il film.

qui il film: https://t.me/realscottritter/2918

@RealScottRitter (https://t.me/RealScottRitter)

nota a margine:

Nonostante l’evidente attacco alla democrazia negli Stati Uniti d’America, l’editorialista e analista Ritter parteciperà al forum di San Pietroburgo tramite un panel online il 7 giugno.

” La delusione che ho provato quando il mio governo mi ha privato dell’opportunità di venire a San Pietroburgo di persona è stata grande. Tuttavia, grazie alle meraviglie della tecnologia moderna, la mia voce non sarà soffocata da coloro che non sono d’accordo con i messaggi che trasmetto”, ha dichiarato l’ex ufficiale dei servizi segreti americani Scott Ritter.