Viktor Orbán e la Rivoluzione Patriottica: riuscirà finalmente ad emergere l’Europa delle Nazioni in arrivo?

Nel panorama politico europeo, l’ascesa di movimenti sovranisti e patriottici sta guadagnando sempre più terreno, soprattutto in un contesto di crescente disillusione verso le istituzioni sovranazionali. Uno degli esponenti più noti di questa tendenza è il Primo Ministro ungherese Viktor Orbán, che recentemente ha avanzato una proposta coraggiosa e potenzialmente rivoluzionaria: la creazione del nuovo Eurogruppo dei Patrioti.

La proposta di Orbán, discussa in un articolo de La Nuova Bussola QuotidianaUn nuovo eurogruppo dei Patrioti, la proposta di Orban” a firma di Luca Volontè, emerge in un momento critico per l’Unione Europea. La pandemia di COVID-19, la crisi migratoria e le tensioni economiche hanno messo a dura prova gli Stati membri, alimentando il malcontento verso le politiche centraliste di Bruxelles. In questo contesto, l’idea di un Eurogruppo dei Patrioti si presenta come una risposta alle preoccupazioni di molti cittadini europei che si sentono traditi e trascurati dai loro rappresentanti.

“Make Europe Great Again” è il motto delle iniziative ungheresi. Orbán propone un’alleanza tra i partiti e i movimenti patriottici di tutta Europa, uniti dalla volontà di difendere l’identità nazionale, i valori cristiani e la sovranità degli Stati membri. Questa nuova formazione politica si contrapporrebbe agli orientamenti progressisti e globalisti che attualmente dominano l’Unione Europea. L’obiettivo non è solo quello di ottenere maggiore rappresentanza nelle istituzioni europee, ma anche di influenzare le politiche comunitarie in modo da renderle più rispettose delle diversità culturali e delle tradizioni locali.

La proposta di Orbán trova già terreno fertile in diversi paesi europei. In Polonia, ad esempio, il governo guidato dal Partito Diritto e Giustizia (PiS) condivide molte delle posizioni del premier ungherese, specialmente in materia di immigrazione e difesa della famiglia tradizionale. Anche in Italia, la Lega di Matteo Salvini e Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni potrebbero essere interlocutori naturali in questa nuova alleanza. Entrambi i leader hanno più volte espresso il loro sostegno a una maggiore autonomia nazionale e a una riduzione del potere di Bruxelles.

Un altro aspetto fondamentale della proposta di Orbán è la promozione di un’Europa delle Nazioni, in cui ogni Stato membro possa preservare la propria identità e prendere decisioni autonome in settori chiave come l’immigrazione, la sicurezza e la politica economica. Questo approccio si oppone nettamente all’idea di un’Europa federale, centralizzata e uniformata, che molti vedono come una minaccia alla sovranità e alla democrazia.

La creazione di un Eurogruppo dei Patrioti rappresenterebbe quindi una sfida diretta all’establishment europeo. Orbán è consapevole delle difficoltà che questa iniziativa potrebbe incontrare, ma è altrettanto determinato a perseguire il suo obiettivo. L’articolo de La Nuova Bussola Quotidiana sottolinea come il premier ungherese abbia già iniziato a costruire alleanze e a discutere la sua proposta con altri leader europei, cercando di creare una base solida per questa nuova formazione politica.

Uno dei punti di forza della proposta di Orbán è la sua capacità di catalizzare il consenso di diverse fasce della popolazione europea. Molti cittadini si sentono distanti e alienati dalle istituzioni europee, eccessivamente burocratiche e lontane dai problemi quotidiani. L’Eurogruppo dei Patrioti potrebbe offrire allora una voce a questi elettori, abbracciando le loro preoccupazioni e difendendo i loro interessi.

Inoltre, la proposta di Orbán potrebbe avere un impatto significativo sulle prossime elezioni europee. Un’alleanza forte e coesa dei movimenti patriottici potrebbe conquistare un numero considerevole di seggi nel Parlamento europeo, alterando gli equilibri di potere e costringendo le forze progressiste e globaliste a rivedere le loro strategie. Forse finalmente lo scenario potrebbe mutare e portare a un cambiamento radicale nelle politiche comunitarie, con maggiore attenzione sulla sovranità nazionale e sui valori tradizionali.

Orban dal canto suo ha rilanciato l’impegno e valori cristiani, ricordando che «le forze nazional-conservatrici, sovraniste e cristiane sono in ascesa in tutta Europa» e ribadito che il partito più forte in Austria, il partito più forte nella Repubblica Ceca e il partito più forte in Ungheria si assumono la responsabilità di promuovere questa azione rinnovatrice, un estremo tentativo di salvare l’Europa.
(La Nuova Bussola Quotidiona).

Naturalmente, come sta accadendo in Francia ed in ogni occasione quando qualcosa di diverso emerge dai veri bisogni della gente, la reazione dell’establishment è molto dura. Infatti, la proposta di Orbán ha fatto piovere critiche e già si sollevano le solite accuse screditanti che alimentano le paure irrazionali (mentre si è già messo in moto ” il sistematico boicottaggio che molti diplomatici e burocrati europei hanno già predisposto e confessato fieramente al The Guardian”  (La Nuova Bussola Quotidiona).).

Le forze progressiste sostengono che un’alleanza patriottica potrebbe fomentare il nazionalismo estremo e minare la solidarietà tra gli Stati membri. Ma statene certi: lo direbbero verso qualsiasi forza “alternativa”, a prescindere dalla loro proposta politica. Vengono anche sollevate le solite accuse di disgregare la coesione europea, sostenendo che le forze sovraniste possano portare a una frammentazione dell’Unione Europea, mettendo a rischio i benefici della cooperazione e dell’integrazione. Ciò significa che saranno usati tutti i mezzi legali e sotto copertura per affossare il nuovo.

Naturalmente, è il solito fango delle autorità europeiste autoreferenziali che si autoproteggono come se solo loro avessero la legittimità di governare. Per loro, nulla vuol dire che i nuovi vertici in ‘pectore’ siano stati rifiutati quasi tutti nelle ultime elezioni nei rispettivi paesi. In realtà, è questo il momento di cambiare. Mentre l’Europa affronta sfide senza precedenti, è essenziale mettere in atto un approccio nuovo per garantire la libertà umana e la prosperità del continente. L’Eurogruppo dei Patrioti potrebbe offrire una visione alternativa, basata sul rispetto delle diversità culturali, sulla valorizzazione delle radici cristiane unificatrici e sulla valorizzazione delle tradizioni locali.

In definitiva, la proposta di Viktor Orbán per un nuovo Eurogruppo dei Patrioti rappresenta una sfida ambiziosa e non più procrastinabile per riformare l’attuale ordine politico europeo. Se avrà successo, potrebbe ridefinire il futuro dell’Unione Europea, offrendo una voce più forte ai movimenti patriottici e promuovendo un’Europa delle Nazioni. Sarà interessante vedere come si muoverà Giorgia Meloni, anche se in Italia il sistema politico è fortemente influenzato dal PD, che gioca sempre sulle solite ambiguità e appare piuttosto un partito incardinato e orientato a distruggere l’Italia a favore di un completo incorporamento con Bruxelles, piuttosto che seguire un’idea di libertà ed emancipazione per il nostro paese.