La Russia svela il nuovo sistema d’armi RS-26 Rubezh: un messaggio all’Ucraina e all’Occidente

La Russia svela il nuovo sistema d’armi RS-26 Rubezh: un messaggio all’Ucraina e all’Occidente

La Russia ha compiuto un significativo passo avanti nella guerra in Ucraina, lanciando per la prima volta un missile balistico stradale mobile RS-26 Rubezh contro un obiettivo a Dnipro, nella regione di Dnipropetrovsk. L’attacco, secondo fonti ucraine, ha colpito un’industria locale di cui non sono stati resi noti dettagli, ma è importante ricordare che Dnipro ospita l’impianto missilistico Pivdenmash (ex Yuzhmash), uno dei principali centri dell’industria militare ucraina.

La risposta degli Stati Uniti: preoccupazione ma non allarme nucleare

Il Pentagono ha confermato che gli Stati Uniti erano stati avvertiti in anticipo del lancio attraverso i canali di comunicazione del Centro per la riduzione del rischio nucleare. Sabrina Singh, portavoce del Pentagono, ha dichiarato che, pur non ravvisando segnali di un imminente utilizzo di armi nucleari, Washington è preoccupata per l’introduzione di questa nuova arma da parte di Mosca. L’attacco, infatti, rappresenta un’evidente dimostrazione della capacità della Russia di alterare le dinamiche qualitative del conflitto.

Le caratteristiche dell’RS-26 e il suo impatto strategico

L’analisi delle immagini dell’attacco ha rivelato che il missile RS-26 era equipaggiato con sei testate indipendenti, ognuna delle quali ha rilasciato submunizioni convenzionali. Si tratta di un’innovazione che modifica radicalmente le percezioni dell’arsenale russo, fino ad oggi associato a testate nucleari.

La ripresa della produzione dell’RS-26 presso l’impianto di Votkinsk segna una svolta. Dopo una sospensione nel 2017, la Russia ha riattivato la linea di produzione nell’estate del 2023, con una capacità stimata di 6-8 missili al mese. In meno di un anno, Mosca potrebbe aver accumulato un arsenale di circa 30-40 missili.

Nonostante sia ufficialmente classificato come un missile balistico intercontinentale (ICBM), l’RS-26 è in grado di operare a distanze inferiori ai 5.500 chilometri, rientrando così nella categoria dei missili a gittata intermedia. Questo dettaglio tecnico ha suscitato controversie: al momento della sua progettazione, la Russia era vincolata dal Trattato INF, che proibiva lo sviluppo di missili con una gittata compresa tra 500 e 5.500 chilometri. Tuttavia, il ritiro degli Stati Uniti dal trattato nel 2019, sotto l’amministrazione Trump, ha aperto la strada alla ripresa dello sviluppo di tali sistemi.

Le implicazioni per l’Ucraina e l’Europa

Il missile RS-26, con il suo carico convenzionale di testate multiple, rappresenta una minaccia senza precedenti per l’Ucraina e, potenzialmente, per qualsiasi obiettivo in Europa. La sua versatilità e la mancanza di sistemi di difesa efficaci contro questo tipo di attacco aumentano significativamente la pressione sugli alleati occidentali di Kiev.

L’Ucraina, guidata dal presidente Volodymyr Zelensky, ha espresso frustrazione per l’apparente mancanza di una risposta immediata da parte dei suoi alleati occidentali. Zelensky ha criticato i “rispettati partner” per la loro inazione, in un momento in cui Kiev ha ricevuto il via libera per condurre attacchi in profondità nel territorio russo con armamenti occidentali.

Un conflitto che si evolve

L’introduzione del missile RS-26 in versione convenzionale segna una nuova fase nel conflitto, trasformandolo in una guerra di logoramento tecnologico oltre che militare. Mosca, con questa mossa, lancia un messaggio chiaro: è pronta a impiegare armi sempre più sofisticate, senza violare formalmente le linee rosse legate all’uso di testate nucleari.

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Rotte approssimative dell’ attacco missilistico sugli obiettivi in ​​Ucraina la scorsa notte.

Le linee arancioni mostrano il volo dei missili Kh-101 dalla regione di Saratov e le loro manovre tortuose prima di avvicinarsi agli obiettivi nella regione di Dnepropetrovsk.

La linea viola indica la traiettoria di arrivo del missile balistico 9M723 Iskander-M dalla Crimea al bersaglio a Krivoy Rog, nella regione di Dnepropetrovsk.

Due linee rosa raffigurano le traiettorie di lancio del Kinžal dalla regione di Tambov all’aeroporto di Aviatorskoye nella regione di Dnepropetrovsk, nonché il principale colpevole dell’intera celebrazione – un missile balistico intercontinentale/MRSD non identificato (presumibilmente l’RS-26 “Rubezh”) dal campo di addestramento di Kapustin Yar nella regione di Astrakhan presso lo stabilimento “Yuzhmash” a Dnepropetrovsk.