La memoria corta occidentale di fronte alla caduta di Aleppo: l’ascesa di Hayat Tahrir al-Sham e le sue conseguenze

La recente conquista di Aleppo da parte del gruppo jihadista Hayat Tahrir al-Sham (HTS), guidato da Abu Mohammed al-Julani, rappresenta una drammatica involuzione nel conflitto siriano. Al-Julani, su cui pende una taglia di 10 milioni di dollari offerta dagli Stati Uniti, non è mai stato oggetto di attacchi diretti da parte delle operazioni militari americane. Ora Aleppo, un tempo simbolo della cultura e della diversità siriana, è sotto il pieno controllo di al-Julani e del suo gruppo, lasciando la città in balia della loro agenda.

Ovviamente la caduta di Aleppo, avvenuta in appena tre giorni di intensi combattimenti, espone la popolazione civile pro-Assad alle stesse  vendette e repressioni brutali viste precedentemente. L’apparente indifferenza dell’Occidente di fronte a questa tragedia solleva interrogativi profondi, soprattutto alla luce delle conseguenze umanitarie e politiche di un dominio jihadista su una delle città più significative della Siria. Tuttavia non sfugge che il leader di Hayat Tahrir al-Sham Julani anche se è formalmente ricercato ha collaborato con gli USA per attacchi mirati nella regione di Idlib contro leader di bande rivali.

Un doppio standard occidentale

Mentre gruppi come Hezbollah, con una struttura politico-militare e un approccio relativamente più tollerante verso le minoranze, sono costantemente oggetto di ostilità da parte degli Stati Uniti e dei loro alleati, Hayat Tahrir al-Sham, che non è altro che una continuazione del Fronte al-Nusra (al-Qaeda in Siria), beneficia di un atteggiamento permissivo. Nonostante sia ufficialmente designato come organizzazione terroristica, HTS non viene ostacolato dall’Occidente, che sembra preferire la presenza di un gruppo jihadista rispetto al regime di Assad, considerato troppo vicino a Russia e Iran.

Questo doppio standard è emblematico di una politica occidentale che privilegia gli interessi geopolitici rispetto ai più basilari principi di umanità e dignità umana. Aleppo, sotto il controllo di HTS, rischia di diventare il teatro di atrocità contro i civili che non hanno potuto o voluto fuggire. I video che già circolano, mostrando esecuzioni sommarie e rapimenti di donne per motivi legati al loro abbigliamento “non conforme”, sono solo un’anticipazione di ciò che attende la popolazione rimasta.

Inoltre sono disponibili  articoli, documentazione fotografica e video delle atrocità compiute dal Fronte al Nusra , poi successivamente ribrandizzato in Hayat Tharir al Sham.

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La repressione e l’imposizione della sharia

L’esperienza di Idlib, dove HTS regna senza elezioni e senza alcun rispetto per i diritti fondamentali, offre un’anteprima delle condizioni che potrebbero attendere Aleppo. Nei territori controllati da al-Julani, la legge della sharia viene applicata in modo brutale: i ladri subiscono amputazioni, l’adulterio viene punito con la pena capitale (vedi anche qui) Le minoranze religiose, come i cristiani, sono sottoposte a restrizioni che includono il divieto di esporre simboli religiosi come le croci, suonare le campane delle chiese o celebrare funzioni all’aperto.

Tutti i beni dei cristiani ad Idlib sono stati sequestrati e considerati bottino di guerra (vedi Asia News). L’organizzazione Human Right Watch testimonia le privazioni a cui sono sottoposte le donne private dei originali diritti nei territori sotto il controllo dell’organizzazione terroristica (vedi qui). Questo regime di oppressione è un chiaro passo indietro rispetto alla Siria pluralista che esisteva prima della guerra.

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Il silenzio dell’Occidente e le sue implicazioni

La mancata reazione dell’Occidente alla caduta di Aleppo evidenzia una strategia miope e ipocrita. Sostenere, direttamente o indirettamente, gruppi jihadisti come HTS in funzione anti-Assad non solo alimenta l’instabilità regionale, ma compromette gravemente la credibilità morale dei paesi occidentali. Assad, pur essendo un leader autoritario, guida un regime laico in cui diverse comunità religiose hanno coesistito per decenni. La sua sostituzione con un dominio jihadista rischia di trasformare la Siria in un mosaico di feudi islamisti, dove i diritti umani e la sicurezza delle minoranze saranno sistematicamente violati.

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link Corriere della Sera: QUI

Considerazioni

La caduta di Aleppo nelle mani di HTS dovrebbe rappresentare un campanello d’allarme per l’Occidente, ma finora il silenzio prevale. Mentre gli Stati Uniti e i loro alleati si concentrano sul contenimento dell’influenza russa e iraniana (bombardando addirittura i rinforzi mandati in SIRIA a supporto dell’esercito nazionale siriano), le popolazioni siriane pagano il prezzo di una politica estera disumanizzante. Aleppo rischia di diventare un altro Idlib: una terra di oppressione e violenza, dove la giustizia viene amministrata con il sangue e la libertà è solo un ricordo lontano.

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nota a margine:

alcune immagini di editti affissi ad Idlib dal gruppo ex al Nusra dalla pagina del volontario francese ad Aleppo Pierre Le Corf (vedi qui) :

“Il sole del califfato brillerà di nuovo – è proibito per uomini e donne ritrovarsi insieme – devi fare la jihad – l’Islam è la nostra strada – Dio ti guarda – fumare è proibito da Dio – i secolarizzati sono infedeli – la democrazia è la religione dell’occidente – la democrazia è il mostro di questa nostra era – la democrazia riunisce gli infedeli contro l’islam – la democrazia e il secolarismo vi convertono contro l’islam – fratelli jihadisti attenzione – coloro che rifiutano l’Islam sono i nostri nemici – il Hijab è obbligatorio (…)” – 

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I cristiani ad Idlib il feudo di al Nusra/HTS:

I cristiani di Idlib sono cristiani arabi stanziali,  chiamati anche “discendenti dei sopravvissuti, riferendosi questo termine con i sopravvissuti del massacro dell’Impero ottomano del 1915.

La persecuzione dei cristiani viene riconosciuta anche dall’ Osservatorio siriano per i diritti umani (SOHR) che è stato per tutta la guerra siriana il referente mediatico in occidente dell’opposizione siriana finanziata ed armata dall’occidente e dai paesi del Golfo.  Nel 2020 la stessa SOHR  denunciò la decisione dei jihadisti di Idlib, di confiscare le proprietà dei Cristiani in applicazione della “legge islamica della sharia”.

SOHR precisava:

HTS ha bloccato i cristiani della città di Idlib, perseguitando i proprietari e gli occupanti delle loro proprietà. Il loro ufficio denominato “ufficio delle proprietà dei cristiani” facente capo ad HTS, che considera tutte le proprietà cristiane come un bottino, ha notificato agli inquilini di verificare con gli uffici amministrativi, i termini per rinnovare i contratti e di stabilire nuovi termini, incluso l’innalzamento degli affitti di case e negozi che un tempo erano di loro proprietà.

Inoltre HTS ha informato i cristiani residenti che il suddetto ufficio in ogni momento ha il diritto di affittare, acquisire e alienare la proprietà in qualsiasi momento, a proprio insindacabile giudizio.

Non si trattò solo di sequestri di case (vedi qui anche ASIA NEWS) e di privazione della libertà religiosa.

Riporto di seguito di AGENSIR:

(…) Cristiani vittime di rapimenti e omicidi. Dal canto loro i cristiani di Knayeh e Yacoubieh vivono rintanati in casa terrorizzati. “La paura è enorme per le nostre comunità già povere – dichiara il frate -. Gli aiuti non arrivano come un tempo e sono iniziati i rapimenti non conosciamo gli autori di questi crimini, se siano semplici malviventi o membri delle milizie che controllano la zona. Alcuni giorni fa è stato rapito il nostro avvocato e la famiglia ha dovuto sborsare circa 50mila dollari per il suo rilascio. Una cifra enorme”. Anche padre Hanna ha vissuto l’esperienza del rapimento: venne prelevato da miliziani del fronte Jahbat Al-Nusra, nell’ottobre del 2014, con 16 parrocchiani. “Dopo diversi giorni sono stato riportato al mio convento di Knayeh”, ricorda il religioso. Volevano costringerci alla conversione e prenderci il convento. Ma siamo rimasti saldi nella fede e tornati a casa più forti e motivati di prima”. (…).

La maggior parte dei cristiani (autoctoni) a causa delle persecuzioni e le minacce subite lasciò la provincia tra il 2015 e 2016. L’esodo ha portato oggi l’85% dei cristiani fuori dalla provincia di Idlib.

Nel 2022 , nella chiesa di S.Anna ad Idlib al Nusra/HTS  ha concesso  “Per la prima volta in 10 anni, i cristiani hanno celebrato una messa festiva nel giorno di Sant’Anna nel villaggio. Da quando l’opposizione e le organizzazioni jihadiste hanno preso il controllo dell’area, i cristiani rimasti qui hanno praticato i loro riti religiosi in modo limitato e lontano dai media” (Qui cerimonia di apertura e celebrazione: Syria TV)