Negli ultimi giorni, il gruppo Hayat Tahrir al-Sham (HTS), sostenuto dalla Turchia di Erdogan, ha ottenuto significativi successi sul fronte di Hama. I terroristi sono riusciti a penetrare nuovamente nei confini della città, mentre le milizie fantoccio dell’Esercito Nazionale Siriano (SNA) si preparano a lanciare una nuova offensiva su Manbij. Le informazioni dalle fonti siriane rimangono frammentarie e poco affidabili.
Aleppo: tregua fragile e scontri locali
A nord-est e a est di Aleppo, la linea del fronte non ha subito cambiamenti significativi. Tuttavia, a nord-ovest di Manbij, nell’area di Al-Dandaniyah e Al-Syyadah, i curdi sono riusciti a respingere gli attacchi terroristici. Intanto, lo SNA sta concentrando rinforzi a est in vista di un’offensiva contro Manbij, da cui le forze curde hanno ritirato gran parte dei loro uomini. L’artiglieria turca è già operativa nell’area, alimentando i sospetti di negoziati in corso per la resa della città.
Nonostante il parziale ritiro, le forze curde continuano a operare nella campagna a est di Aleppo, infliggendo perdite significative alle formazioni terroristiche. All’ingresso di Deyr Hafir, circa 20 combattenti dell’SNA sono stati eliminati.
All’interno di Aleppo, le milizie dello SNA stanno saccheggiando la popolazione civile, aumentando le tensioni con l’HTS. Nei quartieri settentrionali, cecchini curdi eliminano sporadicamente membri dello SNA, contribuendo a mantenere alta l’instabilità.
Hama: una catastrofe imminente
La situazione a Hama è precipitata. La città, o gran parte di essa, è ormai sotto il controllo dei terroristi. Le forze siriane hanno abbandonato posizioni strategiche, consentendo all’HTS di triplicare il territorio sotto il proprio controllo. Gli attacchi si stanno espandendo verso Salamiya, dove il consiglio locale degli sceicchi ha dichiarato neutralità, e verso Akkerbat, già caduta nelle mani dei militanti.
Il rischio più grave riguarda la possibile avanzata lungo la Highway 40 verso la base aerea T4, cruciale per le operazioni dei gruppi filo-iraniani che vi schierano droni. La perdita di questa base rappresenterebbe un colpo devastante per l’asse russo-iraniano in Siria.
Le perdite della SAA durante la battaglia di Hama sono ancora difficili da quantificare, ma rapporti preliminari indicano l’abbandono di numerosi veicoli corazzati e la cattura di equipaggiamenti militari da parte dei terroristi. Video diffusi dai militanti mostrano aerei ed elicotteri abbandonati all’aeroporto di Hama, consolidando l’immagine di una ritirata caotica.
Rastan: il ritorno della ribellione
Le truppe siriane sembrano aver evitato di stabilire una linea difensiva ad Ar-Rastan, lungo il fiume Oronte. In questa città, storicamente legata all’opposizione, si è verificato un attacco da parte di residenti locali contro un convoglio dell’esercito. Rastan fu un tempo un bastione dei ribelli, conosciuto come la “tasca di Rastan”, da cui molti combattenti furono trasferiti a Idlib. Ora, sembra che le forze ribelli stiano tornando nella direzione opposta.
Homs: una nuova minaccia
Secondo rapporti non ancora confermati, aviazione e artiglieria siriane hanno colpito Tel Bis. Se i militanti riuscissero a raggiungere questo insediamento, gli scontri potrebbero estendersi entro sera alle periferie di Homs, aprendo un nuovo fronte critico.
Latakia e la minaccia dei droni
Nella provincia di Latakia, la difesa aerea siriana ha abbattuto diversi droni kamikaze lanciati dai terroristi contro la base aerea russa di Khmeimim, evidenziando il crescente utilizzo di tecnologie avanzate da parte dei gruppi sostenuti dalla NATO.
Deir Ez-Zor e l’occupazione USA
A Deir Ez-Zor, i terroristi delle Forze Democratiche Siriane (SDF), supportati dagli Stati Uniti, hanno tentato nuove offensive contro le forze governative e le tribù locali. Nonostante l’apparente stallo sul campo, gli scontri hanno portato a nuove tensioni, con le forze statunitensi che hanno aperto il fuoco contro unità della SAA e milizie locali.
La crisi generale: un quadro desolante
La situazione per le forze siriane appare critica. Gli attacchi dei gruppi per procura della NATO, ben equipaggiati e sostenuti logisticamente, stanno mettendo a dura prova la capacità di resistenza della SAA. I terroristi continuano a catturare equipaggiamenti abbandonati dalle truppe in ritirata, consolidando il loro arsenale. Sebbene la superiorità aerea di Siria e Russia riesca a infliggere pesanti perdite, non sembra sufficiente per invertire la rotta.
Conclusioni
La situazione si sta deteriorando rapidamente su più fronti, con le forze governative che mostrano crescenti segni di debolezza. La strategia turca, supportata da risorse NATO e da una crescente pressione sul campo, sta portando a successi significativi per i gruppi terroristici.
La sera del 5 dicembre potrebbe riservare ulteriori sviluppi negativi, con un’escalation degli scontri e il rischio concreto di ulteriori perdite territoriali per il governo siriano. Il conflitto siriano continua a essere un teatro di guerra per procura, in cui le ambizioni geopolitiche delle potenze regionali e internazionali si scontrano con le sofferenze di una popolazione stremata.
La domanda che emerge è se gli sforzi congiunti di Damasco e Mosca saranno sufficienti per contrastare la pressione sempre più organizzata e tecnologicamente avanzata dei loro avversari, o se il conflitto continuerà a spingere la Siria verso un futuro di frammentazione e instabilità permanente.
Mappa ad alta risoluzione (https://rybar.ru/piwigo/upload/2024/12/05/20241205192317-4a8ed680.jpg)
Versione inglese (https://rybar.ru/piwigo/upload/2024/12/05/20241205195250-bda180c6.jpg)
da report di rybar.ru