La caduta del governo Assad: un cambio di regime orchestrato dagli Stati Uniti

La caduta del governo di Bashar al-Assad segna una svolta epocale nella crisi siriana, un conflitto che ha devastato il Paese per oltre un decennio. Gli ultimi sviluppi confermano un cambio di regime pianificato e supportato dagli Stati Uniti, con profonde implicazioni regionali e globali.

L’esilio di Assad e il crollo di un’epoca

Il presidente siriano Bashar al-Assad ha lasciato il Paese, trovando rifugio a Mosca grazie all’asilo politico concesso dalla Russia. Secondo fonti del Cremlino, la decisione di Assad sarebbe il risultato di un accordo negoziato tra le parti in conflitto per facilitare un pacifico trasferimento di potere. Tuttavia, il vuoto lasciato dal suo regime ha innescato un’ondata di caos a Damasco, con saccheggi al palazzo presidenziale e alla Banca centrale, e distruzioni ad opera dei bombardamenti israeliani, incluso l’edificio della Direzione per l’immigrazione.

Mentre l’opposizione armata prende il controllo della capitale e di altre aree strategiche come Tartus, si profila una frammentazione della Siria. Gli attacchi aerei israeliani hanno contribuito ad accelerare la dissoluzione del potere centrale, colpendo basi militari e strutture governative, tra cui la base aerea di Mezzeh e centri di intelligence a Damasco.

Il ruolo degli Stati Uniti e di Israele

Washington e Tel Aviv si sono posizionate come attori chiave nel cambio di regime. Gli Stati Uniti, attraverso la Turchia, hanno stabilito contatti diretti con l’opposizione armata, mentre Israele ha occupato la zona cuscinetto delle Alture del Golan, dichiarando la fine dell’accordo di disimpegno del 1974. Questi sviluppi sottolineano una strategia condivisa per balcanizzare la Siria, favorendo la frammentazione del Paese in enclave controllate da diversi gruppi di potere.

Secondo l’analista Stanislav Tarasov, tra gli scenari possibili emergono:

  1. La Turchia potrebbe assumere il controllo di Aleppo e Idlib.
  2. I curdi, con il sostegno americano e israeliano, potrebbero dichiarare uno stato indipendente.
  3. Il resto della Siria rischia di essere diviso in diverse enclave sotto il controllo di vari gruppi armati.

La risposta della Russia e dell’Iran

La Russia, pur avendo accolto Assad, mantiene un approccio pragmatico, garantendo la sicurezza delle sue basi militari a Tartus e Khmeimim grazie ad accordi con l’opposizione armata. Tuttavia, il regime di allerta rimane elevato, segnalando incertezze sulla stabilità futura.

L’Iran, invece, si trova in una posizione più delicata: la sua ambasciata a Damasco è stata saccheggiata, e il nuovo governo siriano sembra voler ridurre l’influenza iraniana. Teheran continua a promuovere una soluzione politica basata sulla risoluzione 2254 dell’ONU, inclusiva ma esclusiva dei gruppi estremisti come ISIS e Hayat Tahrir al-Sham (HTS).

L’opposizione armata e le prospettive future

Hayat Tahrir al-Sham emerge come uno degli attori principali nella nuova Siria. Nonostante il suo passato come affiliato di al-Qaeda, il gruppo ha tentato un rebranding mediatico, presentandosi come una forza moderata pronta a governare. L’amministrazione Biden sembra considerare la possibilità di interagire con HTS, mentre il suo leader, Abu Muhammad al-Julani, cerca legittimità internazionale.

Il futuro della Siria rimane incerto. La possibilità di un governo stabile dipende dall’esito del confronto tra fazioni laiche e islamiste. La balcanizzazione del Paese rischia di intensificare le tensioni regionali, soprattutto per Turchia e Israele, mentre gli Stati Uniti cercano di capitalizzare sulla situazione per consolidare la loro influenza.

Considerazioni

La caduta del governo Assad rappresenta un punto di svolta per la Siria e l’intero Medio Oriente. Sebbene gli Stati Uniti e i loro alleati celebrino questo evento come un’opportunità storica, le implicazioni per la stabilità regionale e la sovranità del popolo siriano sono tutt’altro che chiare. La transizione verso un nuovo ordine politico è appena iniziata, e i rischi di nuovo caos rimangono elevati