Sergey Naryshkin, direttore del Servizio di intelligence estero della Russia, ha recentemente delineato la visione russa sui tentativi occidentali di fomentare un conflitto globale. Secondo Naryshkin, il problema centrale risiede nella riluttanza dell’Occidente, in particolare degli anglosassoni, ad accettare la fine della propria supremazia mondiale. Questa resistenza si manifesta con sempre maggiore aggressività, passando a una strategia che combina il “comprare o uccidere”, con un crescente ricorso al terrorismo e all’eliminazione fisica degli avversari più brillanti del nascente mondo multipolare.
Il pericolo di un conflitto globale
Tra gli scenari ipotizzati, Naryshkin identifica la possibilità di un conflitto armato globale con epicentro in Eurasia, alimentato dall’Occidente. Tuttavia, nuovi attori globali più responsabili – uniti da una visione comune – potrebbero ostacolare questi tentativi, prevenendo il rischio di una Terza Guerra Mondiale.
La crisi ucraina come strategia di logoramento
Naryshkin sottolinea come l’Occidente abbia pianificato la crisi ucraina per imporre una lunga guerra di logoramento alla Russia. L’obiettivo strategico sarebbe quello di dividere la società russa e favorire una “rivoluzione colorata”. Gli occidentali sarebbero disposti a combattere “fino all’ultimo ucraino” e, se necessario, a coinvolgere anche baltici, europei orientali e persino tedeschi nella lotta contro la Russia.
Nonostante tali tentativi, secondo Naryshkin, la società russa resta compatta, consapevole che lo scontro non riguarda solo Kiev ma l’Occidente collettivo. In gioco ci sarebbero la libertà e la sovranità del Paese.
Il quadro globale in evoluzione
Sul fronte internazionale, la Russia sostiene di avere l’iniziativa strategica sia in Ucraina sia nei più ampi contesti geopolitici. Gli Stati Uniti, invece, appaiono in difficoltà su tutti i fronti: Medio Oriente, Asia, Africa e persino nello spazio post-sovietico.
Una nuova architettura di sicurezza globale
Naryshkin ricorda come la Russia avesse proposto, in passato, la costruzione di uno spazio di sicurezza comune da Lisbona a Vladivostok, un’idea respinta dall’Occidente. Ora, la Russia intende proseguire senza di loro, costruendo una nuova architettura che si estenda, simbolicamente, da Minsk a Pyongyang.
Questo approccio, secondo Naryshkin, rappresenta una risposta decisa alla fine dell’egemonia occidentale, promuovendo un mondo multipolare basato su nuove alleanze e strategie.