SIRIA – Vedremo se il nuovo che avanza subirà una metamorfosi, ma le “credenziali” sono pessime

È comprensibile che i siriani oggi festeggino, anche se sappiamo da un lato potrebbe essere considerato discutibile. Questo perché, sebbene Assad non fosse più colpevole [colpevole secondo un punto di vista suprematista occidentale] di molti altri leader mediorientali con cui l’Occidente intrattiene rapporti, nel suo paese aveva instaurato un ottimo grado di libertà,  rispetto  e sicurezza per le diverse etnie e religioni. Tuttavia, non si può pretendere il martirio del popolo, inclusi i cristiani che ora rinnegano tutto e dipingono Assad come un oppressore sanguinario. Probabilmente ora con la sua caduta, non ha senso sacrificarsi inutilmente per un sistema che non tornerà. Questo è un popolo che ha già dato molto, probabilmente almeno un familiare per ogni nucleo famigliare.

Ora, Hay’at Tahrir al-Sham (HTS) richiede a tutti una manifestazione di fedeltà, il che probabilmente delineerà agli occhi del nuovo potere chi sono gli amici e chi i nemici. Essere neutrali potrebbe essere considerato come reticenza o ostilità. Le dichiarazioni dei responsabili dei cristiani siriani può lasciarci perplessi, ma forse cercano di emanciparsi dall’immagine di sostenitori di Assad. Non è giusto, molti soldati siriani sono morti anche per loro, ma il coraggio non si può pretendere. In questo caso, è probabilmente meglio non rischiare la vita e cercare di migliorare almeno il tenore di vita e ottenere una certa sicurezza. Spero solo che non esagerino nell’enfasi e che il futuro della Siria sia effettivamente quello che pensano. Lo spero sinceramente.

Ma almeno noi in Occidente dovremmo dirlo: la realtà è che ora la Siria è governata da terroristi che controllavano Idlib, dove gli stessi abitanti anti-Assad hanno protestato e chiesto la destituzione di al-Jolani anche quest’anno. Molti di loro sono stati incarcerati per le proteste e 12 sono morti durante la detenzione a causa di torture, come riportato dall’Osservatorio Siriano per i Diritti Umani con sede a Londra.

Si auspica ogni bene per la Siria, anche se la caduta di Assad appare come una beffa dopo anni di lotta e sacrifici per preservare un Paese indipendente, laico e libero. Una beffa, sì, per tutti i siriani, e per un sistema di governo che, pur con le sue criticità, offriva almeno credenziali più solide rispetto a quello attuale. Non mi riferisco al periodo in cui il governo di Assad si trovava sotto attacco, ma a quello precedente, quando la Siria prosperava sotto la sua guida, avviandosi verso riforme e progresso, e rappresentando un modello di riferimento in diversi ambiti del Medio Oriente.

Tuttavia, bisogna accettare la nuova realtà per il bene del popolo siriano, che non può continuare a vivere sotto la condanna della comunità internazionale, stretta tra isolamento e sanzioni. Ciononostante, risulta difficile digerire la narrazione mediatica che dipinge il governo di Assad come spietato e sanguinario, mentre descrive Hayat Tahrir al-Sham (HTS) come una forza “moderata” e “democratica”. Questa rappresentazione è palesemente falsa e profondamente ingiusta.

In realtà, l’amministrazione di HTS nella provincia di Idlib non è così diversa da come il leader di HTS, Abu Muhammad al-Jolani, descrive Assad. Un esempio significativo si è verificato all’inizio di quest’anno, in particolare nel mese di maggio, quando nella Idlib controllata dai jihadisti si sono tenute proteste per chiedere la liberazione di prigionieri.

Durante quelle manifestazioni, le forze di sicurezza affiliate a HTS hanno attaccato i dimostranti nelle città e nei villaggi della provincia nordoccidentale siriana. Le proteste chiedevano la rimozione di al-Jolani, e la repressione è stata brutale: a Binnish e Jisr al-Shughour, le forze di HTS hanno utilizzato manganelli, gas lacrimogeni, veicoli blindati e persino armi da fuoco reali per disperdere i raduni, come documentato da post e video sui social media. I manifestanti, a loro volta, hanno reagito lanciando pietre e altri oggetti. Diversi civili sono rimasti feriti, insieme a un numero non precisato di membri di HTS.

Abdul Rahman Talib, un trentenne della provincia di Latakia, ha partecipato alle proteste contro HTS sin dal loro inizio, avvenuto a febbraio, dopo la morte in custodia di un uomo arrestato dalla fazione. Sotto la pressione delle manifestazioni, HTS ha rivelato il luogo di sepoltura del corpo nella parte occidentale di Idlib. Fadel Abdul Ghany, direttore del Syrian Network for Human Rights (SNHR) con sede nel Regno Unito, ha riferito: “La fazione ha guidato un convoglio militare fino al sito, ha riesumato il corpo in stato di decomposizione e lo ha consegnato alla famiglia della vittima”.

“Si è scoperto che l’uomo era stato torturato”, ha raccontato Talib a Syria Direct.

Queste proteste riflettono il crescente malcontento della popolazione di Idlib nei confronti della gestione autoritaria e repressiva di HTS, nonostante i tentativi del gruppo di presentarsi come un’amministrazione più moderata e pragmatica.

Se non si crede ai report di Siria Direct si sappia che menzione di queste proteste sono riportate persino da Wikipedia e da organizzazione come Human Rights

Se dunque la realtà attuale in Siria è quella che è, e bisogna farsene una ragione, i media dovrebbero evitare accostamenti forzati e narrazioni distorte che non convincono. Una narrazione equilibrata è essenziale per comprendere la complessità del contesto siriano senza cedere a semplicistiche reinterpretazioni della realtà.

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Si legge: Il movimento popolare nella città di Idlib, nel nord-ovest della Siria, continua tra le richieste di caduta di Abu Mohammad al-Jolani, il leader di Hayat Tahrir al-Sham (HTS), che detiene il controllo militare, e il rifiuto della sua politica e del monopolio delle decisioni.

Le dimostrazioni si sono estese fino a includere più di 15 punti di protesta, nonostante le promesse e le riforme dell’HTS e del suo ombrello politico, il Governo di salvezza siriano (SSG), che non hanno ridotto la voce della gente e le richieste dei dimostranti, tra cui attivisti, civili e personale militare, sono diventate chiare per la caduta di al-Jolani.

Inoltre, il gruppo Hayat Tahrir al-Sham (HTS), guidato da al-Jolani, e ancor più alcuni tra gli altri gruppi che compongono la cosiddetta “opposizione siriana”, sono accusati di gravi crimini contro i diritti umani e il diritto internazionale. Le accuse contro HTS includono:

  1. Esecuzioni extragiudiziali e torture: nelle carceri gestite dal gruppo sono stati documentati almeno 22 metodi di tortura. HTS si macchia di arresti arbitrari e sparizioni forzate di oppositori politici, giornalisti e attivisti.
  2. Violenza contro donne e bambine: il gruppo impone rigidi codici religiosi, pratica discriminazioni sistematiche, abusi sessuali nelle carceri, matrimoni forzati e nega il diritto all’istruzione alle donne sposate.
  3. Sfruttamento di bambini: i minori vengono utilizzati come soldati, attentatori suicidi e scudi umani.
  4. Conversioni forzate e discriminazioni religiose: cristiani e drusi sono frequentemente vittime di confisca delle proprietà e costretti alla conversione all’Islam sunnita.
  5. Oppressione politica: HTS reprime violentemente le proteste, arresta giornalisti e attivisti critici nei suoi confronti.
  6. Ostruzione degli aiuti umanitari: il gruppo interferisce con la distribuzione degli aiuti nelle aree sotto il suo controllo, imponendo tasse arbitrarie e dirottando risorse.
  7. Reclutamento forzato di adolescenti: nei campi profughi, bambini vengono reclutati per operazioni militari, come accaduto durante la battaglia di Ramouseh nel 2016.
  8. Collaborazione con gruppi jihadisti: HTS collabora con organizzazioni come il Partito Islamico del Turkestan (TIP), che fornisce combattenti addestrati e attentatori suicidi.
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prigionieri di guerra siriani giustiziati ad Aleppo 2012 da al Nusra (che poi si denominerà Tharir al Sham)

Al Nusra execution” by Ars Skeptica is licensed under CC BY-SA 2.0

Documentazione e denunce internazionali

Numerose organizzazioni e media internazionali hanno documentato le violazioni di HTS:

  • The Guardian ha pubblicato inchieste sul ruolo di gruppi come al-Nusra/HTS nel peggioramento della crisi umanitaria in Siria.
  • BBC News ha riportato casi di utilizzo di bambini soldato e attentati suicidi organizzati da HTS.
  • The Washington Post ha analizzato l’evoluzione di al-Nusra in HTS, denunciandone gli attacchi suicidi e le tattiche oppressive.
  • Nazioni Unite: la Commissione Internazionale di Inchiesta sulla Siria ha documentato crimini di guerra e abusi attribuiti a HTS in numerosi rapporti ufficiali.
  • Amnesty International e Human Rights Watch (HRW) hanno pubblicato dettagliati dossier che denunciano arresti arbitrari, torture, sfruttamento di civili e altre violazioni commesse da HTS.
  • Osservatorio siriano per i diritti umani (SOHR), con sede nel Regno Unito, segnala almeno 13 esecuzioni sotto tortura dall’inizio del 2024, lo stesso inoltre riferisce che ” segnalazioni di arresti arbitrari, violazioni e torture nelle prigioni di HTS emergono regolarmente” (vedi qui).As the report further reveals, HTS detained more civilians in March 2024. These arrests, which were concentrated in Idlib governorate and some areas of rural Aleppo governorate under the group’s control, targeted media activists, political activists, and local dignitaries. Most of these arrests were carried out in relation to the detainees expressing opinions critical of HTS’s management of areas under its control. These detentions are routinely carried out arbitrarily in the form of raids in which HTS members storm their victims’ homes, often breaking down the doors, or abducting their victims in the street or while they’re passing through temporary checkpoints. We also recorded indiscriminate arrests/detentions mostly carried out as part of raids and mass arrests, or at checkpoints in Idlib governorate (SOHR).vedi anche qui: “le pratica effettuate da HTS non si differenziano da quelle praticate dal regime” (…) “ detenuti affrontano i tipi più gravi di tortura, trattamenti crudeli, privazione illegale della libertà e “assenza forzata” nelle carceri, nonostante i ripetuti tentativi di perquisizione da parte delle famiglie dei detenuti, ma il risultato finale è la morte inevitabile. L’Osservatorio Sour per i Diritti Umani ha documentato l’esecuzione di 13 detenuti da parte del Servizio di Sicurezza Generale della Commissione dall’inizio di quest’anno.” https://www.syriahr.com/

Una riflessione necessaria

Ed ecco al-Jolani, leader di un gruppo responsabile di tali atrocità, che ora aspira a governare la Siria. Un paese devastato, centinaia di migliaia di vite spezzate, famiglie distrutte e una nazione ridotta in macerie per raggiungere questo risultato che certo non supera in quanto a libertà o rispetto della dignità delle persone il governo precedente.

Fino a quando il mondo tollererà questa continua distorsione della realtà e manipolazione delle notizie?