L’Europa si trova a un bivio storico, intrappolata tra politiche energetiche fallimentari, ipocrisie geopolitiche e una leadership miope. Di nuovo un suicidio. Ma questa volta con maggiore lentezza. (https://open.substack.com/pub/ashesofpompeii/p/europe-suicide)
L’Europa ha tentato il suicidio due volte nel XX secolo, attraverso guerre catastrofiche. Ora sembra determinata a perfezionare una versione più lenta e metodica. Politiche economiche sconsiderate, strategie energetiche disastrose, tendenze sociali auto-sabotanti e politiche migratorie che minano la coesione sociale: l’Europa sembra svuotarsi dall’interno. Aggiungiamo a questo il delegare la politica estera ai “chihuahua baltici” e l’accondiscendenza ipocrita verso Israele, ed emerge un quadro inquietante: non si tratta di strategia, ma di auto-sabotaggio. Intanto, gli Stati Uniti stringono il cappio con un “aiuto” amichevole, come dimostra il sabotaggio del Nord Stream.
Nella corsa al “verde”, l’Europa ha abbandonato l’energia nucleare, respinto il gas russo e puntato tutto su energie rinnovabili affidabili solo quando il sole splende o il vento soffia. Il Nord Stream? Fatto saltare in aria, ma da chi? Un mistero, senza dubbio. Ora, però, l’Europa compra gas russo a prezzi gonfiati, passando per intermediari come l’India, che ringrazia e incassa profitti. I leader europei chiamano questo “indipendenza”; i cittadini, “bancarotta”.
Mentre l’Europa affronta inverni gelidi e si deindustrializza, la Russia prospera. Le politiche di sostituzione delle importazioni, avviate nel 2014, hanno rafforzato l’economia russa, spingendo le esportazioni verso partner entusiasti come Cina e India. Le sanzioni, progettate per strangolare Mosca, si sono ritorte contro, lasciando l’Europa a pagare il prezzo del suo declino economico, mentre gli Stati Uniti raccolgono i frutti. L’economia russa resiste; quella europea molto meno.
Nel frattempo, i Baltici sembrano dettare le regole della difesa e della politica estera europea, rivivendo il 1940 e chiedendo escalation continue. L’Europa li segue, intrappolata in uno scontro che non può né vincere né controllare. I leader europei si congratulano per la loro “posizione di principio”, anche se porta alla rovina delle economie nazionali.
E mentre l’Europa predica al mondo democrazia e diritti umani, si piega per compiacere Israele. I leader che condannano le dispute territoriali altrove ignorano quelle che non convengono. Ipocrisia selettiva: l’Europa approva e promuove la propria versione di “democrazia” in paesi come Romania, Georgia e Moldavia. Ovvero: democrazia significa votare come decide l’UE (o qualcun altro!).
Infine, lo spettacolo della leadership europea rasenta il tragicomico. Emmanuel Macron si atteggia a Re Sole dell’era neoliberista, con discorsi altisonanti e promesse vuote, mentre i cittadini incendiano Parigi. Annalena Baerbock, invece, si distingue per la sua famosa “svolta a 360 gradi”. Questi leader non risolvono i problemi: gestiscono (e provocano) il declino, trasformando ogni sfida in un esempio di incompetenza e arroganza.
L’Europa è sopravvissuta agli orrori del XX secolo, ma i leader del XXI sembrano decisi a garantirne la scomparsa. Con una politica estera affidata ai paesi baltici, strategie energetiche fondate su illusioni e una credibilità morale erosa dall’ipocrisia, l’Europa affonda sempre più.
“L’inverno ci ha tenuti al caldo, coprendoci
Terra nella neve immemore.”
“Un mucchio di immagini spezzate, dove batte il sole,
E l’albero morto non offre riparo.”
“Ti mostrerò la paura in una manciata di polvere.”
— T.S. Eliot, La terra desolata
@ashesofpompeii (https://open.substack.com/pub/ashesofpompeii/p/europe-suicide)