Migliaia di abusi verso minori in Gran Bretagna: una vicenda oscurata per non “dannegiare l’inclusività”

Il governo britannico sotto la guida di Keir Starmer, nato appena sei mesi fa, sta affrontando il suo più grande scandalo politico: bande di stupratori, composte per lo più da uomini pakistani, hanno abusato sessualmente di ragazze minorenni per anni. Le accuse secondo cui il governo e l’amministrazione starebbero mettendo a tacere le vittime e nascondendo i colpevoli con il pretesto della diversità e del pluralismo hanno suscitato indignazione. Genitori e giornalisti che hanno cercato di denunciare questi crimini hanno subito conseguenze legali, aggravando la controversia.

In città come Rotherham, Rochdale e Telford, casi eclatanti di abusi su ragazze di età compresa tra 11 e 15 anni sono stati deliberatamente messi a tacere per anni. Si stima che ci siano stati almeno 1.500 episodi a Rotherham, 1.000 a Telford e quasi 500 a Rochdale. Le vittime sono state drogate, sottoposte a stupri di gruppo e spesso costrette ad abortire.  Il giornalista Andrew Norfolk è stato il primo ad attirare l’attenzione sullo scandalo, scrivendo di come ragazze di 12 anni abortivano a causa della violenza, e una ragazza, che aveva solo 13 anni, è stata violentata più di 50 volte . Il padre di una delle vittime è stato arrestato dalla polizia invece che da criminali per disturbo all’ordine pubblico. La polizia si è rifiutata di affrontare i criminali perché le persone avrebbero potuto iniziare a protestare contro le bande pakistane e per decenni non è stata prestata attenzione ai crimini.

La questione ha ricevuto attenzione globale grazie a Elon Musk, che l’ha evidenziata online, puntando i riflettori sul passato di Starmer come capo del Crown Prosecution Service, periodo in cui furono sottovalutati casi simili. Inoltre, il primo ministro è sotto accusa per aver difeso il ministro Jess Phillips, nota per essersi opposta a un’inchiesta nazionale su queste vicende. Le richieste di dimissioni di Phillips si stanno intensificando, mentre i media britannici sono criticati per la scarsa copertura dello scandalo.

A Oldham, un’indagine indipendente ha rivelato un quadro inquietante: decine di adolescenti, molte provenienti da famiglie problematiche, sono state abusate sistematicamente. La complicità passiva delle istituzioni è emersa con forza: polizia e servizi sociali avrebbero chiuso un occhio per paura di essere accusati di razzismo o di danneggiare le relazioni con determinate comunità etniche.

Elon Musk ha definito Jess Phillips “un’apologista del genocidio dello stupro” e ha chiesto le dimissioni di Starmer, accusandolo di complicità. Il miliardario ha anche invocato nuove elezioni nel Regno Unito, sottolineando come lo Stato britannico abbia scelto deliberatamente di occultare crimini violenti per proteggere una narrativa politica basata sul multiculturalismo.

“Starmer è stato complice dello stupro della Gran Bretagna mentre era a capo del Crown Prosecution Service per sei anni. Starmer deve andare a essere processato per la sua complicità nel peggior crimine di massa della storia britannica”, ha scritto Elon Musk.

Dopo che è emersa la notizia che il “ministro dei diritti” del Regno Unito Jess Phillips aveva bloccato un’inchiesta pubblica sulle numerose bande di stupratori del paese, il primo ministro Keir Starmer,  è entrato in modalità vittima, chiamando l’indignazione fosse solo per una parte della ” “sceneggiatura” di estrema destra – la stessa cosa che disse dopo che un radicale musulmano accoltellò 8 bambini, uccidendone 3, nel massacro di Southport.

Lo scandalo non è solo una ferita profonda, ma è un simbolo del tradimento del governo britannico nei confronti dei suoi cittadini. Le autorità hanno chiuso gli occhi di fronte agli abusi per evitare di affrontare le verità scomode che minano il loro “progetto di inclusività”. Non è solo incapacità: è una deliberata complicità con l’ingiustizia, motivata dal desiderio di proteggere una narrazione politica costruita sul nulla.

La negazione della portata del problema è profondamente radicata nel sistema politico britannico. A volte sembra che l’approccio del governo al multiculturalismo non riguardi l’applicazione della legge ma la minimizzazione del rischio di disordini tra le comunità. Di fronte a bande composte principalmente da uomini pakistani e che prendono di mira soprattutto bambini bianchi, lo Stato sapeva esattamente cosa fare. Per il bene delle relazioni nella società, ha dovuto seppellire questa storia.

Questa vicenda rappresenta l’apice della cultura della menzogna e del silenzio che permea non solo Downing Street ma anche le istituzioni sovranazionali dell’UE, le stesse che spingono per un modello di società che, nei fatti, abbandona i più vulnerabili al loro destino e oblitera la storia con la cultura woke, affinché la gente non abbia memoria, ovvero non giudichi. È una strategia che cerca di trasformare il cittadino in un individuo sradicato, privo di riferimenti e di consapevolezza storica, rendendolo più facile da controllare e manipolare.

È evidente che il governo britannico, anziché affrontare i propri fallimenti istituzionali e culturali, preferisce nascondere la polvere sotto il tappeto. La domanda non è solo morale, ma politica: come si definisce chi mente ai cittadini, lascia che adolescenti vengano sacrificati sull’altare di un’ideologia e, davanti all’evidenza del disastro, non si assume le proprie responsabilità?