Hanno distrutto, hanno saccheggiato quel che restava, si sono fatti scudo degli innocenti … ma non è bastato: ora la popolazione è diventata obiettivo diretto della cosiddetta ‘opposizione’ che ha distrutto la Siria.
Si tratta di una forza armata di provenienza esterna al paese che persegue il progetto di altri. E’ ovvio che in una situazione normale una forza così mai si chiamerebbe ‘opposizione’: al centro non ha il bene comune della collettività ma un progetto politico che trova legittimazione solo con le armi.
Le violenze perpetrate da questa cosiddetta ‘opposizione’ si sono decuplicate. Ha compiuto un massacro dopo l’altro a Latakia, Kanaye, Maloula…ma nessuno l’ha delegittimata come futura aspirante guida del paese.
Specialmente in queste ultime settimane i ribelli hanno preso di mira i cristiani compiendo esecuzioni di massa. Ciononostante la maggior parte dei media hanno taciuto di questi episodi filtrando le notizie e lasciando passare solo che riferivano sulle ‘vittime dei bombardamenti di Assad’. Non spetta a me ma ai siriani dire se Assad è stato un buon presidente, se poteva fare di più per il suo paese, ma sicuramente ora sta facendo quello che un buon Capo di Stato farebbe: sta difendendo con tutte le sue forze il suo paese aggredito dall’esterno .
I crimini dei ribelli non sono sovrapponibili all’esercito siriano che bombarda i quartieri delle città che è chiamato a custodire. A qualcuno può far piacere crederlo ma le cose non stanno così: i bombardamenti sui centri abitati sono la diretta conseguenza della ‘tattica ‘ adottata dai ‘ribelli’ dall’inizio del conflitto. Le Forze Armate siriane sono impossibilitate dall’effettuare attacchi selettivi perché questa scelta comporterebbe enormi perdite. Purtroppo è ciò che non possono permettersi: avrebbero la meglio i ribelli. L’Armata siriana tenta con i mezzi di cui dispone di soddisfare precisi obiettivi: liberare le zone occupate e alleggerire la pressione sulle zone libere. Non so come lo fanno, questo lo dicano i testimoni oculari, ma so perché lo fanno.
Quando durante la battaglia l’esercito siriano bombarda un centro abitato ove è asserragliata una unità nemica, la prassi vuole che si faccia defluire la popolazione. Tuttavia, spesso la popolazione resta per vari motivi: spesso che i più poveri non sanno dove andare, o che per varie ragioni sia materialmente impossibile.
Sta di fatto che prima o poi l’attacco avverrà e farà vittime ed è sicuro che quando più dura un conflitto e tanto più le vittime civili aumentano, sopratutto quando bisogna rispondere ad un nemico che adottata ‘tattiche’ non convenzionali.
Nella sua crudezza questo ragionamento è abbastanza scontato. Questo conflitto si basa su strategie ‘militari’ di guerriglia messe in campo in totale spregio della convenzione di Ginevra e di quelle Internazionali che pongono dei limiti tassativi ai belligeranti. Negli ultimi giorni accanto a questa strategia sempre più spesso se ne aggiunge un’altra: è quella delle autobombe delle teste tagliate, del terrore.
I ribelli sanno come l’esercito governativo interverrà eppure preferiscono la distruzione di interi quartieri al posto di desistere per il bene comune. Ma non solo: ad Aleppo ed a Damasco i colpi di mortaio sono lanciati insiscriminatamente mietendo vittime. Sembra addirittura che gli obiettivi preferiti siano le piazze affollate e gli orari quelli di punta e di entrata ed uscita da scuola.
Nei centri abitati i ‘ribelli’ non hanno alcun problema morale nel farsi fanno scudo dei civili . Poi, quando l’attacco dell’esercito siriano diventa inevitabile si denunciano i morti ma senza vera pietà .
Le vittime degli attacchi dell’esercito siriano sono direttamente connesse con eventi bellici ma è evidente che non si può dire la stessa cosa degli omicidi settari, dei saccheggi, rapimenti e furti deliberati operati dai ribelli .
L’opposizione armata non ha niente di democratico perché vuole cambiare la testa dei siriani, vuole togliere delle idee e al loro posto metterne delle altre.
La Comunità Internazionale dice che ‘Assad ha perso la legittimità a governare’ ma cosa dire delle bande di criminali che si siederanno un GINEVRA 2? Sono coloro che hanno devastato la Siria. Sono gli stessi uomini che hanno ucciso con inaudita ferocia in tutto il paese su base etnica e religiosa. Questi uomini ora si siederanno riveriti dal ‘mondo civile’ a puntare l’indice in segno di accusa a discutere un accordo.
Ginevra 2 certamente potrà essere un accordo di guerra, un armistizio ma come può pretendere di essere un accordo di pace? Si può parlare di pace mentre in Siria si ammazza gente disarmata, donne, vecchi, bambini? Mi pare che l’opposizione armata ‘moderata’ che sostiene questa carneficina è moralmente e politicamente la stessa cosa con gli islamisti.