Si è svolto a Ginevra dal 15 al 17 gennaio presso la sede del Consiglio ecumenico delle Chiese un summit a cui hanno partecipato una trentina di leader e rappresentanti delle Chiese cristiane di Siria e del mondo.
Scopo della consultazione, la pubblicazione di una dichiarazione-appello da rivolgere il 22 gennaio alla Conferenza internazionale sulla Siria denominata “Ginevra 2”. Nella Dichiarazione, le Chiese siriane ribadiscono che “non c’è alcuna soluzione militare alla crisi del nostro Paese” e presentano una serie di richieste per la pace.
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Scopo della consultazione, la pubblicazione di una dichiarazione-appello da rivolgere il 22 gennaio alla Conferenza internazionale sulla Siria denominata “Ginevra 2”. Nella Dichiarazione, le Chiese siriane ribadiscono che “non c’è alcuna soluzione militare alla crisi del nostro Paese” e presentano una serie di richieste per la pace. [/pullquote]
La prima è “perseguire una immediata cessazione di tutti gli scontri armati e le ostilità all’interno della Siria”. “Facciamo appello a tutte le parti in conflitto – scrivono i leader religiosi siriani – di rilasciare le persone detenute e rapite. Esortiamo il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite di attuare misure che pongano fine al traffico delle armi e dei combattenti stranieri in Siria”.
La seconda “richiesta” è “garantire che tutte le comunità vulnerabili in Siria e i rifugiati nei Paesi limitrofi ricevano un’adeguata assistenza umanitaria”. “Quando larghe fasce di popolazioni sono a grave rischio, è essenziale nel rispetto del diritto internazionale ed una responsabilità il pieno accesso all’aiuto umanitario”.
La terza richiesta è “sviluppare un processo globale e inclusivo verso l’instaurazione di una pace giusta e la ricostruzione della Siria. Tutti i settori della società (tra cui il governo, l’opposizione e la società civile) devono essere inclusi in una soluzione siriana per il popolo siriano”. Le Chiese chiedono anche che in questo processo siano inclusi “le donne e i giovani” e aggiungono: “Qualsiasi processo di costruzione della pace deve essere condotta dai siriani. Deve essere trasparente e credibile. Tale processo richiede il sostegno della Lega Araba, delle Nazioni Unite e l’impegno costruttivo di tutte le parti coinvolte nella crisi attuale”.
“Noi rappresentiamo la maggioranza silenziosa, la voce dei senza voce”, ha detto il Catholicos Aram I, capo della Santa Sede di Cilicia della Chiesa Apostolica Armena, rivolgendosi a Lakhdar Brahimi, del comitato congiunto Nazioni Unite e Lega araba per la Siria che ha incontrato i rappresentanti delle chiese e al quale è stata consegnata la Dichiarazione.
E rivolgendosi a Ginevra 2, il Catholicos ha aggiunto: “La vostra missione non è facile. È una missione critica e cruciale. Vogliamo assicurarvi che avete tutto il nostro supporto, il pieno sostegno di tutte le Chiese e della comunità mondiale cristiana”. “Il popolo della Siria che piange per la pace, merita il successo dei prossimi colloqui di Ginevra 2”, ha detto il segretario del Wcc Tveit. L’incontro è stato accompagnato da una preghiera ecumenica per la pace in Siria.
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