Siria – padre Daniel: voci dal di dentro (Elezioni siriane, elezioni europee )

mar yakub

 

da Mar Yakub , venerdì 2 maggio 2014
Padre Daniel Maes

Viene da Qara e si chiama Chadied. Quando era bambino giocava tra le rovine di Mar Yakub. Dopo un concerto in Mosca, il pubblico lo ha richiamato ben 9 volte per suonare un bis.

Noi siamo ancora a tavola, quando lui arriva in visita questo venerdì pomeriggio. Chadied ci racconta che una volta la gente si radunava qui, sotto un grande albero, per prendere una tazza di the. Lui andava alla ricerca di legno altrove, per evitare che utilizzassero i rami del grande albero per il fuoco.

Adesso Chadied è diventato un uomo con una missione. Lui sa superare le notizie della stampa sulla Siria. Ci dice: “se l’Occidente vuole veramente distruggere la cristianità, dovrà distruggere tutta la Siria”.

Chadied è musulmano con un cuore di cristiano. Lui parla liberamente del Vangelo sulla preghiera e sulla fede. La sua musica è per lui un atto di fede e di preghiera , un’ espressione di gratitudine al Creatore per tutte le bellezze.

No, per lui non è opportuno adesso dare un concerto, perché il popolo Siriano soffre troppo. Lui darà un concerto nel prossimo mese all’occasione delle elezioni per rendere onore all’esercito.

Una primavera araba nel nostro giardino interno.
Si semina e si pianta in abbondanza nel nostro giardino interno, che misura circa 40 per 30 m (con portici) : cipolle, aglio, ravanelli, carciofi, melisse e rose di Damasco e tra poco pomodori, cavoli, cetrioli, zucchini, meloni, fagioli e naturalmente granturco, e con quello siamo parzialmente sopravvissuti nei momenti critici.

Durante i grandi attacchi sul nostro monastero, il giardino interno era un rifugio per gli animali in fuga. Questi animali si sono nutriti con la corteccia di quasi tutti gli alberi, che dopo abbiamo dovuto tagliare. Per fortuna, abbiamo lasciato un quindicina di alberi di melograno che adesso stanno cominciando a rifiorire. Lavorare insieme nel giardino interno ci dà un assaggio della grande libertà. Arriverà la pace in Siria con il fuoco di Pentecoste?

Comunque c’ è stato ancora un attentato nelle vicinanze, che ha provocato nuovamente una settimana intera di interruzioni di corrente. E’ molto fastidioso, quando eravamo di nuovo abituati ad avere corrente per tutta la giornata. Ma la nostra speranza della pace ormai non crolla più.

La ricostruzione materiale e spirituale
C’è ancora tanto bisogno materiale. Tanta gente non ha più niente. La squadra di volontari interviene il più possibile e distribuisce il necessario.daniel-maes
Comunque la ricostruzione morale nel nostro villaggio e altrove è ancora più importante.

La guerra è cominciata con “agitatori/provocatori” stranieri. Mentre i media occidentali consideravano i loro desideri come realtà, chiamando questa ‘realtà’ “una rivolta spontanea del popolo” e una “guerra civile”, la gente locale lo sapeva meglio e all’inizio non si sono tanto preoccupati. La maggior parte dei Siriani non si era neanche accorta che lo sfascio era già preparato da tanto tempo e in modo preciso.

Arrivavano sempre di più di questi “rompi scatole/provocatori” che attiravano i giovani con soldi e con gli ultimi mezzi di comunicazione. Cosi gli attentati e gli omicidi crescevano sempre di più. Anche oggi questi paesi stranieri provano di nuovo a farlo .

Oggi, perciò, la Siria si concentra sulla gioventù per evitare questi infiltrazioni e per proteggere la gioventù dall’inganno. Comunque, oggi la popolazione Siriana è più cosciente.

Dappertutto la febbre elettorale
Belgio, Europa, Siria…tutti sulla via delle elezioni generali. Probabilmente, noi abbiamo una vista più ampia sull’Europa, a causa della distanza. L’ Europa sembra una grande economia di mercato. Va bene. Ma questa economia di mercato sembra essere stata costruita sul modello brutale americano. Si chiama “ libera concorrenza” , cosi detta per mettere in moto l’economia. A guardarvi dentro bene, invece si può costatare che questo ‘gallo d’oro’ trova la sua base piuttosto nell’invidia e nella gelosia, le radici più profonde della violenza.

Questo è esattamente il contrario della solidarietà cristiana. Ma oggi, chi parla ancora di valori morali?
Al momento della crisi, miliardi di soldi sono stati creati per sorreggere le banche. E naturalmente c’è da risparmiare in modo drastico. E tutto questo nel settore sociale. L’argomento è: se “noi” non salviamo la moneta oggi, domani cadrà il cielo sul nostro capo. Lo scopo supremo è l’economia. Ma, era veramente il dovere europeo del Belgio, per esempio, di bombardare e distruggere per mesi la Libia? Tutto questo per rimettere in moto l’economia? E veramente, il dovere morale dell’ Europa è di restare fedele a fare tanti atti di violenza nei modi più crudeli contro la Siria, insieme con gli Stati Uniti, la Turchia e l’ Arabia Saudita?

C’era una volta il sogno di una grande Europa come partner degno e autonomo nella grande famiglia umana con radici cristiane e valori morali. Oggi, dov’è questa Europa? L’Europa è diventata uno schiavo della politica devastante dell’ America e l’ America è diventata uno schiavo del messianismo dominante di Israele. Nella violenza tutti sono uno, come “l’égalitè” era “uguaglianza” della ghigliottina.

Tutto l’Occidente con USA e EU somiglia sempre di più all’ambiziosa nave “Titanic”, che in tutto era una nave fantastica, ottima, il più grande, il più lussuoso giocattolo del mondo. Non sarà una moneta fallita, neanche una “bad bank” o un’economia fallita, che sarà la causa della rovina di tutti, ma piuttosto il rinnegamento radicale delle radici morali cristiane. Se un albero non ha più radici, seccherà, anche se hanno dipinto tutte le sue foglie con un verde splendente.

Elezioni democratiche in Siria
L’Occidente sembra sapere tutto. Dicono che le elezioni per un nuovo Presidente Siriano saranno una parodia sulla democrazia, il presidente succederà a se stesso e la dittatura dello spargimento di sangue continuerà. In questo senso si sono già espressi “pesci grossi” del mondo come: Lakhbar Brahimi, Ban Ki-moon, Nabil al-Araby…. Anche il VRT- giornale (fiammingo) presenta questa schema, senza nessun commento critico! E gli 11 (rimasti) ( tra cui l’Italia n.d.r.) che si chiamano “amici della Siria” (all’origine ce n’erano 70) hanno tenuto una riunione in Londra.

Le loro decisioni: negare questi elezioni in tutti i modi possibili e aiutare gli jihadisti per boicottare il più possibile le elezioni Siriane. Tutti sono molto irritati del fatto che il presidente succederà a se stesso anche se lui si è candidato solo 3 settimane dopo.

No, le elezioni in Afghanistan (40 % di rifugiati) non sono un problema per ‘loro’, e l’Occidente vi ha già mosso le sue pedine. La stessa cosa per la Turchia.
Al confine tra la Siria e la Turchia si trova il quartiere generale della NATO per supportare i campi dei terroristi di Al-Quada, chiamati “campi profughi”! Quella è la ragione per cui l’Occidente è così desideroso di assistere fuori della Siria … Questi ‘rifugiati’! Anche la democrazia negli Stati del Golfo non presenta nessun problema. E non abbiamo accennato al ruolo del “regime” attuale francese: questo frutto “illuminato” del “progresso” che sta per affondare…

Anche l’Europa ha fatto del suo meglio per rinnegare le sue radici e ricchezze cristiane per imporre con forza una nuova mostruosa immagine dell’uomo, per rompere la sovranità dei singoli paesi europei. Alle prossime elezioni europee si vedrà quello che è rimasto di questo mito Europeo costruito sull’ “ideologia del male”. Fortunatamente, la Siria testarda ha sempre resistito e non vuole piegarsi ai non-valori occidentali.

Queste sono le condizioni per candidarsi per il posto di Presidente della Siria:

– avere minimo 40 anni, avere solo la nazionalità Siriana, no fedina penale,
– essere sposato/a con un Siriana/o,
– avere il sostegno di 35 parlamentari,
– abitare e vivere da 10 anni consecutivi in Siria ed essere musulmano/a.

Questi 10 anni sono naturalmente il colpo mortale per i capi della “Coalizione Nazionale Siriana” che vivono nelle loro casette “molto eleganti” a Istanbul, Parigi, Bruxelles o Doha, come quel capo “corretto” che abbiamo incontrato per caso a Bruxelles che non è più stato in Siria negli ultimi 30 anni! Il fatto che un candidato presidente deve essere musulmano (a), non è per niente democratico. In verità, questo deve essere stabilito dal voto e non da una costituzione. Apparentemente, il presidente attuale non ha voluto essere troppo riformista con il referendum sulla nuova costituzione, e perciò ha ancora mantenuto questa condizione. In breve, mentre l’Occidente – verde di gelosia – farà di tutto per far nera la Siria, ulteriori riforme si elaborano in Siria per il bene del popolo sovrano. Oggi ci sono 24 candidati, tra i quali anche delle donne. I cani abbaiano, ma la carovana continua il suo cammino.

Di cuore,
P. Daniel

fonte Ora Pro Siria