La solidarietà non basta, “bisogna condannare le ideologie che mettono a morte i cristiani”

Foto02-Rocchi-CarboneAlla solennità dell’Assunzione, mons. Crepaldi mette inoltre in guardia dal credere che la persecuzione non riguardi i cristiani occidentali, vessati dalla “dittatura del relativismo”

Trieste, 16 Agosto 2014 (Zenit.org) Federico Cenci

Contemplare Maria Assunta in cielo per “riscoprire la grande dignità dell’uomo e della donna” nonché per “coltivare e amare la virtù della purezza”. E ancora, non tacere dinanzi alle persecuzioni dei cristiani, esprimendo loro solidarietà sì, ma anche criticando “le ideologie, anche religiose, che li mettono a morte”. Ideologie che sono i “poteri forti” e “violenti” di questo mondo: i “fondamentalisti musulmani” e il “comunismo nordcoreano” nei luoghi in cui la persecuzione è più esplicita e brutale, e la “dittatura del relativismo in Europa e nell’Occidente”, dove la persecuzione avviene sotto forme più sottili e nascoste.

(…)

La seconda parte dell’omelia dell’arcivescovo di Trieste si è invece incentrata sulle persecuzioni dei cristiani nel mondo, così raccogliendo lo spunto della Giornata di preghiera indetta dalla Conferenza episcopale italiana. Non ha esitato, mons. Crepaldi, a definire ciò che si sta realizzando in Paesi come l’Iraq, la Nigeria “uno sconvolgente genocidio di cristiani” per mano, soprattutto, “di movimenti islamici mossi dall’odio e dall’obiettivo di far sparire ogni presenza cristiana”.

La cifra del drammatico momento storico di persecuzione nei confronti dei cristiani è data dall’alto numero di volte in cui il Papa è intervenuto, in poco più di un anno di pontificato, “per denunciare con forza” questa mattanza. “Mai – la riflessione di mons. Crepaldi – un Papa era intervenuto con tanta forza e tante volte e in poco tempo come Papa Francesco sul tema della persecuzione dei cristiani”.

Persecuzioni che in molti sono tentati di relegare a scenari bellici esotici e irriducibili, lontani dalla nostra realtà e dovuti solo “all’emergere di un Islam violento e aggressivo”. L’arcivescovo di Trieste ha spiegato la natura ingannevole di un simile convincimento, “perché – ha detto – anche in Europa e anche in Italia sta crescendo in maniera esponenziale la persecuzione contro i cristiani”. Lo dimostrano i numeri, quelli pubblicati sul Rapporto del 2013 dell’Observatory on Intolerance and discrimination against Christians in Europe.

Leggere le statistiche e contare i morti sono esercizi che non bastano. “Occorre – ammonisce mons. Crepaldi – chiedersi sempre perché i cristiani vengono perseguitati”. L’arcivescovo ha citato le parole usate da papa Francesco durante un’omelia tenuta a Santa Marta nel marzo scorso: la vita cristiana è “un’insalata con l’olio della persecuzione”. Questo “olio” – per mutuare il linguaggio del Pontefice – è dovuto – secondo mons. Crepaldi – al fatto che “diciamo la verità”, che “annunciamo un Vangelo che, a vario titolo, dà fastidio ai poteri forti e ai violenti di questo mondo, dai fondamentalisti musulmani al comunismo nordcoreano e alla dittatura del relativismo in Europa e nell’Occidente”.

Un “punto di partenza”. Così mons. Crepaldi definisce la solidarietà con i “fratelli perseguitati”, precisando che “il punto di arrivo dovrà essere la critica delle ideologie, anche religiose, che li mettono a morte”. Posizioni religiose o ideologiche che “costituiscono un attacco alle fondamenta della civiltà, della dignità umana e dei suoi diritti”. E di fronte a questo – come si legge anche nel comunicato della Cei per la Giornata di preghiera – “non si può più tacere”.

(16 Agosto 2014) tutto l’articolo su Zenit