Da marzo gli Stati Uniti addestreranno i ribelli 'moderati' in Turchia in funzione anti ISIS. Domanda sempre decisiva: cui prodest? (ovvero: a chi conviene? chi ne trae vantaggio?).
di Patrizio Ricci
Ragioniamo… se gli USA e l'Europa avessero veramente intenzione di sconfiggere ISIS aiuterebbero il governo siriano e toglierebbero l'embargo per sollevare la popolazione.
Invece ci sono fatti e notizie che ci distolgono dalla 'tabella di marcia' reale e fanno leva sulla nostra compassione, sulla indignazione, sulla paura, sul senso di insicurezza… Ricordiamo cosa abbiamo visto negli ultimi giorni. Abbiamo visto l'orrenda 'uccisione dei 21 cristiani copti mostrati in gabbie e tute arancioni.
Ieri, allo stesso modo, anche alcuni prigionieri curdi sono mostrati a miglia e miglia di distanza: sempre 21 e sempre in gabbie identiche e che indossano identiche tute arancioni. Stanno focalizzando tutta la nostra l'attenzione su ISIS. Sembra che in Siria non si combatta più e sembra che gli USA ed i loro alleati abbiano abbandonato il proposito di considerare Assad un nemico. Ma evidentemente non è così.
Che non è così ce lo dimostra quanto sta per succedere in Turchia: è imminente l'addestramento dei ribelli 'moderati' perché (dicono gli USA e fanno eco trionfalisticamente i media mainstream) essi 'combatteranno contro ISIS'. E' sconcertante: che scopo avrebbe continuare ad utilizzare il termine 'ribelli' e nello stesso tempo, mantenere le stesse sigle di 'insorgenti' nate in funzione anti-Assad? Se l'obiettivo fosse mutato, se la parola d'ordine fosse realmente 'combattere contro ISIS' non si direbbe che essi sono 'ribelli' ma che gli USA addestrano volontari siriani contro ISIS. Ma non lo possono fare perché i volontari siriani che combattono contro ISIS sono già inquadrati dentro l'esercito siriano.
Insomma al di là della propaganda, nulla è mutato. Riflettiamo, 'ribelle' significa "insorgente armato contro l'autorità" (in questo caso, l'autorità siriana). Quindi i 'ribelli siriani' che saranno addestrati dagli americani hanno come peculiarità l'ostilità alla Siria ed alle sue Forze Armate (e non solo, hanno un altro tratto distintivo: i 'ribelli' combattono anche contro i comitati civili di autodifesa popolari formati da gente comune e infieriscono contro tutti i civili che non abbracciano la loro 'causa' ). Mai è stato chiesto loro di abbandonare il loro principale obiettivo altrimenti non si chiamerebbero più ribelli e probabilmente, visto i tentativi sempre vani di riconciliazione, non avrebbero mai accettato.
E' la posizione della stessa Turchia che di fronte al grido d'aiuto delle milizie curde è rimasta impassibile: quando i curdi erano sul punto di cedere a Kobane i turchi avevano presentato un'offerta di aiuto condizionata al successivo passaggio delle milizie curde alla lotta armata 'contro Assad'.
In definitiva, i ribelli tali erano e tali restano; i ribelli antisiriani hanno un unico obiettivo la caduta di ogni ordine costituito. Se fosse mutata la loro natura di forze sovversive non combatterebbero contro un paese allo sfascio (la cui popolazione soffre pene indicibili) e attaccato da tutte le parti..
E' chiaro, ce lo mostrano sotto gli occhi ma nessuno sembra capire: i 'ribelli moderati' addestrati in Turchia non possono avere altro scopo se non quello di combattere con ISIS contro la Siria. Se gli USA armano i ribelli moderati (Harakat Hazm http://en.wikipedia.org/wiki/Hazzm_Movement e il Fronte Rivoluzionario siriano ) vuol dire che ancora le loro rivendicazioni sono in Siria e non contro ISIS.
Vedi anche: http://journal-neo.org/2015/02/21/us-easing-into-war-with-syria-using-isis-boogeyman/