Syria: study on the chemical weapons (PDF)

Il Rapporto parte dall’analisi di alcuni video (opportunamente rielaborati per evidenziare alcuni dettagli) pubblicati sul web che, essendo stati ripresi da numerosi media mainstream hanno ricevuto, per l’opinione pubblica, il crisma dell’”ufficialità”.

A rendere particolarmente drammatica questa analisi è stata la contemporanea esigenza di identificare, tra i corpi mostrati in alcuni video, bambini che erano stati rapiti dai “ribelli”- a scopo di estorsione o di vendetta – in alcune aree della Siria.

Questa indagine ha dato, purtroppo esito positivo. Giustamente, il Rapporto evidenzia come i video, oltre a non dare (né nelle immagini né nelle dichiarazioni di sedicenti “testimoni oculari”) elementi che possano permettere l’esatta identificazione dei luoghi dell’”accaduto”, sono in stridente contrasto con quello che ci si aspetterebbe di vedere in scene così drammatiche, quali genitori o familiari a fianco dei bambini colpiti (o dei corpi di questi).

Per di più, in molte scene, i corpi dei bambini sono maneggiati e quasi sventolati davanti alla videocamera, da maschi adulti (verosimilmente “ribelli”) che si direbbe non mostrino nessuna commozione per l’orrore che, – come si cercherà di dimostrare – verosimilmente, essi stessi hanno provocato.

Una particolarità di molti video analizzati sono le incongruenze (sia cronologiche sia topografiche) tra quanto dichiarato nei video da sedicenti “testimoni oculari” e la “ricostruzione ufficiale” dell’attacco con i gas diffusa dai “ribelli” e pubblicata sui media mainstream.

Ma le incongruenze dei presunti “testimoni” del “bombardamento con i gas” raggiungono l’apice – pagg. 12 e 13 del Rapporto – quando questi si presentano come “personale medico impegnato nei soccorsi” e che sarebbe stato in grado di somministrare ben 25.000 dosi di Atropina e di 7000 di Idrocortisone nel ristretto lasso di tempo necessario al gas Sarin per agire.

E le incongruenze scivolano nell’assurdo quando viene affermato che molte delle vittime sono state soccorse nelle cantine delle loro abitazioni nelle quali si erano rifugiate o quando si afferma di corpi di bambini morti portati, non si sa perché, in non meglio precisate “strutture ospedaliere” da genitori che poi hanno pensato bene di andarsene lasciandoli lì.

Con numerosi fotogrammi, tratti da video, (e in alcuni casi rischiarati o contrastati per evidenziare dettagli) il Rapporto evidenzia la ripresa di persone (in alcuni casi apparentemente in salute, in altri moribonde, in altre morte) che dovrebbero riferirsi a luoghi diversi e lontani tra loro.

È il caso di una donna (pag. 14 del Rapporto), presunti “genitori” e bambini (pagg. 15-16-17). A pag. 18 le inverosimili “testimonianze” di due ragazzi ripresi in una presunta struttura sanitaria che asseriscono di avere, nelle loro abitazioni, odorato il Sarin e, prima di perdere i sensi, aver visto morire i loro genitori accanto a loro. Ovviamente, non sanno come abbiano fatto a raggiungere la struttura sanitaria.

La pag, 19 evidenzia i video che dovrebbero mostrare, nelle “strutture sanitarie”, i “colpiti” da gas e i “soccorsi” ad essi prestati. Le incongruenze sono innumerevoli: decine di persone che mostrano di essere indaffarate davanti ad un bambino già morto mentre decine di persone, lì a fianco, presumibilmente “agonizzano” senza alcuna assistenza; “morti” che muovono le braccia… e via dicendo.

A pag. 20 la foto (ha fatto il giro del Mondo) che raffigura i morti da gas in Siria. A fianco l’identica foto, scattata due anni prima durante la rivolta egiziana.

Le pagg. 20,21,22, 23 del Rapporto sono dedicate ai video raffiguranti un bambino “agonizzante” che hanno fatto il giro del mondo e che hanno meritato di essere inseriti tra quelli mostrati da Obama ai parlamentari recalcitranti ad approvare un attacco militare alla Siria. L’imbroglio di questi video viene evidenziato nel Rapporto segnalando le diverse date e i diversi luoghi dove questo bambino è stato ripreso “agonizzare”.

Da pag. 24 a pag. 35 l’analisi di una serie di sequenze video che evidenziano un’altra manipolazione effettuata sui corpi (verosimilmente morti) di alcuni bambini che vengono trasportati in differenti “set cinematografici”. Giustamente il Rapporto si domanda da dove vengano questi bambini e perché non stanno con loro i genitori.

Alcuni tra questi corpi ripresi nei video sono già stati identificati come quelli di bambini rapiti dai “ribelli”. Per altri la ricerca è ancora in corso.

tratto da ‘ Sibialiria’
vedi anche: Syria: study on the chemical weapons (PDF) | Mediawerkgroep Syrië
Potete trovare il Rapporto “The chemical attacks on east Ghouta to justify military right to protect interventi in Syria” di ISTEAM anche qui:
https://mediawerkgroepsyrie.wordpress.com/2013/09/16/study-on-the-chemical-weapons-pdf/
Syria study on the chemical weapons (PDF) ( clicca il link interno e appare immediatamente il rapporto )

o qui:
The Chemical Attacks in East Ghouta Used to Justify a Military Intervention in Syria
http://www.globalresearch.ca/the-chemical-attacks-in-east-ghouta-used-to-justify-a-military-intervention-in-syria/5349928

oppure qui:
http://syria360.wordpress.com/2013/09/15/mother-agnes-de-la-croix-report-on-the-fabrication-of-images-from-the-ghouta-cw-attack /MOTHER AGNES DE LA CROIX: REPORT ON THE FABRICATION OF IMAGES FROM THE GHOUTA CW ATTACK