di Patrizio Ricci – Vietato Parlare
In Siria la Francia, insieme ai propri alleati, ha aiutato il terrorismo islamico a rovesciare uno stato sovrano. La messinscena che era già avvenuta in Libia in cui la Francia ha avuto un ruolo di primo piano nel 2011 è stata messa in atto anche in Siria.
Il gruppo ‘amici della Siria’ di cui la Francia ha fatto parte, ha fornito ai jadisti armi sofisticate, sostegno finanziario, addestramento, e basi sicure in Turchia e Giordania. Tuttavia, nei dibattiti ‘h24’ di questi giorni nessun giornalista ha posto pubblicamente con chiarezza la questione cruciale. La Francia è vittima ma ha usato essa stessa il terrorismo per rovesciare il governo di un paese sovrano: nella finta primavera siriana si sono usati prima i Fratelli Mussulmani, poi visto che questi non sono riusciti arrivare a Damasco, si è ripiegato per i salafiti.
In tempi non sospetti, il vescovo di Aleppo Abou Kazen lo aveva detto: ‘’chi ha fatto salire l’asino sul minareto sa come farlo scendere’ – lo disse in almeno in due distinte interviste. E lo detto più recentemente Assad: “il terrorismo non è una carta che puoi giocare e poi rimettere in tasca. Il terrorismo è uno scorpione che può pungerti in qualsiasi momento”.
E chiaro quindi che la risposta francese al Califfato, è una risposta consapevolmente ipocrita.
Gli aleppini quotidianamente vengono presi di mira dai razzi e dai colpi di mortaio dei ‘ribelli’ direttamente nelle loro case, i bambini vengono colpiti a scuola, i fedeli in Chiesa. I parigini sono stati colpiti mentre si trovavano in un bar a sorseggiare un drink o all’interno di auditorium a sentire musica oppure allo stadio a tifare la propria squadra. E’ evidente in entrambi i casi chi uccide proditoriamente è un terrorista.
Eppure c’è un dibattito ‘serissimo’ per stabilire se i vari criminali siano terroristi o meno… sono mesi che ne discutono tanto che i russi dicono ‘terroristi moderati’ e ‘ISIS’. Nell’attesa che si riesca a reperire un pò di logica (a quanto pare di questi tempi merce rara) e che così tale dilemma si dissolva, l’esercito siriano o ‘esercito di Assad’ (come piace dire ai giornali), naturalmente continua a combattere per liberare il paese contro tutti.
Non è facile: il governo siriano (e la popolazione tutta) già alle prese con i terroristi, è sotto embargo. Sì, sembra strano ma mentre tutti sono solidali con la Francia per i recentissimi attentati, la Siria è stata sanzionata con un embargo durissimo perché si difende dai terroristi.
Ma non è solo questo il problema (altrimenti la guerra sarebbe finita da un pezzo): alla jahad continuano ad affluire rifornimenti. Anzi sono aumentati.
Putin al G20 ha sollevato e denunciato il supporto che alcuni paesi membri stanno dando al terrorismo:
“Durante il vertice del G20 di Antalya, la Russia ha dato esempi di come persone fisiche di 40 Paesi, compresi membri del G20, riescano a finanziare ISIS”.
Questo è il succo della questione. La risposta degli altri intervenuti? Non pervenuta.
[su_panel]Conclusione: … Ali Baba e i 40 ladroni chiamano alla guerra ma come abbiamo visto, non è una guerra come sembra . Stona vedere Hollande cantare la ‘Marsigliese’ dovrebbe essere un inno di protesta, di rivendicazione… perciò oggi stride. Il popolo francese non so che farà… vedremo.
Ma noi che possiamo fare di fronte a tutto questo? Consideriamo che in fondo la vita è appesa ad un filo, siamo fragili, diciamo ‘sono cose più grandi di noi’ e lasciamo stare? Oppure ci stringiamo e riscaldati dall’orgoglio nazionale cantiamo come hanno fatto i francesi senza chiedere conto al proprio governo?
Non sta a me dare ‘istruzioni per l’uso’ ma so che vista la malafede manifesta dei leader, l ‘unica cosa intelligente da fare è attaccarci alla Verità e confidare in essa: giudichiamo la realtà per quella che è, vediamo cosa ci aiuta in questo, guardiamo gli uomini secondo le proprie esigenze originarie, ricordiamo così che ogni giorno della vita non appartiene a nessun potere.
E preghiamo molto che Dio ci accompagni e la Madonna ci protegga, perchè ce n’è bisogno…[/su_panel]