Non essere disposti a nulla fuorchè la potenza effimera della guerra.
Anche David Cameron ha chiesto al parlamento inglese di autorizzare l’invio di qualche aereo in Siria per bombardare ISIS . Secondo il primo ministro ci sarebbero 70.000 combattenti moderati in Siria e sarebbero pronti a combattere a fianco degli inglesi se solo si fornisse loro la copertura ed il supporto aereo.
Il premio pulitzer Robert Fisk, definisce l’insistenza di Cameron una pantomina. Egli nell’articolo apparso su Indipendent il 30/11/2015 “‘’David Cameron, non ci sono 70.000 combattenti moderati in Siria – e comunque chi ha mai sentito parlare di combattenti moderati con il kalashnikov?“ , giudica gli argomenti riportati da Cameron ‘stravaganti, grotteschi , ridicoli’ come quelli che riportò Blair per convincere gli inglesi ad invadere l’Iraq’.
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Numeri e vocazione dei ribelli ‘moderati’ inesatti.
La cifra riportata da Cameron è abnorme:
[su_quote style=”modern-light”]dubito che ci sono 700 fanti “moderati” attivi in Siria. La cifra – dice il giornalista – potrebbe essere più vicina a 70 ma non parliamo di 70.000. E i curdi siriani non stanno andando a conquistare ISIS per noi; sono troppo impegnati a cercare di sopravvivere agli assalti dei nostri alleati turchi.[/su_quote]
In effetti i ribelli moderati sono divisi tra un centinaio di bande armate; inopinatamente l’occidente che prima esaltava le eroine curde a difesa di Kobane, ora ha chiuso tutti e due gli occhi sui bombardamenti turchi indirizzati contro i curdi, unica forza locale (oltre l’esercito siriano) che combatte ISIS.
Le forze dell’opposizione armata ‘moderata’ è fornita da Adam Withnall su un altro articolo su Indipendent. Egli riporta i numeri di una ricerca di Charles Lister, dell’Istituto Brookings a Doha. Queste, con buona approssimazione, le forze messe in campo dai cosidetti ribelli ‘moderati’: 1) il fronte meridionale, una libera alleanza operante attorno a Damasco consta di circa 25.000 uomini; 2) la FSA Nord, consta di 20.000 combattenti vicino a Idlib; i gruppi che circondano Aleppo constano di 14.000 uomini circa).
Tuttavia questi gruppi non hanno alcun contatto tra di loro e sono un’entità unica sono suddivisi in un centinaio di fazioni geograficamente distribuite in tutta la Siria.
[su_quote style=”modern-light”]Questi gruppi- dice Robert Fisk – sono locali in termini di appartenenza; e cercano di tornare allo stato storico della Siria come una nazione multi-settaria armoniosa in cui tutte le etnie, le sette e generi godono di uno status eguali dinanzi alla legge e dello Stato”.[/su_quote]
Quasi tutte le formazioni ribelli sono accomunate dall’estremismo, comprese quelle alleate con la Cia: prevedeva di addestrare 15.000 ribelli moderati ma alla fine ne sono rimasti solo 5. Tutti gli altri sono transitati a gruppi estremisti.
Quindi, in definitiva, l’esercito moderato non esiste e ‘’comunque – dice Robert Fisk – non esistono moderati con i kalashnikov’’…
Nell’articolo ho trovato una serie di altre interessanti condiderazioni:
La fretta e la retorica non considera l’origine del male
‘’Dave lo sa, lo sappiamo tutti’’ – dice Robert Fisk – ISIS non ci farà vittime innocenti perché odia i nostri “valori”- più probabile – ‘‘che un attentato sarà compiuto per la nostra forza aerea in miniatura”.
Il giornalista dell’Indipendent indica la malattia originale, il vizio di fondo di cui è affetta ogni decisione politica dell’occidente nei confronti del radicalismo islamico:
[su_quote style=”modern-light”] Tutti parlano dei mitici 70.000 ribelli moderati e del culto malvagio di ISIS” mentre nessuno parla del ‘’ruolo del culto della morte wahabita saudita, che è l’ispirazione religiosa e settaria diretta per Isis’’. Ma ‘’perché Cameron non parla dei sauditi alla Camera dei Comuni?[/su_quote]
ISIS vuole esattamente che l’occidente reagisca come sta facendo
No, non siamo “in guerra”. Isis può fare strage di nostri concittadini innocenti, ma non ci sta invadendo. Isis non è sul punto di catturare Parigi o Londra – come noi e gli americani abbiamo catturato Baghdad e Mosul nel 2003.
No. Cosa Isis intende fare è quello di convincere noi di distruggere noi stessi. Iside vuole che noi odiamo le nostre minoranze musulmane. Si vuole la guerra civile in Francia tra l’elite e le i musulmani diseredati, la maggior parte di loro di origine algerina.
Vuole che i belgi odino i loro concittadini musulmani. Vuole che noi inglesi odiamo i nostri musulmani. Isis è stato oltraggiato dalle migliaia di europei che hanno accolto con amore milioni di rifugiati musulmani quando hanno raggiunto la Germania. I musulmani avrebbe dovuto dirigersi verso il nuovo califfato – non fuggire da esso. Così ora ci vuoletrasformare nel nemico dei profughi.
Per raggiungere questo obiettivo, è necessario coinvolgere centinaia di migliaia di rifugiati musulmani innocenti nelle sue atrocità. Deve costringere i nostri paesi dell’UE ad introdurre stati di emergenza, sospendere le libertà civili, fare irruzione nelle case dei musulmani. Si vuole distruggere la stessa Unione europea. Desidera colpire al cuore dell’ideale europeo liquidando il suo fondamento stesso: ci vuole convincere a strappare l’accordo di Schengen e chiudere le nostre frontiere. E stiamo facendo esattamente questo.
Il nostro panico, in realtà non lavora per Isis? Se tale raccapricciante istituzione non avesse vietato l’alcol, i loro membri farebbero brindisi con lo champagne guardando i nostri leader politici per la loro vacuità, il loro sofismi, la paura abietta dei nostri politici che cercano ora regolarmente di iniettare anche a noi sotto il pericoloso vecchio grido di “unificare la nazione”.
Vladimir Putin comprende questo. Egli sa che la Turchia sta aiutando Isis con il contrabbando di petrolio nella rotta verso la Turchia e, come un ex ufficiale del KGB, capisce il cinismo di qualsiasi crisi.
[su_quote style=”modern-light”]Se un aereo americano si fosse allontanato dalla sua rotta e fosse entrato nello spazio aereo turco,
– ha chiesto alla sua conferenza stampa al Cremlino con François Hollande la settimana scorsa –
qualcuno crede che la Turchia avrebbe abbattuto i piloti degli Stati Uniti? Sappiamo tutti qual è la risposta a questo quesito. Se la Turchia desiderava distruggere Isis, perché ci si bombarda i curdi nemici di ISIS’? Perché si imprigiona due dei migliori giornalisti turchi per aver segnalato come il servizio di intelligence turco ha contrabbandato armi ai combattenti islamici in Siria? [/su_quote]
E Putin non ha certo intenzione di obiettare se l’UE si è piegata al suo suicidio attraverso la paura.
[su_panel shadow=”0px 2px 10px #868686″ text_align=”left”]A cosa sta portando questa paura lo stiamo vedendo tutti. I leaders politici cambiano le strategie, chiamano ad una evanescente unità, di fronte alla morte ed al dolore si lanciano in virtuosismi sentimentali ma nessuno ha cambiato il giudizio di fondo. L’approccio sulla questione siriana rimane lo stesso: ‘Assad se ne deve andare’ .
A fronte degli slogan, non sono mai stati svelati in termini chiari i moventi ed il motore di tanto attivismo distruttivo. La guerra di Libia e quella di Siria hanno entrambe lo stesso filo conduttore.
L’Occidente ha bisogno di un nemico per unirsi, un pericolo incombente, ed ora si chiama ISIS mentre il vero mostro è nascosto in cantina pronto a ritornare fuori.
Se un cambiamento c’è da parte dell’Occidente, è solo nel numero di bombe destinate verso l’incomodo: una misura superiore di malconcepito desiderio di pace e di condiscendenza verso il male.
Inutile dire che di una prassi interna di pace non se ne parla; così i nostri comportamenti sono sempre funzionali a qualcosa e non veri, preoccupati più delle conseguenze che dell’Essere e perciò deboli.[/su_panel]
Vietato Parlare