Il presidente Assad, dopo le crescenti critiche verso l’esecutivo, ha nominato il nuovo Premier incaricato di procedere alla formazione di un nuovo governo per mettere in atto nuove politiche economiche. Tornano, anche in questo caso, il problema delle sanzioni europee.
L’ingegner Imad Khamis, 54 anni, prende il posto del premier uscente a Wael al-Halqi, in carica dal 9 agosto 2012. Ora dovrà cimentarsi nel difficile compito di fare un rimpasto di governo.
Ma vediamo chi è l’uomo: Imad Khamis, ministro per l’elettricità dal 2011, ha occupato diversi posti amministrativi a Damasco nella agenzia elettrica nazionale tra il 1987 e il 2000, ha lavorato come direttore dei servizi energetici presso il Ministero per l’energia elettrica e nel progetto per l’energia elettrica delle Nazioni Unite tra il 2001 e il 2003. Successivamente ha sempre ricoperto compiti tecnici riferiti all’energia elettrica, fino a quando dal 2011, non gli è stato affidato l’incarico di ministro per elettricità.
Un tecnico quindi, eppure è una delle personalità che l’Unione Europea il 23 marzo del 2012 ha inserito sulla lista delle personalità poste sotto sanzione. Le motivazioni del provvedimento sono lacunose: secondo l’Unione Europea “come ministro ha condiviso la responsabilità della violenta repressione del regime contro la popolazione civile”: Evidentemente non è vero, a meno che, visto il suo incarico, non si ipotizzi che abbia ordinato interruzioni della corrente come metodo repressivo.
Naturalmente è più probabile che la UE abbia preso di mira Imad Khamis in base all’ attività che sovraintendeva (e non alle sue responsabilità personali). Ma questo non lo sentiremo mai dire: sarebbe illegale. Vengono in soccorso allora i meandri della burocrazia, le procedure e gli iter complessi in cui alla fine ‘una soluzione si trova’: solo magheggi. Solo l’Onu o paesi belligeranti possono decretare sanzioni. Lo stato d’assedio è pratica illegale sanzionata come crimine di guerra dalla Convenzione di Ginevra.
E’ evidente che un ministro dell’elettricità non ha incarichi di pubblica sicurezza e non può aver commesso quanto gli è stato imputato.
Purtroppo Bruxelles si dice preoccupata a parole del Brexit britannico ma si ostina ancora a non dare spiegazione ai propri cittadini nè della politica economica, nè tantomeno della politica estera (che è il motivo ultimo di tanta insoddisfazione): come affetta da sindrome dissociativa, gli sfugge ormai il senso del reale.
Alla Bruxelles dei diritti interessava in modo specifico l’interruzione o il danneggiamento del settore di produzione e di distribuzione dell’energia elettrica in Siria*. Interessava legiferare in modo che apparesse legittimo. Così l’escamotage delle sanzioni ad-personam. Se interessava effettuare un attacco strutturato svolto in contemporanea con le forze ribelli che finanzia e legittima, ha fatto un buon lavoro. Se quello è il punto di vista, allora ogni cosa è abusiva e sanzionabile, anche possedere le proprie chiavi di casa.
Per l’Europa ogni cosa è a posto, basta che sia scritto in uno dei codicilli: le sanzioni cadranno quando e se il regime cadrà, non importa chi verrà dopo. A Imad Khamis ed al nuovo governo, ora l’onere improbo di ridare un pò d’aria ad un paese in guerra che la Comunità Internazionale ha condannato in uno stato d’assedio permanente.
*nota: l’allegato alle sanzioni della UE del n° 2011 2014/C 373/ 06 elenca non solo operatori economici (“uomini di affari”) ma ministri (tra i quali quello per le Risorse idriche, quello della Sanità o dell’Elettricità) che certamente “controllano” l’approvvigionamento e la manutenzione dei servizi ad essi affidati.